L'ondata di scontri è iniziata ieri sera con la proteste a sostegno di Mohamed Morsi. La città più colpita è Alessandria con almeno 12 morti. Violenza anche a Suez, Qena, Assiut e Ismailya. I feriti sarebbero almeno 1138. Leader dei Fratelli Musulmani: "Resteremmo in piazza finché il presidente non sarà reinsediato".
Asianews - Continuano in tutto il Paese gli scontri fra manifestanti islamisti sostenitori di Mohamed Morsi e forze militari. Il bilancio parziale è di almeno 30 morti e oltre 1000 feriti. La città più colpita è Alessandria, dove 12 manifestanti sono stati uccisi con armi da fuoco. Questa notte anche la capitale è stata teatro di scontri violenti, costati la vita ad almeno otto persone.
Ieri pomeriggio, i militanti islamisti hanno assaltato un posto di blocco nella Penisola del Sinai uccidendo cinque poliziotti e un soldato. Secondo fonti del ministero della Salute, alcuni manifestanti pro Fratelli Musulmani sono morti ad Assiut e a Suez. A Qena, nell'alto Egitto le truppe hanno aperto il fuoco contro gli attivisti pro-Morsi, per fermare un assalto a una caserma. Almeno due persone sono rimaste ferite.
Dopo le manifestazioni oceaniche del 30 giugno che hanno spinto l'esercito a sospendere la Costituzione e a spodestare il presidente Morsi, gli islamisti hanno scelto di rispondere con forza. Ieri decine di migliaia di persone si sono radunate nelle principali città del Paese per chiedere il reinsediamento del Capo di Stato, eletto nel giugno 2012. Ieri la guida spirituale dei Fratelli Musulmani Mohammad Badei ha invitato tutti i militanti a resistere al colpo di Stato militare e stare in piazza finché Morsi non siederà di nuovo sulla poltrona di presidente.
Intanto, la polizia egiziana continua il giro di vite contro i leader islamisti accusati di aver incitato al jihad contro 23 milioni di egiziani scesi in piazza contro i Fratelli Musulmani. Dopo la smentita di un arresto dello stesso leader al-Badei, oggi le autorità hanno confermato il fermo per Kairath al-Shater, la mente "economica" della Fratellanza. Fra gli arrestati vi è anche il famigerato Hazem Salah Abu Ismail, leader dei salafiti ed ex candidato alla presidenza. Egli è famoso per aver più volte incitato attraverso il suo canale televisivo alla violenza contro la minoranza cristiana.
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Dopo le manifestazioni oceaniche del 30 giugno che hanno spinto l'esercito a sospendere la Costituzione e a spodestare il presidente Morsi, gli islamisti hanno scelto di rispondere con forza. Ieri decine di migliaia di persone si sono radunate nelle principali città del Paese per chiedere il reinsediamento del Capo di Stato, eletto nel giugno 2012. Ieri la guida spirituale dei Fratelli Musulmani Mohammad Badei ha invitato tutti i militanti a resistere al colpo di Stato militare e stare in piazza finché Morsi non siederà di nuovo sulla poltrona di presidente.
Intanto, la polizia egiziana continua il giro di vite contro i leader islamisti accusati di aver incitato al jihad contro 23 milioni di egiziani scesi in piazza contro i Fratelli Musulmani. Dopo la smentita di un arresto dello stesso leader al-Badei, oggi le autorità hanno confermato il fermo per Kairath al-Shater, la mente "economica" della Fratellanza. Fra gli arrestati vi è anche il famigerato Hazem Salah Abu Ismail, leader dei salafiti ed ex candidato alla presidenza. Egli è famoso per aver più volte incitato attraverso il suo canale televisivo alla violenza contro la minoranza cristiana.
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