domenica, luglio 07, 2013
Un’edizione del premio senza colpi di scena, ma nel segno della varietà tematica. C‘è chi auspica lo svecchiamento delle regole, mentre si aspettano i piccoli editori

Città Nuova - Com’è successo altre volte nelle passate edizioni del premio letterario più famoso d’Italia, ha vinto il favorito, Walter Siti, con il suo Resistere non serve a niente (Rizzoli). Ieri sera, come da pluridecennale tradizione, si è svolto a Roma, nel Ninfeo di Villa Giulia, il consueto rito conclusivo, comprendente l’ultima votazione della Giuria principale e la premiazione del vincitore. Siti, a cui sono andati 165 voti,ha superato largamente Alessandro Perissinotto (Le colpe dei padri, Piemme: 78 voti), l’autore più votato nello scrutinio del 12 maggio, che aveva fissato la cinquina dei finalisti. Gli altri tre romanzi, Mandami tanta vita di Paolo Di Paolo (Feltrinelli), Figli dello stesso padre di Romana Petri (Longanesi) e Nessuno sa di noi di Simona Spartaco (Giunti), hanno ottenuto rispettivamente 77, 63 e 26 voti.

Col suo nettissimo distacco dagli altri titoli, il libro di Siti, sulle collusioni fra l’alta finanza e la criminalità organizzata, si è assicurato un buon successo di pubblico: ma solo il tempo, come sempre, e il giudizio dei critici più onesti e preparati, gli permetterà di durare oltre l’estate. Tra gli altri finalisti dello Strega 2013 domina una interessante varietà tematica.

Perissinotto propone un romanzo storico-sociale (un po’ come Siti, del resto) incentrato sulla crisi economica in una Torino postindustriale. Di Paolo ha scritto una storia originalissima, tra la biografia e l’immaginazione, dove il protagonista diventa amico e ammiratore di un big del primo Novecento, Piero Gobetti. La Petri ripercorre il rapporto delicato e a volte drammatico tra due fratelli che hanno in comune un solo genitore. Simona Spartaco mette il dito su una piaga dolentissima della nostra società, scavando nel vissuto doloroso e conflittuale di un aborto terapeutico.

La finale era stata preceduta, come e più del solito, da vivaci polemiche. A tale proposito il Presidente del Premio, Tullio De Mauro, ha auspicato uno “svecchiamento” delle regole. A quando la presenza dei piccoli editori?

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