Alla commemorazione saranno presenti anche alcuni ambasciatori dei paesi di provenienza delle vittime
Radio Vaticana - Alla commemorazione istituzionale delle 366 vittime del naufragio di Lampedusa, che si svolgerà oggi alle 16 sul litorale di San Leone ad Agrigento, saranno presenti anche mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, insieme ad una delegazione della comunità religiosa islamica (Co.Re.Is) e della Chiesa copta. Mons. Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, non parteciperà perché impegnato in questi giorni a Londra in un incontro sulle migrazioni. Non ci saranno omelie, saranno lette solamente delle preghiere, secondo quanto confermato dalle tre diocesi siciliane coinvolte. Presenzieranno alla cerimonia - riporta l'agenzia Sir - il vicepremier Angelino Alfano, il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge e rappresentanti della Regione Sicilia. Non ci sarà invece il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, che ha criticato la commemorazione ed oggi è a Roma per un incontro pubblico al quale presenzierà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il sindaco di Lampedusa, informano fonti locali, andrà anche mercoledì 23 ottobre a Bruxelles per incontrare il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Intanto non si placano le polemiche sulla commemorazione, che avverrà senza bare perché le vittime sono state quasi tutte sepolte in cimiteri siciliani, spesso senza informazioni ai familiari perché considerati “dati sensibili” dalla prefettura di Agrigento. Don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia, critica l’annunciata presenza alla cerimonia dell’ambasciatore eritreo in Italia, “che rappresenta il regime da cui sono fuggite le centinaia di persone morte per scappare dall’orrore di quello stesso regime”. Secondo don Zerai l’ambasciatore eritreo ha chiesto al governo italiano la lista dei 148 eritrei sopravvissuti al naufragio di Lampedusa, negata dall’Italia perché i familiari potrebbero essere sottoposti a gravi ritorsioni in patria, tra cui multe esose e rischio carcere. Anche la Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) esprime oggi rammarico e disaccordo per le modalità previste per la cerimonia: “Dovevano essere funerali religiosi, con i rappresentanti di tutte le confessioni, per dare una svolta in più al dialogo interreligioso e al rispetto dei diritti umani”. Da Palermo è partita inoltre per Agrigento una delegazione di rappresentanti della comunità eritrea-etiope, dell’Osservatorio contro le discriminazioni razziali Noureddine Adnane, dei Laici missionari comboniani, dei salesiani ed altre realtà della società civile, per protestare contro una cerimonia istituzionale che definisce “tardiva e ipocrita”. “La situazione è delicata e confusa - spiega il settimanale della diocesi di Agrigento “L’amico del popolo” - e la città è blindata per il timore di manifestazioni. Non a caso è stato scelto un luogo chiuso e difficile da raggiungere”.
Radio Vaticana - Alla commemorazione istituzionale delle 366 vittime del naufragio di Lampedusa, che si svolgerà oggi alle 16 sul litorale di San Leone ad Agrigento, saranno presenti anche mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, insieme ad una delegazione della comunità religiosa islamica (Co.Re.Is) e della Chiesa copta. Mons. Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, non parteciperà perché impegnato in questi giorni a Londra in un incontro sulle migrazioni. Non ci saranno omelie, saranno lette solamente delle preghiere, secondo quanto confermato dalle tre diocesi siciliane coinvolte. Presenzieranno alla cerimonia - riporta l'agenzia Sir - il vicepremier Angelino Alfano, il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge e rappresentanti della Regione Sicilia. Non ci sarà invece il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, che ha criticato la commemorazione ed oggi è a Roma per un incontro pubblico al quale presenzierà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Il sindaco di Lampedusa, informano fonti locali, andrà anche mercoledì 23 ottobre a Bruxelles per incontrare il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Intanto non si placano le polemiche sulla commemorazione, che avverrà senza bare perché le vittime sono state quasi tutte sepolte in cimiteri siciliani, spesso senza informazioni ai familiari perché considerati “dati sensibili” dalla prefettura di Agrigento. Don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia, critica l’annunciata presenza alla cerimonia dell’ambasciatore eritreo in Italia, “che rappresenta il regime da cui sono fuggite le centinaia di persone morte per scappare dall’orrore di quello stesso regime”. Secondo don Zerai l’ambasciatore eritreo ha chiesto al governo italiano la lista dei 148 eritrei sopravvissuti al naufragio di Lampedusa, negata dall’Italia perché i familiari potrebbero essere sottoposti a gravi ritorsioni in patria, tra cui multe esose e rischio carcere. Anche la Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) esprime oggi rammarico e disaccordo per le modalità previste per la cerimonia: “Dovevano essere funerali religiosi, con i rappresentanti di tutte le confessioni, per dare una svolta in più al dialogo interreligioso e al rispetto dei diritti umani”. Da Palermo è partita inoltre per Agrigento una delegazione di rappresentanti della comunità eritrea-etiope, dell’Osservatorio contro le discriminazioni razziali Noureddine Adnane, dei Laici missionari comboniani, dei salesiani ed altre realtà della società civile, per protestare contro una cerimonia istituzionale che definisce “tardiva e ipocrita”. “La situazione è delicata e confusa - spiega il settimanale della diocesi di Agrigento “L’amico del popolo” - e la città è blindata per il timore di manifestazioni. Non a caso è stato scelto un luogo chiuso e difficile da raggiungere”.
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