Per il 19mo anno consecutivo la Heritage Foundation incorona il Territorio come la nazione “più libera al mondo” dal punto di vista economico. Ma i mancati progressi nel campo delle libertà civili e politiche, causati dai legami con la Cina continentale, rischiano di vanificare questi sforzi.
AsiaNews - Nonostante sia stata eletta per il 19mo anno consecutivo la nazione "più libera al mondo" dal punto di vista economico, Hong Kong rischia di perdere presto il trono a causa delle politiche del governo locale, sempre più vicino alle posizioni di Pechino. È quanto emerge dall'annuale classifica stilata dalla Heritage Foundation sulla libertà economica nel mondo. Anche se il Territorio è ancora al primo posto, infatti, gli esperti della Fondazione americana scrivono: "L'impegno di Hong Kong nel campo della libertà economica si è eroso negli ultimi anni. Ulteriori applicazioni di politiche populiste, che premiano la burocrazia e minano i principi di limitazione del governo, potrebbero minacciare la sua posizione nella classifica". Subito dopo l'ex colonia britannica vengono Singapore, Australia, Nuova Zelanda, Svizzera, Canada, Cile, Mauritius, Danimarca e Stati Uniti. Taiwan è al 20esimo posto mentre la Cina continentale è al 136esimo. E proprio in Cina (secondo la Fondazione) i dati relativi ai diritti del lavoro presentano un aumento percentuale di 7,2 punti, anche se quelli relativi alla libertà valutaria hanno perso 2,6 punti. Buono anche il posizionamento di Hong Kong relativo alla "libertà umana". Il Territorio si qualifica terzo - dopo Nuova Zelanda e Olanda - superando gli Stati Uniti e il Canada: la Cina arriva al 100mo posto. Tuttavia, per quanto riguarda le libertà civili e la libertà personale la posizione scende fino al 49esimo: colpa, secondo gli autori del testo, del legame con la Cina continentale. Commentando i dati, infatti, gli esperti della Heritage scrivono: "Nessuna nazione che abbia adottato una piena libertà economica ha poi fallito nello sviluppare libertà civili e politiche. Esistono soltanto due eccezioni a questa regola: Hong Kong e Singapore. La grande domanda per il futuro è capire se e come le riforme di mercato potranno condurre a una maggiore libertà anche la Cina continentale".
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