Stanotte Kobe Bryant, star dei Los Angeles Lakers, si è rotto il tendine d’Achille e potrebbe anche finire qui la sua splendida carriera. Un personaggio da amare o da odiare, ma che sicuramente tutti gli appassionati di sport non possono che ammirare
di Fabio Vitucci
Questa immagine esprime forse tutta la forza e la voglia di vincere di Kobe Bryant, il più grande giocatore di basket dell’era post-Jordan: nelle fasi finale dell’importante match con Golden State, Kobe in penetrazione crolla a terra con il tendine d’Achille rotto, ma dopo le brevi cure dei medici torna in lunetta e infila due tiri liberi fondamentali; solo dopo va a sedersi in panchina. Proprio la voglia di vincere del campione americano ha caratterizzato tutta la sua carriera, vissuta sempre all’inseguimento del mito di Michael Jordan, che ha idolatrato da piccolo e che ha sempre cercato di imitare in campo. E così sono arrivati 5 anelli NBA e una spaventosa serie di record e di riconoscimenti personali.
Ancora oggi, a 34 anni, KB24 stava lottando per portare i suoi Lakers ai playoff, giocando anche 48’ minuti a sera, nonostante una serie di infortuni (a gomito e polpaccio) che avrebbero messo ko quasi tutti i giocatori NBA: la sua tenacia e la sua forza mentale e fisica facevano paura anche in una Lega di super-atleti come quella americana. Ma è stata soprattutto una grande classe a caratterizzare i suoi 17 anni di carriera: da quando è entrato in NBA, direttamente dal college e dopo un’infanzia in Italia per seguire il padre giocatore (il suo italiano è ancora perfetto), Kobe non ha mai smesso di migliorare ed è diventato una leggenda del basket a stelle e strisce e del basket mondiale, osannato in ogni angolo del pianeta.
Sul suo modo di intendere il basket si può discutere: per molti è troppo spesso un giocatore egoista, alla lunga la sua leadership può essere logorante per i compagni di squadra, i suoi one-man-show gli hanno spesso creato dei nemici. Ma le tante vittorie e gli svariati record parlano per lui, così come le belle parole che ogni suo ex-allenatore o ex-compagno di squadra gli tributano in ogni occasione: una mente geniale per il gioco, una preparazione maniacale del suo fisico, una voglia di vincere come nessuno.
Oggi che la sua carriera è in pericolo (si diceva già che la prossima stagione potesse essere l’ultima, e questo infortunio potrebbe tenerlo fuori anche per 18 mesi!), tutto il mondo dello sport si inchina a questo grandissimo campione, che però ha subito dichiarato di non volersi arrendere e di voler tornare in campo. In ogni caso, quello che ha fatto sui campi di basket ha davvero dell’incredibile, e per questo non resta che dirgli: “Grazie Kobe, sei un mito!”.
di Fabio Vitucci
Questa immagine esprime forse tutta la forza e la voglia di vincere di Kobe Bryant, il più grande giocatore di basket dell’era post-Jordan: nelle fasi finale dell’importante match con Golden State, Kobe in penetrazione crolla a terra con il tendine d’Achille rotto, ma dopo le brevi cure dei medici torna in lunetta e infila due tiri liberi fondamentali; solo dopo va a sedersi in panchina. Proprio la voglia di vincere del campione americano ha caratterizzato tutta la sua carriera, vissuta sempre all’inseguimento del mito di Michael Jordan, che ha idolatrato da piccolo e che ha sempre cercato di imitare in campo. E così sono arrivati 5 anelli NBA e una spaventosa serie di record e di riconoscimenti personali.
Ancora oggi, a 34 anni, KB24 stava lottando per portare i suoi Lakers ai playoff, giocando anche 48’ minuti a sera, nonostante una serie di infortuni (a gomito e polpaccio) che avrebbero messo ko quasi tutti i giocatori NBA: la sua tenacia e la sua forza mentale e fisica facevano paura anche in una Lega di super-atleti come quella americana. Ma è stata soprattutto una grande classe a caratterizzare i suoi 17 anni di carriera: da quando è entrato in NBA, direttamente dal college e dopo un’infanzia in Italia per seguire il padre giocatore (il suo italiano è ancora perfetto), Kobe non ha mai smesso di migliorare ed è diventato una leggenda del basket a stelle e strisce e del basket mondiale, osannato in ogni angolo del pianeta.
Sul suo modo di intendere il basket si può discutere: per molti è troppo spesso un giocatore egoista, alla lunga la sua leadership può essere logorante per i compagni di squadra, i suoi one-man-show gli hanno spesso creato dei nemici. Ma le tante vittorie e gli svariati record parlano per lui, così come le belle parole che ogni suo ex-allenatore o ex-compagno di squadra gli tributano in ogni occasione: una mente geniale per il gioco, una preparazione maniacale del suo fisico, una voglia di vincere come nessuno.
Oggi che la sua carriera è in pericolo (si diceva già che la prossima stagione potesse essere l’ultima, e questo infortunio potrebbe tenerlo fuori anche per 18 mesi!), tutto il mondo dello sport si inchina a questo grandissimo campione, che però ha subito dichiarato di non volersi arrendere e di voler tornare in campo. In ogni caso, quello che ha fatto sui campi di basket ha davvero dell’incredibile, e per questo non resta che dirgli: “Grazie Kobe, sei un mito!”.
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