L’analisi dell'ufficio Migrantes alla conferenza stampa di presentazione della 99esima edizione della giornata, dedicata al tema “Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza”. Diritto della persona ad emigrare e diritto a rimanere nella propria terra nella riflessione di Benedetto XVI
Città Nuova - Diritto della persona ad emigrare. Parola di Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Un’affermazione che trova fondamento nella Costituzione conciliare Gaudium et Spes (n. 65) e nei diritti umani fondamentali, intesa come «facoltà per ciascuno di stabilirsi dove crede più opportuno per una migliore realizzazione delle sue capacità e aspirazioni e dei suoi progetti».
Prima però del diritto a emigrare, papa Ratzinger riafferma con forza un altro diritto: quello a non emigrare, il diritto cioè a rimanere nella propria terra. E qui sta il nodo del problema. Molte migrazioni sono frutto di «precarietà economica, di mancanza dei beni essenziali, di calamità naturali, di guerre e disordini sociali». Così, anziché «un pellegrinaggio animato dalla fede e dalla speranza, migrare diventa un "calvario" per la sopravvivenza». Il papa tocca di conseguenza il tema dell’integrazione che «comprende diritti e doveri». E non tace sull’immigrazione irregolare, «tema tanto più scottante nei casi in cui essa si configura come traffico e sfruttamento di persone, con maggior rischio per donne e bambini».
Questo il filo rosso della conferenza stampa tenuta dalla Fondazione Migrantes per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra oggi, 13 gennaio. Al tavolo dei relatori il presidente, mons. Paolo Schiavan, mons. Giancarlo Perego, direttore generale, con la moderazione di mons. Domenico Pompili, portavoce della Cei. In sala era presente il ministro della Salute Renato Balduzzi.
Due temi specifici sono venuti alla ribalta: la questione della cittadinanza e il diritto di voto. Riguardo l’acquisizione della cittadinanza italiana, mons. Perego ha auspicato una riduzione dei tempi burocratici e la sostituzione dell’attuale jus sanguinis (che «comporta di fatto l’esclusione e la differenziazione sociale di quasi 650 mila minori nati in Italia da genitori immigrati») con lo jus soli («l’acquisto cioè della cittadinanza italiana per nascita sul territorio»), come avvenuto già nella maggior parte degli Stati europei.
Accesso alla cittadinanza e riduzione dei tempi, ha affermato, che «portano con sé una immediata o più veloce accessibilità alla partecipazione al voto, allo svolgimento del servizio civile da parte dei giovani tra i 18 e i 28 anni, che sono due strumenti importanti per la crescita della responsabilità e per una completa inclusione nella vita italiana, favorendo la crescita della democrazia e della coesione sociale». Rispondendo poi a una domanda ha aggiunto che «ormai tutte le forze politiche fanno una lettura dell'immigrazione come risorsa», ma «purtroppo sulla cittadinanza vi sono 23 proposte di legge e non si vede ancora unitarietà».
Un giudizio positivo è stato dato da mons. Perego sull'accordo Stato-Regioni in materia sanitaria siglato alla fine di dicembre, perché «fornisce un quadro non più discrezionale in tema di sanità», dato che «il superamento della discrezionalità è elemento determinante per le politiche dell'immigrazione».
Il ministro della Salute Balduzzi ha espresso pubblicamente la gratitudine del governo per «l'attenzione che la Chiesa italiana ha avuto verso il fenomeno dell'immigrazione». E ciò non solo per «le iniziative di assistenza, ma anche per il contributo di idee emerso nel dialogo e nelconfronto tra pubblici poteri e mondo dell’associazionismo, attraverso organismi come Migrantes e Caritas».
La 99ssima Giornata sarà celebrata in Italia a Bari, perché la Puglia è terra di migrazioni per antonomasia: oltre 100 mila sono gli immigrati in terra pugliese, mentre il triplo sono gli emigranti italiani dalla Puglia verso la Germania e la Svizzera.
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Prima però del diritto a emigrare, papa Ratzinger riafferma con forza un altro diritto: quello a non emigrare, il diritto cioè a rimanere nella propria terra. E qui sta il nodo del problema. Molte migrazioni sono frutto di «precarietà economica, di mancanza dei beni essenziali, di calamità naturali, di guerre e disordini sociali». Così, anziché «un pellegrinaggio animato dalla fede e dalla speranza, migrare diventa un "calvario" per la sopravvivenza». Il papa tocca di conseguenza il tema dell’integrazione che «comprende diritti e doveri». E non tace sull’immigrazione irregolare, «tema tanto più scottante nei casi in cui essa si configura come traffico e sfruttamento di persone, con maggior rischio per donne e bambini».
Questo il filo rosso della conferenza stampa tenuta dalla Fondazione Migrantes per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra oggi, 13 gennaio. Al tavolo dei relatori il presidente, mons. Paolo Schiavan, mons. Giancarlo Perego, direttore generale, con la moderazione di mons. Domenico Pompili, portavoce della Cei. In sala era presente il ministro della Salute Renato Balduzzi.
Due temi specifici sono venuti alla ribalta: la questione della cittadinanza e il diritto di voto. Riguardo l’acquisizione della cittadinanza italiana, mons. Perego ha auspicato una riduzione dei tempi burocratici e la sostituzione dell’attuale jus sanguinis (che «comporta di fatto l’esclusione e la differenziazione sociale di quasi 650 mila minori nati in Italia da genitori immigrati») con lo jus soli («l’acquisto cioè della cittadinanza italiana per nascita sul territorio»), come avvenuto già nella maggior parte degli Stati europei.
Accesso alla cittadinanza e riduzione dei tempi, ha affermato, che «portano con sé una immediata o più veloce accessibilità alla partecipazione al voto, allo svolgimento del servizio civile da parte dei giovani tra i 18 e i 28 anni, che sono due strumenti importanti per la crescita della responsabilità e per una completa inclusione nella vita italiana, favorendo la crescita della democrazia e della coesione sociale». Rispondendo poi a una domanda ha aggiunto che «ormai tutte le forze politiche fanno una lettura dell'immigrazione come risorsa», ma «purtroppo sulla cittadinanza vi sono 23 proposte di legge e non si vede ancora unitarietà».
Un giudizio positivo è stato dato da mons. Perego sull'accordo Stato-Regioni in materia sanitaria siglato alla fine di dicembre, perché «fornisce un quadro non più discrezionale in tema di sanità», dato che «il superamento della discrezionalità è elemento determinante per le politiche dell'immigrazione».
Il ministro della Salute Balduzzi ha espresso pubblicamente la gratitudine del governo per «l'attenzione che la Chiesa italiana ha avuto verso il fenomeno dell'immigrazione». E ciò non solo per «le iniziative di assistenza, ma anche per il contributo di idee emerso nel dialogo e nelconfronto tra pubblici poteri e mondo dell’associazionismo, attraverso organismi come Migrantes e Caritas».
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