Lettera aperta al nuovo Guardasigilli da parte del nostro Giacomo Salvini
Gentilissima Anna Maria Cancellieri,
dopo l’anno e mezzo passato al Viminale, Enrico Letta ha deciso di premiarla. E’ stato l’unico ministro del governo dei sobrissimi tecnici ad essere stato riconfermato. Probabilmente, pensiamo noi, perché non si è fatta notare per qualche particolare errore, improvvida uscita o gaffe, diversamente da molti dei suoi colleghi. Il nuovo premier sabato scorso ha deciso di proclamarla “guardasigilli” perché in effetti mandare Alfano in via dell’Arenula sembrava davvero troppo. Così ora dovrà gestire uno dei più importanti ministeri del nostro paese. Le auguriamo buona fortuna anche se fare peggio dei suoi ultimi predecessori sembra pressochè impossibile.
Ci permettiamo di scriverle per ricordarle (se mai se lo fosse dimenticato) che il primo dei suoi impegni dovrà essere quello di fare una legge anti-corruzione. Non di “migliorarla”, “ampliarla”, “modificarla”, ma di riscriverla da cima a fondo perché quella che ha ottenuto la fiducia delle Camere lo scorso 31 ottobre, presentata dalla sua collega Severino, sembrava una legge, più che anti-,pro-corruzione.
Infatti grazie all’articolo 13 della norma è nato il reato di “concussione per induzione”: cioè i tangentari dovranno stare attenti a non chiedere le mazzette agli imprenditori minacciandoli con la pistola puntata alla tempia ma con gentilezza, quasi con affetto. Così diventa “induzione” e il reato è punito non più fino a 12, ma fino a 8 anni e la prescrizione scatta prima (non più a 15 ma a 10 anni).
La legge in vigore attualmente non punisce l’autoriciclaggio. Infatti se un tangentaro, acquisito il bottino, vuole reinvestirlo basta che si ricordi di far fruttare il denaro da solo in attività lecite e non se lo faccia reinvestire da un altro; così non commetterà reato.
Nella nuova legge non è stato ripristinato il reato di “falso in bilancio”, depenalizzato dal Cavaliere con la legge n.262 del 2005. Per pagare le mazzette, un tangentaro deve fare fondi neri, quindi falsificare il bilancio (commettere frode contabile). Falsificando il bilancio si evade il fisco ed è per questo che siamo uno dei pochissimi paesi in cui non trovi nemmeno un evasore in cella mentre le carceri degli altri paesi pullulano di white collar.
Nessuna traccia del famoso reato di “voto di scambio politico-mafioso”, a meno che un politico chiedendo voti ad un boss lo paghi in denaro; ma tutti sanno che quando vengono chiesti i voti ai corleonesi o ai casalesi, questi non vogliono la grana ma favori; e questo non è reato.
Probabilmente la legge presentata in ottobre dalla sua collega Severino non era proprio l’idea di norma che aveva in mente, almeno speriamo. Durante la campagna elettorale tutti i partiti, o quasi, si pulivano la bocca criticando la legge anti-corruzione e ci è sorta spontanea una domanda: “In Parlamento a votarla c’erano dei prestanome o eravate proprio voi?”.
Certo, lei non si trova in una situzione invidiabile… dovrà presentare la legge ad un governo partorito dal più grande inciucio della storia repubblicana, e in più dovrà farla votare da un parlamento formato anche da 116 tra indagati e condannati… Insomma, gentilissima ministra, è arrivato il suo momento: non ci deluda. Si faccia la legge e via con le manette e le mani in tasca a concussori, evasori, mafiosi, corruttori e corrotti.
Sperando che gliela facciano fare senza linciarla prima.
Gentilissima Anna Maria Cancellieri,
dopo l’anno e mezzo passato al Viminale, Enrico Letta ha deciso di premiarla. E’ stato l’unico ministro del governo dei sobrissimi tecnici ad essere stato riconfermato. Probabilmente, pensiamo noi, perché non si è fatta notare per qualche particolare errore, improvvida uscita o gaffe, diversamente da molti dei suoi colleghi. Il nuovo premier sabato scorso ha deciso di proclamarla “guardasigilli” perché in effetti mandare Alfano in via dell’Arenula sembrava davvero troppo. Così ora dovrà gestire uno dei più importanti ministeri del nostro paese. Le auguriamo buona fortuna anche se fare peggio dei suoi ultimi predecessori sembra pressochè impossibile.
Ci permettiamo di scriverle per ricordarle (se mai se lo fosse dimenticato) che il primo dei suoi impegni dovrà essere quello di fare una legge anti-corruzione. Non di “migliorarla”, “ampliarla”, “modificarla”, ma di riscriverla da cima a fondo perché quella che ha ottenuto la fiducia delle Camere lo scorso 31 ottobre, presentata dalla sua collega Severino, sembrava una legge, più che anti-,pro-corruzione.
Infatti grazie all’articolo 13 della norma è nato il reato di “concussione per induzione”: cioè i tangentari dovranno stare attenti a non chiedere le mazzette agli imprenditori minacciandoli con la pistola puntata alla tempia ma con gentilezza, quasi con affetto. Così diventa “induzione” e il reato è punito non più fino a 12, ma fino a 8 anni e la prescrizione scatta prima (non più a 15 ma a 10 anni).
La legge in vigore attualmente non punisce l’autoriciclaggio. Infatti se un tangentaro, acquisito il bottino, vuole reinvestirlo basta che si ricordi di far fruttare il denaro da solo in attività lecite e non se lo faccia reinvestire da un altro; così non commetterà reato.
Nella nuova legge non è stato ripristinato il reato di “falso in bilancio”, depenalizzato dal Cavaliere con la legge n.262 del 2005. Per pagare le mazzette, un tangentaro deve fare fondi neri, quindi falsificare il bilancio (commettere frode contabile). Falsificando il bilancio si evade il fisco ed è per questo che siamo uno dei pochissimi paesi in cui non trovi nemmeno un evasore in cella mentre le carceri degli altri paesi pullulano di white collar.
Nessuna traccia del famoso reato di “voto di scambio politico-mafioso”, a meno che un politico chiedendo voti ad un boss lo paghi in denaro; ma tutti sanno che quando vengono chiesti i voti ai corleonesi o ai casalesi, questi non vogliono la grana ma favori; e questo non è reato.
Probabilmente la legge presentata in ottobre dalla sua collega Severino non era proprio l’idea di norma che aveva in mente, almeno speriamo. Durante la campagna elettorale tutti i partiti, o quasi, si pulivano la bocca criticando la legge anti-corruzione e ci è sorta spontanea una domanda: “In Parlamento a votarla c’erano dei prestanome o eravate proprio voi?”.
Certo, lei non si trova in una situzione invidiabile… dovrà presentare la legge ad un governo partorito dal più grande inciucio della storia repubblicana, e in più dovrà farla votare da un parlamento formato anche da 116 tra indagati e condannati… Insomma, gentilissima ministra, è arrivato il suo momento: non ci deluda. Si faccia la legge e via con le manette e le mani in tasca a concussori, evasori, mafiosi, corruttori e corrotti.
Sperando che gliela facciano fare senza linciarla prima.
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