sabato, dicembre 22, 2012
Gli auguri di Natale di Fra Pietro da Meknès, in Marocco

In questo periodo, verso fine anno, molti dei miei amici e alunni marocchini mi fanno la domanda: vai "chez toi" per le feste...? Questo "chez moi", che significa avere un posto proprio, il luogo in cui ci si ritrova con gli affetti più sicuri, ritrovarsi "a casa", in famiglia. Un anno, il 2012, in cui sono stato per ben due volte in Italia e una in Francia, in cui un numero record di amici sono venuti d'estate per il volontariato con i bambini dell'orfanotrofio; un anno in cui molti nuovi frati, da quattro continenti, sono venuti per rinforzare la presenza francescana in Marocco. Forse è la grazia della vita francescana, forse il nomadismo dei berberi che mi ha contagiato... fatto sta che mi sento "chez moi" un po' dappertutto e con tutti! Tutto parte dall'esperienza di vita fraterna, qui a carattere internazionale e inter-culturale. Non ci si annoia mai ad ascoltare frà Taddeo che parla con passione del suo Congo RCD, delle sue corse in moto nella foresta per celebrare la Messa nei villaggi, del "fuoco" calcistico che infiamma frati novizi e maestro quando c'è una partita imporante alla tele. E' bello ritrovare lo stesso "feeling" fraterno di 8 anni fa con frà Stéphane, che aveva lasciato Meknes per finire gli studi e adesso è ritornato per mettere un po' di radici. Più ancora, quanti viaggi nel tempo ho potuto fare con frà Joël, nel Marocco coloniale degli anni 40-50, nella Germania occupata del dopoguerra, in cui lui ha fatto il suo servizio militare, nel cambiamento epocale della Chiesa con il Concilio, nella fedeltà di 60 anni di immersione nell'Islam e nella lingua araba. Dopo quasi 9 anni passati insieme, abbiamo vissuto insieme anche l'arrivo di un'ospite imprevista: sorella malattia. Joël l'ha accolta con dolcezza, come fa sempre, con tutti. Io ho avuto un po' più di difficoltà a darle il benvenuto, ma le tante ore passate all'ospedale, aspettando la chemio o la radioterapia, ci hanno insegnato la pazienza (e la bellezza) del prendersi cura e del lasciarsi curare. Lasciandolo a Parigi a fine novembre, in attesa di operazione, ho realizzato che non passeremo insieme il prossimo Natale; è già capitato, ma piuttosto perchè ognuno andava in un angolo diverso del Marocco per celebrare magari con una piccola comunità di Suore...

Dovunque è "Natale con i tuoi": in parrocchia, con 200 studenti africani di una ventina di Paesi diversi, in prigione con i secondini e i trafficanti di droga, al centro St. Antoine, con 1500 alunni marocchini dai 15 ai 70 anni, all'orfanotrofio con i bambini e i ragazzi disabili. Dovunque, da quando un Dio ha avuto il coraggio e la fantasia di fare il suo "chez moi" tra di noi. Santo Natale a ciascuno di voi

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