lunedì, maggio 20, 2013
Il governo “continui a valutare gli strumenti di dialogo più efficaci per riportare il paese alla normalità”.

Misna - Lo hanno chiesto i vescovi cattolici della Nigeria, al termine di un incontro di preghiera che si è tenuto dopo l’entrata in vigore di uno stato di emergenza nelle regioni nord-orientali roccaforte di Boko Haram. In un documento diffuso ad Abuja al termine dell’iniziativa, intitolato “Salvare la Nigeria dal crollo”, i vescovi affermano di aver assistito negli ultimi due anni “a un’escalation di violenza e criminalità senza precedenti”. “Un semplice scontro tra forze di sicurezza e membri della setta islamica nota comunemente come Boko Haram – scrivono i religiosi – è sfociato in quella che, nel modo più ottimistico, può essere definita una guerra di bassa intensità”.

Nel testo si esprime la speranza che le misure straordinarie introdotte dal governo negli Stati di Borno, Yobe e Adamawa “raggiungano gli obiettivi auspicati”.
Allo stesso tempo, i vescovi non bocciano in linea di principio l’idea di un’amnistia nei confronti di membri o ex membri di Boko Haram. “Una vera amnistia – sottolineano – dovrebbe significare perdonare i militanti pentiti e non placare i criminali e i loro sostenitori perché stiano tranquilli”.

Nel documento, d’altra parte, si stabilisce una relazione tra Boko Haram e problemi che ormai da decenni condizionano lo sviluppo economico e sociale. “È chiaro – scrivono i vescovi – che il nostro paese sta vivendo gli effetti cumulati e l’impatto corrosivo della corruzione; se i nostri leader politici non troveranno il coraggio di utilizzare le istituzioni dello Stato per combatterla, questo mostro divorerà la nazione intera”.


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