mercoledì, gennaio 30, 2013
La testimonianza di Kelly Paul Strassburger, 44 anni, autotrasportatore americano, sopravvissuto al terribile cancro del pancreas

di Aldo Villagrossi

"Quando me lo hanno diagnosticato ho visto tutta la vita che mi passava davanti agli occhi - dice Kelly, commuovendosi - Il mio medico mi ha guardato negli occhi dicendomi che le probabilità di sopravvivenza erano ridotte al lume di candela: solo il 6% circa di quelli colpiti dal tumore al pancreas sopravvivono". L'assicurazione previdenziale che Kelly aveva sottoscritto da anni gli consentiva di sopperire agli oneri ospedalieri, ma la sua patente venne riportata al solo utilizzo automobilistico e questo lo mise in condizione di dover rinunciare al suo impiego. Una crisi nella crisi, e Kelly dovette ricorrere a tutti i mezzi a sua disposizione per poter mantenere le condizioni di vita della sua famiglia nei limiti del decoro, e la solidarietà degli amici fu una componente fondamentale. Kelly si preparava al momento peggiore, mantenendo un filo di speranza e pregando tutti i giorni. "La mia preoccupazione principale era quella di non dare dolore alla mia famiglia. Da pochi mesi avevamo perso una figura cardine, mio suocero, che per me era stato come un padre, e sapevo cosa voleva dire soffrire per la perdita di un famigliare. Ma questa volta ero io. Paradossalmente non temevo la morte, ero molto più angosciato per il dolore che avrebbe provocato".

Dall'alto dei suoi due metri e quindici, Kelly ha il viso di un ragazzo risoluto e pronto a qualsiasi evenienza. La malattia lo ha segnato, sopratutto nell'anima. "Ogni controllo era una spada di Damocle. Potevano dirmi che la massa tumorale era aumentata, così come potevano diagnosticarmi nuove metastasi chissà dove. L'angoscia era continua, e la mia preghiera era oramai rivolta solamente alla mia famiglia. Mia moglie Joy (una ragazza figlia di emigranti italiani, provenienti dalla Sicilia negli anni '50, ndt.) e i miei due figli erano pronti. Avevo parlato loro apertamente fin dall'inizio. Poi un giorno incontro un vicino di casa, Ron Friedman. Ron è un cordiale signore che porta a spasso il cane passando proprio davanti a casa mia. Ron iniziò a parlarmi di un amico italiano che aveva una passione per le motociclette e che stava per partecipare al campionato mondiale di enduro estremo. Ron sapeva della mia passione per le motociclette da fuoristrada e, nonostante fosse un periodo poco favorevole al divertimento, il suo entusiasmo suscitò subito il mio interesse. Dopo alcuni giorni ero in contatto con Aldo Villagrossi, l'amico italiano di Ron, e una lunga chiacchierata sull'argomento motociclistico fu la scintilla che mi portò ad elaborare un progetto che oggi diventa realtà”. Aldo e un gruppo di amici avevano costruito una moto nel loro garage. L’avevano chiamata BERGHEM, e l'anno scorso si erano classificati sesti al campionato mondiale di Enduro estremo. La loro filosofia è basata sull'amicizia.

“Avevo un controllo nei giorni seguenti - continua Kelly - e il secondo ciclo di chemioterapia era appena finito. Non stavo benissimo, non avevo dolore ma era sopraggiunto il diabete e stavo dimagrendo ogni giorno di più. Ron e Aldo mi parlavano di una moto nuova, un progetto di nuova concezione e, nonostante il periodo, decisi di interessarmi e di dedicare un poco del mio tempo a questo svago". Al controllo successivo i medici informano Kelly che i cosiddetti marcatori tumorali segnalano una regressione della malattia. Con una piccola speranza in più, Kelly si prepara ad una nuova serie di controlli che dovranno confermare o smentire quello che i marcatori tumorali hanno evidenziato. "La fede in Dio, la mia famiglia e la solidarietà dei miei amici sono stati la mia salvezza - dice Kelly con le lacrime agli occhi - La mia neoplasia si è stabilizzata, e giorno dopo giorno attendo un esito che mi dia ancora più speranza. Ad oggi non posso ancora dire di essere guarito, ma mi sento bene e ho il conforto della stabilità. Non sono molti a poterlo dire, con questo genere di tumore. I medici sono stupiti quanto me. La stabilità per così lungo tempo è un buon segno".

Solo un mese fa Kelly aveva espresso ad Aldo il sogno di andare in Italia per un viaggio di piacere. Oggi si è realizzato il suo sogno: Kelly ha un biglietto aereo in mano, destinazione Milano. "Il viaggio è stato pagato dai miei amici, Aldo mi ospiterà per la settimana che passeremo insieme, parteciperemo alla gara del campionato mondiale di Enduro Estremo che si terrà a Barga (Lu) il 16 di Febbraio. Questo è un sogno che si realizza, ed è solo merito della solidarietà che si è instaurata fra di noi".

Oggi Kelly ha trovato un nuovo lavoro, nel settore che ama di più, le motociclette. "Vendo motoslitte, principalmente, ma anche motociclette. Grazie ad un altro amico sono stato assunto presso un grosso concessionario qui vicino a casa. Amo il mio lavoro, mi consente di stare a contatto con la gente. Non l'avevo mai considerato un beneficio prima di oggi. Adesso so che la gente è la linfa vitale della nostra vita. Sembra una banalità, ma è così". Kelly sorride, e si commuove ancora. Si scusa e si asciuga le lacrime con un fazzoletto bianco. La figlia lo abbraccia forte.

Il Project Purple, l'associazione americana per la lotta contro il cancro al pancreas, capitanata da Dino Verrelli, un italo-americano di Rochester, ha dato a Kelly il compito di diffondere la speranza ai malati di questa terribile neoplasia. "Vogliamo che si torni a sperare, così come è stato per Kelly - dice Dino Verrelli - Kelly sarà il nostro testimone della speranza in Italia. Insieme a lui, Aldo, Ron e tutti gli altri". A luglio un pilota americano amico di Kelly, Bruce Stratton, parteciperà ad un'altra gara del campionato mondiale di enduro estremo, l'Erzberg, in Austria. La moto Berghem invce correrà la gara del 16 febbraio 2013 senza sponsor, solo con il fiocco viola del Project Purple, insieme ai nomi dei due amici di Aldo, Maurizio ed Alessandro, persi l'anno scorso a causa del tumore al pancreas.

È presente 1 commento

Sergio Balacco ha detto...

Una storia commovente, di quelle che fanno versare lacrime vere. Grazie Kelly, grazie Aldo, grazie Ron per averci dato queste emozioni, per aver riacceso la speranza.

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