Un incidente automobilistico alle 12.05, ora locale, ha paralizzato e svuotato l’abitualmente affollata piazza Tiananmen a Pechino
Misna - Secondo la ricostruzione ufficiale, un fuoristrada è salito sul marciapiede del viale sul lato settentrionale della piazza e dopo avere abbattuto le transenne protettive si è schiantato contro il guardrail di uno dei ponti che attraversano il canale attorno alle mura della Città Proibita, prendendo fuoco. Morte sul colpo le tre persone a bordo, ma deceduti anche altre una turista di nazionalità filippina e un visitatore cinese. Complessivamente 38 i feriti. Un numero elevato, la cui origine non è stata chiarita. La piazza è stata immediatamente isolata e svuotata dei passanti, dei turisti e del traffico, la zona dell’incidente cordonata. Fermati e allontanati anche giornalisti di diversi media stranieri immediatamente arrivati sul posto.
Nel giro di pochi minuti dall’evento, tutte le notizie, immagini e conversazioni riguardanti l’incidente sono scomparsi dai media online cinesi, a partire da Sina Weibo, il più importante sito di microblogging cinese.
Anche questa una circostanza particolare, forse spiegabile con il fatto che l’evento è accaduto nel centro più sensibile del potere cinese, il luogo più vigilato e protetto dell’intera Cina; dall’altro ha mostrato le potenzialità censorie del sistema di controllo informatico sviluppato dalle autorità. A poco più di un’ora dall’incidente, piazza Tiananmen è stata riaperta e Pechino è tornata a un’apparente normalità. Nessuna notizia di interruzioni per l’11° Congresso nazionale delle donne cinesi inaugurato stamattina dal presidente Xi Jinping nella Grande sala del popolo che si affaccia sulla piazza e dove entro un mese si riunirà anche il Terzo Plenum del 18° Congresso del Partito popolare cinese. Un evento atteso perché dovrebbe segnalare le linee di sviluppo del paese per i prossimi anni.
Circostanze, insieme alla simbolicità del luogo, centro della protesta studentesca della primavera 1989 repressa con brutalità, che hanno ovviamente aperto a speculazioni e curiosità su quanto accaduto oggi. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, alla domanda se il governo ritenesse quanto successo un attacco terroristico, ha risposto di non conoscere i dettagli e non ha accettato ulteriori domande.
Misna - Secondo la ricostruzione ufficiale, un fuoristrada è salito sul marciapiede del viale sul lato settentrionale della piazza e dopo avere abbattuto le transenne protettive si è schiantato contro il guardrail di uno dei ponti che attraversano il canale attorno alle mura della Città Proibita, prendendo fuoco. Morte sul colpo le tre persone a bordo, ma deceduti anche altre una turista di nazionalità filippina e un visitatore cinese. Complessivamente 38 i feriti. Un numero elevato, la cui origine non è stata chiarita. La piazza è stata immediatamente isolata e svuotata dei passanti, dei turisti e del traffico, la zona dell’incidente cordonata. Fermati e allontanati anche giornalisti di diversi media stranieri immediatamente arrivati sul posto.
Nel giro di pochi minuti dall’evento, tutte le notizie, immagini e conversazioni riguardanti l’incidente sono scomparsi dai media online cinesi, a partire da Sina Weibo, il più importante sito di microblogging cinese.
Anche questa una circostanza particolare, forse spiegabile con il fatto che l’evento è accaduto nel centro più sensibile del potere cinese, il luogo più vigilato e protetto dell’intera Cina; dall’altro ha mostrato le potenzialità censorie del sistema di controllo informatico sviluppato dalle autorità. A poco più di un’ora dall’incidente, piazza Tiananmen è stata riaperta e Pechino è tornata a un’apparente normalità. Nessuna notizia di interruzioni per l’11° Congresso nazionale delle donne cinesi inaugurato stamattina dal presidente Xi Jinping nella Grande sala del popolo che si affaccia sulla piazza e dove entro un mese si riunirà anche il Terzo Plenum del 18° Congresso del Partito popolare cinese. Un evento atteso perché dovrebbe segnalare le linee di sviluppo del paese per i prossimi anni.
Circostanze, insieme alla simbolicità del luogo, centro della protesta studentesca della primavera 1989 repressa con brutalità, che hanno ovviamente aperto a speculazioni e curiosità su quanto accaduto oggi. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, alla domanda se il governo ritenesse quanto successo un attacco terroristico, ha risposto di non conoscere i dettagli e non ha accettato ulteriori domande.
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