giovedì, maggio 23, 2013
Possono i social media influenzare le scelte politiche della popolazione? L'incontro-dibattito svoltosi ieri presso il CNR di Pisa ha cercato di rispondere a questa domanda.

Si è svolto ieri presso il CNR di Pisa l'incontro-dibattito sul tema quanto mai attuale ‘Le elezioni politiche ai tempi dei social media’. L'incontro si colloca nell'ambito del programma ‘Areaperta’. “Areaperta, ormai giunto alla sua quarta edizione – spiega il direttore dell'area del CNR di Pisa Domenico Laforenza - è uno strumento utile anche per far conoscere meglio il CNR di Pisa nel suo territorio di appartenenza”. A portare avanti la discussione Maurizio Tesconi, ricercatore presso lo stesso CNR, e Roberta Bracciale, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa. Filo conduttore di tutto l'incontro è stato l'influenza che i social media, quali Facebook e Twitter, possono avere sulle scelte politiche.

Dalla discussione è emerso che sebbene in Italia Facebook sia più diffuso di Twitter (23,3 milioni di utenti contro 4 milioni di utenti attivi), durante le ultime elezioni politiche nazionali tutti i giornali e i siti di analisi del social network hanno di fatto analizzato solamente il comportamento degli utenti su Twitter. Ma perché questa scelta da parte dei giornali? Probabilmente perché le elite presenti su Twitter sono in grado di influenzare maggiormente l'opinione pubblica.

Ma quali sono gli utenti di Twitter? “Su Twitter – spiega Bracciale – sono presenti due categorie di utenti: le Twitter stars, cioè coloro che di solito sono personaggi famosi anche nella vita reale (cantanti, politici, giornalisti ecc) e i giovanissimi (tra i 14 e i 34 anni), che di solito appartengono ad un'elite culturale e che guidano le timeline dei temi del momento. Se consideriamo che la maggior parte della popolazione italiana ha un'età superiore ai 44 anni, allora sembrerebbe che Twitter non fosse in grado di influenzare le scelte politiche dell'intera popolazione. In realtà, il discorso è più complesso, in quanto – spiega ancora Bracciale – i social media interpretano fatti che poi vengono ripresi dalla televisione. Questo significa che il contenuto di Twitter non si diffonde solo su Twitter, ma anche nella televisione, che praticamente ha una diffusione del 100%. E questo è l'effetto predittivo dei social media: essi possono guidare il dibattito politico”.

“Il problema però è molto più complesso di quanto sembri, in quanto – spiega Tesconi – esistono meccanismi poco ortodossi per aumentare la propria visibilità sui social media. Per esempio, è possibile acquistare su Internet un certo numero di falsi follower, cioè di persone che seguono il proprio profilo: alla modica cifra di 20 euro, si possono acquistare ben 5.000 follower! Ad aggravare la situazione – aggiunge ancora Tesconi - vi sono profili Twitter che hanno un comportamento anomalo: vi sono centinaia di profili gestiti da software ma con comportamenti molto simili ad umani (di solito fanno citazioni di frasi di filosofi o personaggi importanti) che simultaneamente condividono dei tweet per aumentare l’engagement del personaggio famoso di turno”.

In occasione dell'incontro Tesconi ha presentato anche l'ultima versione di SocialTrends, l'auditel dei social media lanciata lo scorso anno: una piattaforma per l'analisi dell'engagement dei personaggi famosi sui principali social media (Facebook, Twitter e YouTube).

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