martedì, luglio 02, 2013
Pressing sul presidente Morsi che ieri sera ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo statunitense Obama.

Egitto (Radio Vaticana) - Respinto l’ultimatum dell’esercito ormai schierato accanto alla piazza, oggi scade quello dell’opposizione che ha promesso disobbedienza civile se Morsi non lascerà. Intanto si allunga la lista dei ministri che si sono dimessi – l’ultimo è quello degli Esteri – e l’Onu mette in guardia da un possibile effetto domino sulla regione. Venti morti e oltre 800 i feriti nelle violenze di questi giorni. Giuseppe Acconcia: Audio. Il presidente egiziano Mohammed Morsi ha respinto l’ultimatum dell’esercito, che ha chiesto entro 48 ore alle forze politiche di realizzare le richieste dei contestatori. Le forze di sicurezza hanno anche annunciato l’arresto di 15 guardie del corpo del leader carismatico della Fratellanza, Khairat Al-Shater. Non solo, i milioni di manifestanti scesi domenica in piazza sono pronti a tornare in strada oggi se Morsi non dovesse dimettersi entro questo pomeriggio alle 17. D’altra parte, la leadership dei Fratelli Musulmani in Egitto valuta di proporre un referendum popolare sulla destituzione del presidente Morsi per superare la crisi politica. Ieri, è stata depredata e incendiata la sede della Fratellanza di Moqattam al Cairo. Mentre all’aeroporto di Sharm El Sheikh sono rimasti bloccati un centinaio di turisti italiani. E la crisi politica si allarga. Quattro ministri hanno rassegnato dimissioni irrevocabili. Ha lasciato anche il consigliere militare di Morsi, Sami Anan. Dal canto suo, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha avuto un colloquio telefonico con Morsi, si è detto preoccupato per l’escalation e ha invitato le parti a dialogare.


È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

....non riesco a capire come mai Morsi si senta tanto forte dopo aver portato la popolazione alla fame ed avere distrutto tutto il progresso raggiunto. Chi lo protegge???
Enrico.

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