La commozione è scattata quando i sentimenti hanno incrociato la storia, quella di un’amicizia che ancora dura nel cuore e quella che alla fine del Novecento ha cambiato il volto dell’Europa dell’Est.
Radio Vaticana - Mentre sabato pomeriggio un bellissimo sole di tardo settembre calava tra le arcate del Chiostro del Sacro Convento di Assisi – teatro fin lì di uno splendido concerto di Krzysztof Penderecki, 80 anni a novembre e una delle grandi bacchette viventi – il compositore polacco si è voltato verso le 200 persone che lo stavano applaudendo e ha annunciato che, come bis, avrebbe eseguito la sua “Ciaccona”, una partitura composta in memoria di Giovanni Paolo II . Ed è qui che per i molti presenti che conoscono la storia dell’artista si è mosso qualcosa dentro. Perché Karol Wojtyla e Krzysztof Penderecki si sono conosciuti negli anni Cinquanta a Cracovia, sono diventati presto amici e le loro strade, diverse e ciascuna a suo modo straordinaria, hanno corso in parallelo lungo l’epoca dell’opposizione al regime comunista di Varsavia, che il Papa conduceva in nome del Vangelo e il compositore polacco – già famoso all’estero negli Anni Sessanta e dunque “tollerato” dalla dittatura socialista – combatteva in punta di note. Note magistrali e monumentali, per la maggior parte ispirate da una fede profonda. Basta scorrere qualche titolo: lo “Stabat Mater” (composto a meno di trent’anni), “La Passione secondo San Luca”, e in tempi più recenti “Le sette porte di Gerusalemme”, insieme a molte e molte pagine di musica sacra. Non c’è solo questa nell’ampia produzione di Penderecki, ma sempre si percepisce nelle sue invenzioni melodiche quella tensione etica che, specie negli anni dell’oppressione comunista, lo rese interprete dell’anima spirituale del popolo polacco e della sua sete di libertà. Penderecki è tornato a suonare ieri ad Assisi su invito della Sagra Musicale Umbra, che già nel 1980 lo chiamò a eseguire il suo “Te Deum”, ancora inascoltato in Italia. Anche in quella occasione, il compositore polacco dedicò la sua creazione all’amico Papa da nemmeno due anni. E in modo analogo è terminato il concerto di ieri, a pochi giorni dall’arrivo nella città di Francesco di un altro Papa venuto da lontano. (A cura di Alessandro De Carolis)
Radio Vaticana - Mentre sabato pomeriggio un bellissimo sole di tardo settembre calava tra le arcate del Chiostro del Sacro Convento di Assisi – teatro fin lì di uno splendido concerto di Krzysztof Penderecki, 80 anni a novembre e una delle grandi bacchette viventi – il compositore polacco si è voltato verso le 200 persone che lo stavano applaudendo e ha annunciato che, come bis, avrebbe eseguito la sua “Ciaccona”, una partitura composta in memoria di Giovanni Paolo II . Ed è qui che per i molti presenti che conoscono la storia dell’artista si è mosso qualcosa dentro. Perché Karol Wojtyla e Krzysztof Penderecki si sono conosciuti negli anni Cinquanta a Cracovia, sono diventati presto amici e le loro strade, diverse e ciascuna a suo modo straordinaria, hanno corso in parallelo lungo l’epoca dell’opposizione al regime comunista di Varsavia, che il Papa conduceva in nome del Vangelo e il compositore polacco – già famoso all’estero negli Anni Sessanta e dunque “tollerato” dalla dittatura socialista – combatteva in punta di note. Note magistrali e monumentali, per la maggior parte ispirate da una fede profonda. Basta scorrere qualche titolo: lo “Stabat Mater” (composto a meno di trent’anni), “La Passione secondo San Luca”, e in tempi più recenti “Le sette porte di Gerusalemme”, insieme a molte e molte pagine di musica sacra. Non c’è solo questa nell’ampia produzione di Penderecki, ma sempre si percepisce nelle sue invenzioni melodiche quella tensione etica che, specie negli anni dell’oppressione comunista, lo rese interprete dell’anima spirituale del popolo polacco e della sua sete di libertà. Penderecki è tornato a suonare ieri ad Assisi su invito della Sagra Musicale Umbra, che già nel 1980 lo chiamò a eseguire il suo “Te Deum”, ancora inascoltato in Italia. Anche in quella occasione, il compositore polacco dedicò la sua creazione all’amico Papa da nemmeno due anni. E in modo analogo è terminato il concerto di ieri, a pochi giorni dall’arrivo nella città di Francesco di un altro Papa venuto da lontano. (A cura di Alessandro De Carolis)
| Tweet |

Nicolò Renna, chitarrista palermitano, sbanca il web con il suo singolo Breathing. Lo abbiamo incontrato a Palermo. L'intervista di Paolo A.Magrì
Domenico Fioravanti, la Leggenda di Sydney 2000. Una vita da rincorrere a bracciate.Il ranista, prima medaglia d’oro azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, intervistato da Emanuela Biancardi.
"L'intelligenza umana è la nostra principale risorsa". Parla Ermete Realacci, tra attivismo e sfide economiche
mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, intervistato per LPL News 24 da Patrizio Ricci su politica europea ed immigrazione.
Max Cavallari della coppia 'I Fichi d'India', intervistato per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Laura Efrikian, Attrice, scrittrice, promotrice di 'Laura For Afrika', intervistata per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Patty Pravo festeggia cinquant’anni di successi intramotabili nel mondo della musica, tirando fuori ancora una volta pezzi da ‘90. Intervista di S. Santullo
Sergio Caputo celebra i trent’anni di “ Un Sabato Italiano”, con un nuovo omonimo album. Intervista a Sergio Caputo, di Simona Santullo
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.