L'ordine è stato emesso dalla Corte di appello di Daileck (Nepal settentrionale). Baburan Bhattarai e Mukti Narayan Pradhan, procuratore generale del Nepal, hanno bloccato i processi per omicidio contro alcuni ex quadri maoisti. La mossa è avvenuta contro il parere dei giudici. I due rischiano fino a un anno di carcere.
Asianews - Per la prima volta nella storia del Nepal, una Corte di appello convoca il Premier Baburan Bhattarai e il procuratore generale Mukti Narayan Pradhan. Essi sono accusati di "vilipendio della Corte" per il fermo dei processi contro gli ex quadri maoisti accusati di crimini contro l'umanità, ordinato dal Primo ministro senza il benestare dei giudici. Bhattarai e Narayan Pradhan dovranno presentarsi entro una settimana dalla notifica. I due rischiano un anno di carcere. Il caso è esploso lo scorso 9 gennaio dopo l'arresto di Lachhiram Gharti, ex quadro delle milizie maoiste. Egli è il presunto assassino di Dekendra Raj Thapa, giornalista massacrato dalle milizie maoiste a Dailekh (Nepal settentrionale) nel 2004 durante la guerra civile (1995 - 2006). Secondo la polizia l'uomo avrebbe confessato la sua responsabilità nell'omicidio, coinvolgendo almeno nove ex quadri maoisti vicini al Primo ministro. Per evitare uno scandalo, Bhattarai e Narayan Pradhan hanno sospeso le udienze. Il processo contro Gharti è stato trasferito in un altro tribunale, nonostante il giudizio contrario della Corte d'appello di Daileck, responsabile delle indagini. Nei giorni scorsi, il Premier ha diffuso un comunicato nel quale rifiuta le accuse. Egli critica il comportamento dei giudici che tentano di strumentalizzare i singoli casi di omicidio avvenuti negli 11 anni di conflitto, contro il partito di governo. Secondo Bhattarai tale comportamento mette a rischio il processo di pace del Paese e rende necessaria la creazione di una Comissione incaricata di indagare su tutti gli episodi.
Da quando i maoisti sono saliti al potere nel 2008, l'argomento dei massacri compiuti durante la guerra civile fra maoisti e monarchia indù è diventato un tabù. Nonostante la creazione nel 2007 della Truth and Reconciliation Commission, fondata in collaborazione con l'Onu, maoisti e comunisti si rifiutano di consegnare alla giustizia i quadri responsabili della guerra civile. Lo Unified Communist Party of Nepal Maoist e il Nepal Communist Party sono le uniche formazioni politiche ad aver governato dopo la caduta della monarchia. Secondo molti attivisti i governi di estrema sinistra, che si sono succeduti in questi anni, hanno creato un clima di impunità diffuso per proteggere i loro leader e la loro ideologia. Nel 2010 ben 309 procedimenti penali sono stati archiviati dal governo guidato dai comunisti; 282 sono invece i casi revocati dall'esecutivo maoista fra il 2008 e il 2009.
Asianews - Per la prima volta nella storia del Nepal, una Corte di appello convoca il Premier Baburan Bhattarai e il procuratore generale Mukti Narayan Pradhan. Essi sono accusati di "vilipendio della Corte" per il fermo dei processi contro gli ex quadri maoisti accusati di crimini contro l'umanità, ordinato dal Primo ministro senza il benestare dei giudici. Bhattarai e Narayan Pradhan dovranno presentarsi entro una settimana dalla notifica. I due rischiano un anno di carcere. Il caso è esploso lo scorso 9 gennaio dopo l'arresto di Lachhiram Gharti, ex quadro delle milizie maoiste. Egli è il presunto assassino di Dekendra Raj Thapa, giornalista massacrato dalle milizie maoiste a Dailekh (Nepal settentrionale) nel 2004 durante la guerra civile (1995 - 2006). Secondo la polizia l'uomo avrebbe confessato la sua responsabilità nell'omicidio, coinvolgendo almeno nove ex quadri maoisti vicini al Primo ministro. Per evitare uno scandalo, Bhattarai e Narayan Pradhan hanno sospeso le udienze. Il processo contro Gharti è stato trasferito in un altro tribunale, nonostante il giudizio contrario della Corte d'appello di Daileck, responsabile delle indagini. Nei giorni scorsi, il Premier ha diffuso un comunicato nel quale rifiuta le accuse. Egli critica il comportamento dei giudici che tentano di strumentalizzare i singoli casi di omicidio avvenuti negli 11 anni di conflitto, contro il partito di governo. Secondo Bhattarai tale comportamento mette a rischio il processo di pace del Paese e rende necessaria la creazione di una Comissione incaricata di indagare su tutti gli episodi.
Da quando i maoisti sono saliti al potere nel 2008, l'argomento dei massacri compiuti durante la guerra civile fra maoisti e monarchia indù è diventato un tabù. Nonostante la creazione nel 2007 della Truth and Reconciliation Commission, fondata in collaborazione con l'Onu, maoisti e comunisti si rifiutano di consegnare alla giustizia i quadri responsabili della guerra civile. Lo Unified Communist Party of Nepal Maoist e il Nepal Communist Party sono le uniche formazioni politiche ad aver governato dopo la caduta della monarchia. Secondo molti attivisti i governi di estrema sinistra, che si sono succeduti in questi anni, hanno creato un clima di impunità diffuso per proteggere i loro leader e la loro ideologia. Nel 2010 ben 309 procedimenti penali sono stati archiviati dal governo guidato dai comunisti; 282 sono invece i casi revocati dall'esecutivo maoista fra il 2008 e il 2009.
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