Il discorso dai toni alti di Simon Peres al Parlamento europeo. L’Europa insiste sul diritto dei due popoli a vivere con dignitá e pace
Il presidente israeliano Simon Peres, in un suo discorso ieri al Parlamento Europeo, parlando della situazione dei paesi del medio-oriente afferma che l’idea di due stati per due nazioni é l’unica soluzione possibile del conflitto tra Israele e la Palestina, auspicando la ripresa dei negoziati a seguito della formazione del nuovo governo in Israele. Non si tratta di un’idea nuova, al contrario la lunga serie di conflitti tra il popolo israeliano e quello palestinese cominció proprio a partire dal piano di ripartizione disegnato nella risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite n. 181 del 29 novembre 1947, che proponeva la creazione di uno stato ebraico, di uno stato palestinese e di una zona con statuto speciale che comprendeva i luoghi santi, Gerusalemme e Betlemme.
Quel piano fu accettato dall’Yishuv per il popolo israeliano, mentre fu respinto dalle autoritá dei peaesi arabi. Lo stesso Peres nel 1993 firmó per Israele gli accordi di Oslo che prevedevano il ritiro delle forze israeliane da alcune aree della striscia di Gaza e della Cisgiordania e il diritto dei palestinesi all’autogoverno con creazione dell’ Autoritá Nazionale Palestinese.
Piú recentemente, il 29 novembre 2012 (esattamente 65 anni dopo la risoluzione n.181), l’Assembea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto alla Palestina la qualifica di stato osservatore in seno alla stessa assemblea, segnando uno sviluppo importante rispetto al riconoscimento dell’Autoritá Nazionale Palestinese.
Peres, novantenne, con molti anni di storia alle spalle, parla anche della situazione drammatica della Siria, suggerendo l’intervento della Lega Araba; del pericolo costituito dall’Iran e del bisogno di non voltare le spalle al popolo iraniano in occasione delle prossime elezioni; della necessitá di qualificare Hezbollah come organizzazione terroristica. Tutti temi delicati e difficili, rispetto ai quali il presidente del PE Schulz rassicura che la lotta contro l’antisemitismo, l’esclusione e l’intolleranza sono al centro del progetto Europa e che sia gli israeliani che i palestinesi hanno il diritto di vivere con dignità e pace.
Segni di speranza o discorsi senza seguito? La storia degli ultimi 60 anni e il ruolo delle NU per la pace e la sicurezza del mondo rivelano molte crepe e parecchi fallimenti, tuttavia non possiamo fare a meno della cultura che, anche grazie all’esistenza delle NU, si é sviluppata tra i popoli e che consiste nell’accettazione di valori comuni riferibili ai diritti inalienabili della persona, diritti che le istituzioni devono proteggere con tutti i mezzi.
di Silvana Arbia
Il presidente israeliano Simon Peres, in un suo discorso ieri al Parlamento Europeo, parlando della situazione dei paesi del medio-oriente afferma che l’idea di due stati per due nazioni é l’unica soluzione possibile del conflitto tra Israele e la Palestina, auspicando la ripresa dei negoziati a seguito della formazione del nuovo governo in Israele. Non si tratta di un’idea nuova, al contrario la lunga serie di conflitti tra il popolo israeliano e quello palestinese cominció proprio a partire dal piano di ripartizione disegnato nella risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite n. 181 del 29 novembre 1947, che proponeva la creazione di uno stato ebraico, di uno stato palestinese e di una zona con statuto speciale che comprendeva i luoghi santi, Gerusalemme e Betlemme.
Quel piano fu accettato dall’Yishuv per il popolo israeliano, mentre fu respinto dalle autoritá dei peaesi arabi. Lo stesso Peres nel 1993 firmó per Israele gli accordi di Oslo che prevedevano il ritiro delle forze israeliane da alcune aree della striscia di Gaza e della Cisgiordania e il diritto dei palestinesi all’autogoverno con creazione dell’ Autoritá Nazionale Palestinese.
Piú recentemente, il 29 novembre 2012 (esattamente 65 anni dopo la risoluzione n.181), l’Assembea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto alla Palestina la qualifica di stato osservatore in seno alla stessa assemblea, segnando uno sviluppo importante rispetto al riconoscimento dell’Autoritá Nazionale Palestinese.
Peres, novantenne, con molti anni di storia alle spalle, parla anche della situazione drammatica della Siria, suggerendo l’intervento della Lega Araba; del pericolo costituito dall’Iran e del bisogno di non voltare le spalle al popolo iraniano in occasione delle prossime elezioni; della necessitá di qualificare Hezbollah come organizzazione terroristica. Tutti temi delicati e difficili, rispetto ai quali il presidente del PE Schulz rassicura che la lotta contro l’antisemitismo, l’esclusione e l’intolleranza sono al centro del progetto Europa e che sia gli israeliani che i palestinesi hanno il diritto di vivere con dignità e pace.
Segni di speranza o discorsi senza seguito? La storia degli ultimi 60 anni e il ruolo delle NU per la pace e la sicurezza del mondo rivelano molte crepe e parecchi fallimenti, tuttavia non possiamo fare a meno della cultura che, anche grazie all’esistenza delle NU, si é sviluppata tra i popoli e che consiste nell’accettazione di valori comuni riferibili ai diritti inalienabili della persona, diritti che le istituzioni devono proteggere con tutti i mezzi.
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