domenica, gennaio 13, 2013
Ricordare gli orrori del passato per non commetterli più: questo è il compito di Hindi Rothbart, autrice del libro “La ragazza di Sighet”, sopravvissuta ai campi di concentramento di Auschwitz.

di Angelica Lo Duca

Decisamente commovente dalla prima all'ultima pagina. E’ il libro di Hindi Rothbart (edito dalle Paoline), che decide di parlare e di raccontare gli orrori che ha vissuto in prima persona nei campi di concentramento di Auschwitz e sotto il regime comunista. Una storia tragica, che merita di essere testimoniata e tramandata al mondo intero perché non si dimentichi la persecuzione subita dagli ebrei per opera dei nazisti. Afferma Marco Buticchi, autore della prefazione all'edizione italiana: “Ritengo che la mancanza di memoria storica negli affetti familiari rappresenti uno dei fattori disgreganti del nostro vivere moderno".

Nonostante il tema così drammatico, il filo conduttore di tutto il libro è la speranza. Sì, perché la storia di Hindi dimostra che non bisogna arrendersi di fronte a niente: straordinariamente, tutti i suoi quattro fratelli sopravvivono ai regimi nazista e comunista e riescono a ricostruirsi una vita in America. Hindi stessa si sposa e ha due figli, Bob e Stanley. La storia di Hindi è la storia di ogni esserre umano che non si ferma sul passato, ma guarda al futuro con fiducia, nonostante le difficoltà. Questo libro, in ultima analisi, può essere definito proprio come un inno alla vita, alla speranza, all'amore.

Nello scorso ottobre Hindi Rothbart si è spenta all'età 89 anni, qualche mese prima dell'uscita dell'edizione italiana del suo libro.

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