mercoledì, gennaio 30, 2013
L'ateo e marxista Pier Paolo Pasolini, come era solito definirsi, è stato l'ispiratore di uno dei primi Cineforum cattolici di Roma, con il primato di essere ancora attivo e in ottima salute di pubblico dopo oltre quarantacinque anni. Ma un altro primato è sicuramente quello di aver voluto avviare questo spazio di riflessione ospitando proprio lo "scomodo" Pasolini, inviso a una cospicua parte degli ambienti cattolici.

Era la metà degli anni Sessanta quando padre Faustino Ossanna dell'Ordine dei frati minori conventuali, primo sacerdote alla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo all'Eur, pensò di coinvolgere Pasolini in questa esperienza, invitandolo a proiettare e discutere il suo "Vangelo secondo Matteo", cui seguì un'altra partecipazione nel 1968 nell'attuale sede del Seraphicum dove era stato nel frattempo trasferito il Cineforum. Quando si parla di cinema in parrocchia si pensa a quei grandi saloni nei quali presentare film sulla vita di Gesù e dei santi, frutto di registi "sicuri", niente di controcorrente o di provocatorio.

Eppure questo Cineforum, e pochi lo sanno, è nato raccogliendo proprio le provocazioni di Pasolini sull'incapacità a comunicare della Chiesa, facendo di quelle critiche un punto di partenza per capire a fondo la realtà e prepararsi a rispondere efficacemente ai problemi del mondo.

A ricordare quel regista così "cordiale, aperto e coraggioso" è lo stesso p. Faustino, 93enne docente emerito della Pontificia Facoltà teologica "San Bonaventura", che nel numero 1 della Newsletter della Facoltà - "San Bonaventura informa" -, in uscita in questi giorni, ricorda lo stimolante rapporto instaurato con il regista.

Un'attenzione coraggiosa su punti di vista assai diversi, per imparare a leggere il mondo nelle sue tante sfaccettature e soprattutto, da religiosi, per dare risposte credibili e concrete.

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