Come da prassi il premier incaricato, il ventiseiesimo della storia repubblicana, ha accettato con riserva: la scioglierà domani, dopo un breve giro di consultazioni con i partiti. Poi scelta dei ministri (solo una dozzina) e presentazione alle Camere.
Città Nuova - «Governo di servizio al Paese». Così lo definisce il premier incaricato. Affermazione ultronea, perché tutti i governi che altro dovrebbero fare se non essere finalizzati a servire il Paese? Per i maligni, solo un lapsus freudiano da cui traspare che a volte i governi potrebbero essere stati al servizio di altre realtà (i partiti di riferimento, ad esempio?). Napolitano dice di aver compiuto la sua scelta liberamente senza alcuna condizione posta da parte dei partiti. Piccola bugia: in realtà Berlusconi aveva posto il veto sul nome di Renzi, e Maroni su quello di Amato, e quindi della terna in ballo era rimasto in piedi solo il nome di Letta. Ad excludendos alios. «Non ci sono alternative – afferma infatti il capo dello Stato – e confido nel suo successo».
L’identikit. Enrico Letta, delfino di Bersani, è vicesegretario nazionale del Pd dal 2009. Il capo dello Stato ne ha sottolineato la giovane età (compirà 47 anni il 20 agosto, la stessa età che aveva Aldo Moro quando fu premier nel 1963). È il terzo presidente del Consiglio incaricato più giovane della storia repubblicana, dopo Giovanni Goria che nel 1987 aveva 43 anni, e Amintore Fanfani che nel 1954 ne contava 45.
Giovane, sì, ma non solo. Napolitano ci tiene a fugare subito il sospetto di una scelta di natura meramente giovanilistica, citando, nel profilo di Letta, anche la lunga esperienza politico-istituzionale da lui maturata, essendo stato, ad esempio, anche ministro delle Politiche comunitarie nel primo governo D’Alema del 1998, quando di anni ne aveva solo 32 (e per questo detiene ancora il record di ministro più giovane della nostra Repubblica) e, successivamente ministro dell’Industria sia nel secondo governo D’Alema che nel secondo governo Amato, nonché sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio del secondo governo Prodi. È stato anche deputato alla Camera per quattro legislature (dalla XIV alla XVII) ed eurodeputato (elezioni del 2004). Insomma: giovane sì, ma non proprio di primo pelo politico.
Le priorità indicate da Letta. Il premier incaricato detta anche alcuni temi prioritari dell’agenda di governo:«Riforme istituzionali per ridurre il numero dei parlamentari, cambiare il bicameralismo e una nuova legge elettorale. L’obiettivo è anche quello di moralizzare la vita pubblica del Paese che ha bisogno di nuova linfa». E anche attenzione massima al lavoro e alla ripresa economica. Aspettiamo con trepidazione il voto di fiducia delle due Camere. Assieme al resto del Paese.
Città Nuova - «Governo di servizio al Paese». Così lo definisce il premier incaricato. Affermazione ultronea, perché tutti i governi che altro dovrebbero fare se non essere finalizzati a servire il Paese? Per i maligni, solo un lapsus freudiano da cui traspare che a volte i governi potrebbero essere stati al servizio di altre realtà (i partiti di riferimento, ad esempio?). Napolitano dice di aver compiuto la sua scelta liberamente senza alcuna condizione posta da parte dei partiti. Piccola bugia: in realtà Berlusconi aveva posto il veto sul nome di Renzi, e Maroni su quello di Amato, e quindi della terna in ballo era rimasto in piedi solo il nome di Letta. Ad excludendos alios. «Non ci sono alternative – afferma infatti il capo dello Stato – e confido nel suo successo».
L’identikit. Enrico Letta, delfino di Bersani, è vicesegretario nazionale del Pd dal 2009. Il capo dello Stato ne ha sottolineato la giovane età (compirà 47 anni il 20 agosto, la stessa età che aveva Aldo Moro quando fu premier nel 1963). È il terzo presidente del Consiglio incaricato più giovane della storia repubblicana, dopo Giovanni Goria che nel 1987 aveva 43 anni, e Amintore Fanfani che nel 1954 ne contava 45.
Giovane, sì, ma non solo. Napolitano ci tiene a fugare subito il sospetto di una scelta di natura meramente giovanilistica, citando, nel profilo di Letta, anche la lunga esperienza politico-istituzionale da lui maturata, essendo stato, ad esempio, anche ministro delle Politiche comunitarie nel primo governo D’Alema del 1998, quando di anni ne aveva solo 32 (e per questo detiene ancora il record di ministro più giovane della nostra Repubblica) e, successivamente ministro dell’Industria sia nel secondo governo D’Alema che nel secondo governo Amato, nonché sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio del secondo governo Prodi. È stato anche deputato alla Camera per quattro legislature (dalla XIV alla XVII) ed eurodeputato (elezioni del 2004). Insomma: giovane sì, ma non proprio di primo pelo politico.
Le priorità indicate da Letta. Il premier incaricato detta anche alcuni temi prioritari dell’agenda di governo:«Riforme istituzionali per ridurre il numero dei parlamentari, cambiare il bicameralismo e una nuova legge elettorale. L’obiettivo è anche quello di moralizzare la vita pubblica del Paese che ha bisogno di nuova linfa». E anche attenzione massima al lavoro e alla ripresa economica. Aspettiamo con trepidazione il voto di fiducia delle due Camere. Assieme al resto del Paese.
Marco Fattuzzo
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