La comunità internazionale mostra preoccupazione per l’atteggiamento della Corea del Nord e per il timore di un test nucleare dopo lo spostamento di un missile a medio raggio sulla costa orientale del Paese. Intanto gli Stati Uniti abbassano i toni del confronto ma schierano i loro mezzi di difesa. Benedetta Capelli.
Radio Vaticana - “Allarmanti e preoccupanti” così il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon definisce le ultime notizie provenienti dalla Corea del Nord. A Pyongyang Ban ha chiesto di mettere fine alle minacce nucleari contro la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Ieri le autorità nordcoreane avrebbero spostato un missile a medio raggio sulla costa orientale e, secondo Seul, potrebbe essere impiegato per un test nucleare. In risposta la Difesa americana, dopo aver rafforzato la base di Guam nel Pacifico
e allertato i suoi 30mila soldati, ha schierato altri sistemi antimissili davanti le acque sudcoreane. Manovre che dimostrano come Washington stia prendendo sul serio le minacce di Kim Jong-un. Precauzioni necessarie – ha sottolineato la Casa Bianca – mentre il presidente Obama è costantemente aggiornato. Intanto in tutte le cancellerie c’è preoccupazione, ieri la Russia ha definito ''inaccettabile'' il mancato rispetto di Pyongyang delle posizioni dell’Onu sulla non proliferazione. Un rilancio del negoziato è l’auspicio dell’Iran che proprio oggi discuterà del suo programma nucleare nei colloqui in corso in Kazakhstan con i rappresentanti del gruppo 5+1. Critica anche la Cina che ha messo in allerta il suo esercito, decidendo in questo modo di marcare la distanza con la Corea del Nord, una posizione che potrebbe invece avvicinarla alla Corea del Sud come sottolinea,al microfono di Salvatore Sabatino, Francesco Sisci, corrispondente da Pechino per "Il Sole 24 Ore":
Quello che noi abbiamo visto in atto negli ultimi anni è un forte riavvicinamento tra Pechino e Seul, che operano molto in sintonia sia sulla questione nordcoreana ma, e questo è l’altro elemento forse più interessante, anche sulla questione giapponese. Infatti, questo è stato il teatro del riavvicinamento più importante perché sia Pechino che Seul avevano un’agenda simile, l’una con la questione delle isole Senkaku, l’altra con le isole Takeshima entrambe contese con Tokyo.
Radio Vaticana - “Allarmanti e preoccupanti” così il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon definisce le ultime notizie provenienti dalla Corea del Nord. A Pyongyang Ban ha chiesto di mettere fine alle minacce nucleari contro la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Ieri le autorità nordcoreane avrebbero spostato un missile a medio raggio sulla costa orientale e, secondo Seul, potrebbe essere impiegato per un test nucleare. In risposta la Difesa americana, dopo aver rafforzato la base di Guam nel Pacifico
e allertato i suoi 30mila soldati, ha schierato altri sistemi antimissili davanti le acque sudcoreane. Manovre che dimostrano come Washington stia prendendo sul serio le minacce di Kim Jong-un. Precauzioni necessarie – ha sottolineato la Casa Bianca – mentre il presidente Obama è costantemente aggiornato. Intanto in tutte le cancellerie c’è preoccupazione, ieri la Russia ha definito ''inaccettabile'' il mancato rispetto di Pyongyang delle posizioni dell’Onu sulla non proliferazione. Un rilancio del negoziato è l’auspicio dell’Iran che proprio oggi discuterà del suo programma nucleare nei colloqui in corso in Kazakhstan con i rappresentanti del gruppo 5+1. Critica anche la Cina che ha messo in allerta il suo esercito, decidendo in questo modo di marcare la distanza con la Corea del Nord, una posizione che potrebbe invece avvicinarla alla Corea del Sud come sottolinea,al microfono di Salvatore Sabatino, Francesco Sisci, corrispondente da Pechino per "Il Sole 24 Ore":
Quello che noi abbiamo visto in atto negli ultimi anni è un forte riavvicinamento tra Pechino e Seul, che operano molto in sintonia sia sulla questione nordcoreana ma, e questo è l’altro elemento forse più interessante, anche sulla questione giapponese. Infatti, questo è stato il teatro del riavvicinamento più importante perché sia Pechino che Seul avevano un’agenda simile, l’una con la questione delle isole Senkaku, l’altra con le isole Takeshima entrambe contese con Tokyo.
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