martedì, marzo 26, 2013
Il ministro Terzi si dimette e riferisce alla Camera: “Voglio salvare l’onore del Paese, la Farnesina non ha agito in modo autonomo trattenendoli in Italia”. Domani anche il premier Monti parlerà alla Camera e al Senato e si dice stupito dal ministro Terzi e dalla sua decisone di dimettersi.

di Silvio Foini

Di seguito riportiamo le parole con cui il ministro ha dato l’annuncio delle dimissioni: “Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India. Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra”. E ha anche precisato: “Da ministro ho espresso serie riserve alla repentina decisione di trasferire in India il 22 marzo i due militari, ma la mia voce è rimasta inascoltata. Mi dimetto perché solidale in modo completo con i nostri marò e con le loro famiglie”. Poi ha proseguito: “Ho atteso fino a oggi perché volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranità popolare ed è risibile e strumentale pensare che la Farnesina abbia agito autonomamente”.

E’ opinione dell’ormai ex-titolare della Farnesina che l’accusa nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sia mai davvero stata suffragata da prove e testimonianze attendibili. Sulla vicenda Terzi ha precisato di aver fornito informazioni sugli aspetti critici del negoziato con l’India a tutte le autorità di governo, d’accordo sulla decisione di trattenere in Italia i marò con approvazione ufficiale in data 8 marzo.

La dimissioni del ministro hanno creato stupore soprattutto nell’esecutivo Monti. Il Premier per primo sottolinea come le valutazioni espresse alla Camera dal Ministro non sono condivise dal Governo, come dichiarato anche dal ministro Di Paola. Monti incontrerà a breve il Presidente della Repubblica, che ha definito irrituali le dimissioni del titolare della Farnesina, delle quali non era stato avvisato in precedenza. Questa mattina, prima del suo intervento in Parlamento sulla vicenda dei marò, secondo alcune fonti, Terzi avrebbe concordato con Quirinale e Palazzo Chigi una versione del discorso differente da quella poi effettivamente pronunciata. In particolare, nella versione concordata non ci sarebbe stato il passaggio in cui Terzi sostiene di essere stato contrario a rimandare in India i marò.

Nel corso del dibattito erano presenti in aula le mogli dei due fucilieri. La moglie di Salvatore Girone ha sfogato la propria giusta rabbia verso l’emiciclo gridando disperata: “Riportate a casa mio marito”. Intanto il presidente della Repubblica ha conferito al presidente Monti l’incarico ad interim di Ministro degli Esteri.

Ora, come del resto era prevedibile, assistiamo al solito gioco dello scaricabarile, gioco in cui tutti i nostri “signori” politici sono maestri. Peccato che i nostri due ragazzi siano costretti a rimanere in India attendendo che qualcuno in Italia si ricordi che nulla può valere più della dignità di un popolo. Un popolo che sino ad ora ha saputo sopportare tutto... ma questa potrebbe essere davvero la classica goccia che fa traboccare il vaso!

Sono presenti 4 commenti

Anonimo ha detto...

Sempre i soliti fregnoni: intanto i nostri raggazzi devono stare lontani dalle famiglie! Buona Pasqua fucilieri e con tanta ammirazione. Con tanta pena per coloro che vi hanno rimandato via!

Anonimo ha detto...

Adesso che fanno? Piangono, s'incolpano a vicenda,("Tu li hai rimandati in india!" "No, tu!") si dimettono... Bisognerebbe che l'esercito si rivoltasse - e potrebbe farlo! - e IMPONESSE il ritorno in Patria dei due militari. I marò devono essere processati in Italia, dal momento il fatto è stato commesso a bordo di una nave che innalzava la nostra bandiera, e quindi in territorio Italiano. F.

Anonimo ha detto...

mi unisco al commento precedente. Deve intervenire l'esercito o lo fanno passare per scemo anche lui.
Filiberto

Anonimo ha detto...

E' accaduta la stessa storia con una nave tedesca: vedremo cosa farà l'India

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