Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento di solidarietà promosso dall’Auser, associazione da sempre a sostegno degli anziani, in collaborazione con “Libera Terra”.
Radio Vaticana - Sabato e domenica i volontari dell’Auser distribuiranno in 600 piazze italiane, migliaia di pacchi di spaghetti prodotti sui terreni confiscati alle mafie. Il ricavato della vendita sarà devoluto interamente al Filo d’Argento, il servizio di telefonia sociale che aiuta gli anziani soli. Gea Finelli ha intervistato Enzo Costa, presidente dell’Auser e don Luigi Ciotti, presidente di "Libera": ascolta
R. – L’idea nasce perché siamo convintissimi che il termine solidarietà vada unito a quello della legalità. Non può esistere una società solidale se non rientra – e anche molto in fretta – dentro un concetto di legalità. In questi tempi si parla molto di spesa pubblica, si parla molto di spending review, di tagli al welfare e ci si dimentica, per esempio, che questo è un Paese che ha tassi di evasione che sono stratosferici rispetto ai Paesi civili. E gran parte dell’evasione si sposa con l’illegalità. In una giornata, in cui noi raccogliamo i fondi di sostegno al Filo d’argento, al volontariato, legato alla pasta prodotta nei terreni confiscati alla mafia, questo ha un doppio valore: come diciamo noi nel nostro slogan, “è buona due volte”.
D. – Il “Filo d’argento”, il telefono della solidarietà, è attivo tutti i giorni dell’anno dalle 8.00 alle 20.00; in un anno effettua oltre un milione di interventi di aiuto alla persona e svolge una serie interminabile di servizi …
R. – La nostra attività è fortemente incentrata sugli anziani, ma ci occupiamo di interventi che arrivano direttamente alle singole persone. Sono interventi che non sono di semplice compagnia e basta, ma arrivano alla consegna della spesa a casa, alla consegna di pasti, alla consegna di medicine, all’accompagnare singole persone verso le strutture sanitarie per visite o più semplicemente per terapie. Sono tutte azioni di prossimità.
La lotta alla mafia sembra produrre una catena di solidarietà e di amore infinita, che viaggia da un settore all’altro, come se fare del bene non avesse il potere assoluto di modificare la realtà delle cose, ma sicuramente possedesse quello di innescare un circuito di speranza. Sentiamo don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”:
R. – Questa pasta, che è fatta da chi “non ha le mani in pasta”, cioè da chi vuole dare un contributo al bene comune, una pasta libera: libera da ipoteche, da secondi fini, da additivi fuori legge. E’ la pasta frutto delle cooperative nate sui terreni confiscati alle mafie, nelle quali tanti giovani hanno trovato un lavoro pulito e vero e che vogliono contribuire, nel loro piccolo, a realizzare una società più giusta e solidale dove le mafie, le tante forme di corruzione che la alimentano, non abbiano più spazio. Per questo, il legame con il “Filo d’Argento”, con l’“Auser”, che vuole connettere “Libera Terra” con il progetto che viene portato avanti con l’ “Auser” a sostegno delle persone anziane e sole, ha una profonda ragione d’essere, un profondo bisogno di essere rafforzato. E’ un segno di positività che viaggia da anni, è un modo di dire “noi” perché la speranza ha bisogno di un “noi”: c’è un’assunzione, da parte di tutti, di maggiore coscienza, conoscenza e responsabilità. E non dimentichiamo che quest’anno sono venti anni – il 9 maggio, nella Valle dei Templi – da quando Giovanni Paolo II gridò parole chiare, categoriche, per dire, in sostanza, che il Vangelo è incompatibile con ogni forma di illegalità, di mafia, di corruzione.
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D. – Il “Filo d’argento”, il telefono della solidarietà, è attivo tutti i giorni dell’anno dalle 8.00 alle 20.00; in un anno effettua oltre un milione di interventi di aiuto alla persona e svolge una serie interminabile di servizi …
R. – La nostra attività è fortemente incentrata sugli anziani, ma ci occupiamo di interventi che arrivano direttamente alle singole persone. Sono interventi che non sono di semplice compagnia e basta, ma arrivano alla consegna della spesa a casa, alla consegna di pasti, alla consegna di medicine, all’accompagnare singole persone verso le strutture sanitarie per visite o più semplicemente per terapie. Sono tutte azioni di prossimità.
La lotta alla mafia sembra produrre una catena di solidarietà e di amore infinita, che viaggia da un settore all’altro, come se fare del bene non avesse il potere assoluto di modificare la realtà delle cose, ma sicuramente possedesse quello di innescare un circuito di speranza. Sentiamo don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”:
R. – Questa pasta, che è fatta da chi “non ha le mani in pasta”, cioè da chi vuole dare un contributo al bene comune, una pasta libera: libera da ipoteche, da secondi fini, da additivi fuori legge. E’ la pasta frutto delle cooperative nate sui terreni confiscati alle mafie, nelle quali tanti giovani hanno trovato un lavoro pulito e vero e che vogliono contribuire, nel loro piccolo, a realizzare una società più giusta e solidale dove le mafie, le tante forme di corruzione che la alimentano, non abbiano più spazio. Per questo, il legame con il “Filo d’Argento”, con l’“Auser”, che vuole connettere “Libera Terra” con il progetto che viene portato avanti con l’ “Auser” a sostegno delle persone anziane e sole, ha una profonda ragione d’essere, un profondo bisogno di essere rafforzato. E’ un segno di positività che viaggia da anni, è un modo di dire “noi” perché la speranza ha bisogno di un “noi”: c’è un’assunzione, da parte di tutti, di maggiore coscienza, conoscenza e responsabilità. E non dimentichiamo che quest’anno sono venti anni – il 9 maggio, nella Valle dei Templi – da quando Giovanni Paolo II gridò parole chiare, categoriche, per dire, in sostanza, che il Vangelo è incompatibile con ogni forma di illegalità, di mafia, di corruzione.
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