Daniele Invernizzi, presidente di eV-Now! per la mobilità elettrica per greenreport.it
GreenReport -La Commissione Europea ha emesso ieri un documento, una proposta mirata allo sviluppo della mobilità alimentata da fonti alternative a benzina e diesel. Un passaggio importantissimo delle premesse ci ricorda che in Europa acquistiamo l'84% del petrolio consumato e lo acquistiamo da regioni del mondo molto "instabili", ricordandoci quindi che la mobilità sostenibile non è solo una questione di risparmio ed emissioni, ma anche un modo per ridurre il sostegno allo spregiudicato sfruttamento di territori e persone.
Molti sostengono ancora che le elettriche saranno comunque alimentate a petrolio e che si dovranno costruire per i veicoli elettrici nuove centrali a carbone. Questa ormai è una litania da complottista poco informato e fa parte di una visione al passato della tecnologia. Solo per citare una fonte ufficiale è l'RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) di Milano che, ormai molto tempo fa, condusse una ricerca proprio a questo proposito, ipotizzando uno scenario nel quale milioni di veicoli elettrici in Italia non inciderebbero in maniera significativa sul nostro sistema elettrico.
Ma tornando al documento della Commissione Europea la quale pur ricordando la propria neutralità nei confronti della tecnologia, cita in uno dei passaggi più interessanti del documento le auto ibride non plugin (dunque non in grado di ricaricarsi da una presa elettrica) come poco efficienti nell'ambito della riduzione delle emissioni, quindi non rientranti nella categoria di "mobilità alternativa" e delle misure previste per incentivarne la diffusione ed è sempre la stessa commissione a ricordarci che "la tecnologia dei veicoli elettrici è matura" e che "l'obiettivo degli stati membri è di raggiungere gli 8-9 milioni di veicoli elettrici su strada entro il 2020", poi continua affermando che i veicoli elettrici svolgeranno un'importante funzione di accumulo energetico e stabilizzazione della rete, all'interno delle famose SmartGrids.
Il documento inoltre coinvolge altri aspetti interessanti legati alla mobilità, primo fra tutti lo standard di ricarica e la rete di ricarica pubblica, pare infatti nel primo caso che la Commissione abbia scelto uno standard per i connettori, risolvendo di fatto ed in parte uno dei problemi di cui spesso parliamo e nel secondo che "la maggior parte dei stati membri non ha un adeguato piano di sviluppo della rete di ricarica pubblica".
Concludendo, questo documento dimostra come le vetture elettriche siano al centro dell'attenzione, come si stia spingendo per la loro diffusione in modo reale. È arrivato il momento giusto, la tecnologia c'è ed anche la volontà di diffusione - questa volta - non potrà più passare in secondo piano perché i veicoli a zero emissioni sono solo efficienti, ma rappresentano un nuovo modo di concepire la geopolitica, l'economia e la cultura dei paesi che ne favoriranno la diffusione.
GreenReport -La Commissione Europea ha emesso ieri un documento, una proposta mirata allo sviluppo della mobilità alimentata da fonti alternative a benzina e diesel. Un passaggio importantissimo delle premesse ci ricorda che in Europa acquistiamo l'84% del petrolio consumato e lo acquistiamo da regioni del mondo molto "instabili", ricordandoci quindi che la mobilità sostenibile non è solo una questione di risparmio ed emissioni, ma anche un modo per ridurre il sostegno allo spregiudicato sfruttamento di territori e persone.
Molti sostengono ancora che le elettriche saranno comunque alimentate a petrolio e che si dovranno costruire per i veicoli elettrici nuove centrali a carbone. Questa ormai è una litania da complottista poco informato e fa parte di una visione al passato della tecnologia. Solo per citare una fonte ufficiale è l'RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) di Milano che, ormai molto tempo fa, condusse una ricerca proprio a questo proposito, ipotizzando uno scenario nel quale milioni di veicoli elettrici in Italia non inciderebbero in maniera significativa sul nostro sistema elettrico.
Ma tornando al documento della Commissione Europea la quale pur ricordando la propria neutralità nei confronti della tecnologia, cita in uno dei passaggi più interessanti del documento le auto ibride non plugin (dunque non in grado di ricaricarsi da una presa elettrica) come poco efficienti nell'ambito della riduzione delle emissioni, quindi non rientranti nella categoria di "mobilità alternativa" e delle misure previste per incentivarne la diffusione ed è sempre la stessa commissione a ricordarci che "la tecnologia dei veicoli elettrici è matura" e che "l'obiettivo degli stati membri è di raggiungere gli 8-9 milioni di veicoli elettrici su strada entro il 2020", poi continua affermando che i veicoli elettrici svolgeranno un'importante funzione di accumulo energetico e stabilizzazione della rete, all'interno delle famose SmartGrids.
Il documento inoltre coinvolge altri aspetti interessanti legati alla mobilità, primo fra tutti lo standard di ricarica e la rete di ricarica pubblica, pare infatti nel primo caso che la Commissione abbia scelto uno standard per i connettori, risolvendo di fatto ed in parte uno dei problemi di cui spesso parliamo e nel secondo che "la maggior parte dei stati membri non ha un adeguato piano di sviluppo della rete di ricarica pubblica".
Concludendo, questo documento dimostra come le vetture elettriche siano al centro dell'attenzione, come si stia spingendo per la loro diffusione in modo reale. È arrivato il momento giusto, la tecnologia c'è ed anche la volontà di diffusione - questa volta - non potrà più passare in secondo piano perché i veicoli a zero emissioni sono solo efficienti, ma rappresentano un nuovo modo di concepire la geopolitica, l'economia e la cultura dei paesi che ne favoriranno la diffusione.
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