Breve omelia di Papa Francesco durante la celebrazione presieduta ieri presso la Casa Santa Marta
Radio Vaticana - Lo stupore dell’incontro con Cristo è stato al centro della breve omelia di Papa Francesco durante la Messa presieduta ieri presso la Casa Santa Marta. Hanno partecipato alla celebrazione i dipendenti della Tipografia vaticana. Al termine della Messa, il Papa, com'è sua abitudine, si è raccolto in preghiera tra gli ultimi banchi della cappellina della Domus. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Le letture del Giovedì nell’Ottava di Pasqua ci parlano dello stupore: lo stupore della folla per la guarigione dello storpio
operata da San Pietro in nome di Cristo e lo stupore dei discepoli di fronte all’apparizione di Gesù risorto.
“Lo stupore – afferma il Papa - è una grazia grande, è la grazia che Dio ci dà nell’incontro con Gesù Cristo. E’ qualcosa che fa sì che noi siamo un po’ fuori di noi per la gioia … non è un mero entusiasmo”, come quello dei tifosi “quando vince la loro squadra”, ma “è una cosa più profonda”. E’ fare l’esperienza interiore di incontrare Gesù vivo e pensare che non sia possibile: “Ma il Signore ci fa capire che è la realtà. E’ bellissimo!”.
“Forse – ha proseguito il Pontefice - è più comune l’esperienza contraria, quella che la debolezza umana e anche le malattie mentali, o il diavolo, fanno credere che i fantasmi, le fantasie, siano la realtà: quello non è di Dio. Di Dio è questa gioia tanto grande che non la si può credere. E noi pensiamo: ‘No, questo non è reale!’. Questo è del Signore. Questo stupore è l’inizio dello stato abituale del cristiano”.
Certo – ha osservato il Papa – “non possiamo vivere sempre nello stupore. No, davvero, non si può. Ma è l’inizio. Poi, questo stupore lascia l’impronta nell’anima e la consolazione spirituale”. E’ la consolazione di chi ha incontrato Gesù Cristo.
Dopo lo stupore, dunque, c’è la consolazione spirituale e alla fine, “ultimo scalino”, c’è la pace. “Sempre, un cristiano – ha sottolineato Papa Francesco - anche nelle prove più dolorose, non perde la pace e la presenza di Gesù” e “con un po’ di coraggio” può pregare: “Signore, dammi questa grazia che è l’impronta dell’incontro con te: la consolazione spirituale” e la pace. Una pace che non si può perdere perché “non è nostra”, è del Signore: la vera pace “non si vende né si compra. E’ un dono di Dio”, perciò – conclude il Papa - “chiediamo la grazia della consolazione spirituale e della pace spirituale, che incomincia con questo stupore di gioia nell’incontro con Gesù Cristo. Così sia”.
Radio Vaticana - Lo stupore dell’incontro con Cristo è stato al centro della breve omelia di Papa Francesco durante la Messa presieduta ieri presso la Casa Santa Marta. Hanno partecipato alla celebrazione i dipendenti della Tipografia vaticana. Al termine della Messa, il Papa, com'è sua abitudine, si è raccolto in preghiera tra gli ultimi banchi della cappellina della Domus. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Le letture del Giovedì nell’Ottava di Pasqua ci parlano dello stupore: lo stupore della folla per la guarigione dello storpio
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“Lo stupore – afferma il Papa - è una grazia grande, è la grazia che Dio ci dà nell’incontro con Gesù Cristo. E’ qualcosa che fa sì che noi siamo un po’ fuori di noi per la gioia … non è un mero entusiasmo”, come quello dei tifosi “quando vince la loro squadra”, ma “è una cosa più profonda”. E’ fare l’esperienza interiore di incontrare Gesù vivo e pensare che non sia possibile: “Ma il Signore ci fa capire che è la realtà. E’ bellissimo!”.
“Forse – ha proseguito il Pontefice - è più comune l’esperienza contraria, quella che la debolezza umana e anche le malattie mentali, o il diavolo, fanno credere che i fantasmi, le fantasie, siano la realtà: quello non è di Dio. Di Dio è questa gioia tanto grande che non la si può credere. E noi pensiamo: ‘No, questo non è reale!’. Questo è del Signore. Questo stupore è l’inizio dello stato abituale del cristiano”.
Certo – ha osservato il Papa – “non possiamo vivere sempre nello stupore. No, davvero, non si può. Ma è l’inizio. Poi, questo stupore lascia l’impronta nell’anima e la consolazione spirituale”. E’ la consolazione di chi ha incontrato Gesù Cristo.
Dopo lo stupore, dunque, c’è la consolazione spirituale e alla fine, “ultimo scalino”, c’è la pace. “Sempre, un cristiano – ha sottolineato Papa Francesco - anche nelle prove più dolorose, non perde la pace e la presenza di Gesù” e “con un po’ di coraggio” può pregare: “Signore, dammi questa grazia che è l’impronta dell’incontro con te: la consolazione spirituale” e la pace. Una pace che non si può perdere perché “non è nostra”, è del Signore: la vera pace “non si vende né si compra. E’ un dono di Dio”, perciò – conclude il Papa - “chiediamo la grazia della consolazione spirituale e della pace spirituale, che incomincia con questo stupore di gioia nell’incontro con Gesù Cristo. Così sia”.
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