Molti di loro non erano ancora nati quando in via d’Amelio a Palermo Cosa nostra uccise il magistrato Paolo Borsellino, il capo scorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Era il 19 luglio del 1992 ma i giovani non dimenticano. E ieri, dal campo di volontariato dedicato al Medi@ttivismo, in corso a Paganica, in provincia de L’Aquila, i 21 partecipanti hanno ricordato i nomi delle vittime, i ventun anni che li dividono da quella strage e ragionato sul percorso antimafia che da quel giorno si è rafforzato in Italia.
Liberainformazione - Un semplice manifesto, realizzato con pennarelli fra una lezione di comunicazione e l’altra, è stata il loro modo di condividere con il resto del Paese questa giornata di dolore ma anche di impegno. Sotto i nomi delle vittime alcune parole che in questi giorni guidano al campo l’attività di formazione e informazione: “Il secondo campo di medi@ttivismo non dimentica, resta umano e racconta. Era stato Paolo Borsellino, negli ultimi anni della sua vita, a sottolineare l’importanza del ruolo dell’informazione e della formazione affermando: “Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.
Alla fine della giornata, infine, grazie a Tita Raffetti, volontario di Libera Vallecamomica e fra i partecipanti del campo, il ricordo concreto dell’impegno messo in atto dal nord, al centro al sud del Paese dalle tantissime realtà che in Italia sono impegnate nel percorso antimafia e dalle 1600 che danno vita a Libera, come l’associazione disabili Val Camonica. Lo scorso anno, in occasione del ventennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, proprio questa associazione ha attraversato tutta Italia, in bicicletta “A ruota Libera” – come recitava lo slogan dell’iniziativa, per raggiungere Palermo, per unire l’impegno sportivo quotidiano a quello antimafia.
Liberainformazione - Un semplice manifesto, realizzato con pennarelli fra una lezione di comunicazione e l’altra, è stata il loro modo di condividere con il resto del Paese questa giornata di dolore ma anche di impegno. Sotto i nomi delle vittime alcune parole che in questi giorni guidano al campo l’attività di formazione e informazione: “Il secondo campo di medi@ttivismo non dimentica, resta umano e racconta. Era stato Paolo Borsellino, negli ultimi anni della sua vita, a sottolineare l’importanza del ruolo dell’informazione e della formazione affermando: “Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.
Alla fine della giornata, infine, grazie a Tita Raffetti, volontario di Libera Vallecamomica e fra i partecipanti del campo, il ricordo concreto dell’impegno messo in atto dal nord, al centro al sud del Paese dalle tantissime realtà che in Italia sono impegnate nel percorso antimafia e dalle 1600 che danno vita a Libera, come l’associazione disabili Val Camonica. Lo scorso anno, in occasione del ventennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, proprio questa associazione ha attraversato tutta Italia, in bicicletta “A ruota Libera” – come recitava lo slogan dell’iniziativa, per raggiungere Palermo, per unire l’impegno sportivo quotidiano a quello antimafia.
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