Il potente ex segretario comunista di Chongqing, travolto dagli scandali un anno fa, è in stato di arresto ma ancora non conosce le accuse ufficiali contro di lui. Rifiuta di rispondere alle domande delle autorità ed è stato nutrito a forza, ma “non torturato”.
AsiaNews - Bo Xilai, il potente ex segretario del Partito comunista di Chongqing caduto in disgrazia, non collabora con le autorità, rifiuta il cibo e non ha ancora affrontato un tribunale . Il politico, molto amato dal popolo cinese, ha portato avanti due scioperi della fame al punto da dover essere ricoverato in ospedale: qui è stato nutrito a forza, ma non è stato torturato. Fonti vicine alla famiglia sostengono che l'uomo finirà in tribunale "non prima" della prossima Assemblea nazionale del popolo, prevista per marzo. Fino a un anno fa, Bo Xilai era considerato l'astro nascente del Partito comunista cinese. Leader della "nuova sinistra" (l'ala maoista del Pcc) aveva lanciato all'interno del suo feudo Chongqing - la città più popolosa del Paese, una megalopoli da 45 milioni di abitanti - una serie di campagne ispirate alla nostalgia per il Grande timoniere e alla "tolleranza zero" per la criminalità organizzata e le triadi. Le sue disposizioni, considerate "giustizia sommaria", erano molto apprezzate dagli abitanti comuni. Tuttavia l'uomo è caduto in disgrazia a causa di una serie di reati commessi non solo da lui ma anche dalla moglie Gu Kailai e dal suo capo della polizia, Wang Lijun: i due, forse coperti dal politico, hanno ucciso un uomo d'affari britannico e sono stati riconosciuti colpevoli da un tribunale cinese. Condannati una alla pena di morte (sentenza sospesa) e l'altro a 15 anni di galera, sono in carcere. Bo non è stato implicato nell'omicidio ma è stato comunque sospeso, radiato e poi arrestato dalle autorità. La sua caduta dal potere è considerata il più grande scandalo nella storia moderna della politica cinese ed è stata letta da molti analisti come una lotta interna per il potere in vista del cambio della guardia che ha portato alla presidenza il nuovo leader comunista Xi Jinping. Dal suo arresto si sono verificate alcune manifestazioni popolari a suo sostegno, che il governo ha sciolto senza tuttavia usare la forza.
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