mercoledì, febbraio 27, 2013
È evidente che al Senato non c'è alcuna maggioranza politica percorribile 

di Paolo Di Mizio

L'unica soluzione che si è intravista a urne calde - e confermata nelle ultime ore dalla conferenza stampa di Bersani ("Grillo ora deve dire che cosa vuole") - è quella di un governo di minoranza PD-SEL che si basi su un accordo con il Movimento 5 Stelle, il quale potrebbe dare il suo appoggio esterno ad alcune misure urgenti per il Paese. Ma quali potrebbero essere i punti di convergenza tra il Centro Sinistra e il M5S?

Dal punto di vista del movimento di Grillo, i punti irrinunciabili dell'accordo dovrebbero essere - faccio un rudimentale elenco a spanne - più o meno i seguenti:
1) Nuova legge elettorale, diversissima dal porcellum (che è una legge criminale, pensata da Calderoli, votata dal centro-destra con l'unico obiettivo di rendere l'Italia quasi certamente ingovernabile);
2) Riduzione drastica di stipendio e indennità dei deputati e dei senatori a decorrere già dalla legislatura appena iniziata;
3) Riduzione drastica del numero dei deputati e senatori (e forse abolizione del senato) a decorrere dalla prossima legislatura;
4) Eliminazione di qualsiasi forma palese o camuffata di immunità parlamentare;
5) Abolizione delle province (o in alternativa delle Regioni, che sono un pozzo senza fine di sperperi: è la soluzione che personalmente preferirei);
6) Soluzione drastica e non aggirabile del conflitto d'interessi.

Sarebbe inoltre necessario o almeno auspicabile un accordo di centro-sinistra e M5S sull'indicazione di un candidato comune per il Quirinale, visto che il 15 aprile le Camere dovranno riunirsi in seduta comune per eleggere il successore di Napolitano alla Presidenza della Repubblica.

A sua volta, il Pd potrebbe avanzare alcune sue proposte "digeribili" per i grillini. Potrebbe trattarsi di: revisione delle pensioni minime e sociali; riduzione graduale del cuneo fiscale (la differenza tra il costo di un lavoratore per un'azienda e quanto il lavoratore effettivamente percepisce al netto in busta paga); riforma della scuola (a vantaggio di quella pubblica, eliminando i benefici concessi negli ultimi anni alle scuole private); e forse una riforma della sanità (o una mini-riforma, tenendo conto delle scarse risorse economiche disponibili).

Fatte queste cose, tutte o in parte, il compito del governo di minoranza potrebbe dirsi concluso e sarebbe a quel punto necessario sciogliere le Camere e tornare alle urne.


Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

Mi sembra che i punti in comune dei due partiti siano tanti e importanti ,speriamo ci sia un'intesa presto. Se i politici non avessero tentennato o peggio, tergiversato , sui provvedimenti specificati sopra , non avrebbero avuto una sorpresa così amara.

Giovanni Micalizzi ha detto...

Accordi per un governo CSX+M5S sono fantapolitica.
Ma essendo molto improbabile un appoggio esterno di M5S ad un governo CSX, l'unica soluzione é che il CSX appoggi un governo M5S.
Alla fine qualsiasi cosa per essere approvata ha bisogno di un assenso sia di M5S che CSX ed io preferisco di gran lunga di cassare le proposte che non gradisco di un governo M5S che riunire il consiglio di ministri trovare una quadra per una legge e vedermela bocciata per via telematica. Giovanni.

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa