“Trovare un accordo finale entro i prossimi nove mesi”: questo, nelle parole del segretario di Stato statunitense Joh Kerry, l’obiettivo del fragile dialogo diretto riavviato dopo tre anni di sospensione tra israeliani e palestinesi sotto l’egida della Casa Bianca.

Misna - Parlando con al fianco il ministro della Giustizia israeliano, Tzipi Livni, e il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat, Kerry ha annunciato che le parti si rivedranno entro due settimane in Israele o nei Territori Palestinesi per cominicare il processo delle trattative formali”. Il segretario di Stato ha sottolineato che i rappresentanti delle due parti sono accordati affinché “le questioni fondamentali e tutte le altre” siano nell’agenda del negoziato.

“Credo fermamente che i dirigenti, i negoziatori e i cittadini che si impegnano possano fare la pace, per una ragione molto semplice: sono obbligati. La soluzione dei due Stati è la sola strada per risolvere questo conflitto. Non resta molto tempo per arrivarci e non ci sono alternative” ha insistito Kerry che negli ultimi sei mesi si è recato sei volte in Medio Oriente.

Anche Barack Obama, ricevendo, fuori dal suo programma ufficiale, i negoziatori alla Casa Bianca, ha salutato quello che ha definito un “momento promettente” per il Medio Oriente, avvertendo che “c’è ancora molto da fare”.

Dal canto suo il cosiddetto Quartetto – blocco che riunisce Stati Uniti,Russia, Unione Europea e Nazioni Unite – ha rivolto un appello a israeliani e palestinesi affinché “facciano tutto il possibile per promuovere le condizioni che possono condurre al successo del negoziato ed evitare di prendere decisioni che compromettano la fiducia”.