giovedì, febbraio 14, 2013
A tre giorni dalle celebrazioni per il secondo anniversario della cosiddetta rivoluzione del 17 febbraio, che portò alla caduta di Muammar Gheddafi, Tripoli è già addobbata a festa e le bandiere della nuova Libia sventolano sui tetti, sulle auto di passaggio e sulle tante bancarelle messe su per vendere i gadget della libertà ritrovata.

Misna - Le bandiere sono l’oggetto più ricercato del momento forse anche perché, unico caso nel corso della Primavera araba, i libici sono gli unici ad averla cambiata. Con Gheddafi c’era il drappo monocolore verde, con la rivoluzione è tornato quello dei tempi della monarchia che a sua volta aveva preso il posto del tricolore dei colonialisti italiani. Ma la festa non ha soltanto i colori nero-rosso-verde della bandiera; ha anche quelli più monotoni dei militari chiamati a vigilare i 1400 posti di blocco che il ministero degli Interni ha deciso di predisporre soltanto a Tripoli nel timore di attentati e atti di violenza come quelli visti con certa frequenza nell’ultimo anno. I mezzi blindati dell’esercito già pattugliano la città e le strade attorno al Congresso generale nazionale dichiarate completamente inaccessibili. Questa è l’altra faccia della ricorrenza, scrive oggi il Libya Herald, quotidiano libico in lingua inglese, insieme alle proteste che qui e lì preannunciano forse tempi nuovi e vecchie rivendicazioni, come casa e lavoro.

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