giovedì, novembre 08, 2012
Il nostro corrispondente don Vincenzo Vigilante ha chiesto a Nancy Banchero, co-direttrice del settimanale uruguaiano “El eco”, di presentare l’Uruguay di oggi ai lettori della Perfetta Letizia

Com'é la vita degli uruguaiani? Quali sono le nostre priorità? Che cosa ci importa di più? Queste sono alcune delle domande che como uruguaiana mi pongo spesso osservando dilenziosamente la realtá della politica, la vita delle comunitá, dellla gente del vicinato. L’Uruguay tiene nei suoi 176.215 km² una manciata di persone: 3.286.314, con un Presidente della Repubblica, José (Pepe) Mujica di 78 anni che vive propugnando, annunciando l’unità dell'America Latina e invitando i giovani ad approfittare della vita, a non nutrirsi di individualismo e a lasciarsi divorare dall’amore, non dal consumo.

Mujica, rifiutando la dittatura come leader del movimento di Liberazione Nazionale Tupamaros, fu catturato e imprigionato dal 1971 al 1985. Una volta liberato fu deputato, poi senatore e ora è Presidente degli uruguaiani. Gira il paese con la moglie, la senatrice Lucía Topolansky e la sua cagnolina, Manuela, che ha la particolarità di essere senza una zampa; l'affetto verso il cane e soprattutto la semplicità del più alto rappresentante degli uruguaiani è qualcosa che richiama l'attenzione all'interno e all'esterno del paese. Molto si parla di lui in tutto il mondo, è considerato uno dei migliori presidenti per la sua austerità, i messaggi, per la sua forma di vita e per lo spirito conciliante. All'interno del paese sorprendono i suoi discorsi filosofici e la sua vita in una povera casa colonica dove coltiva gladioli (per la vendita): dei suoi 12mila dollari di stipendio come Presidente ne utilizza per sé circa 2mila e i restanti 10mila li consegna ad una fondazione per la costruzione di case popolari. È il Presidente più adulto e più austero del mondo, non ha mai usato cravatta e, se non è ad un evento ufficiale, solitamente va con maglietta, jeans e scarpe da ginnastica (che non sono indumenti nuovi ma lisi per l’uso!).

Un'altra delle sue peculiarità è che la domenica, giorno di riposo, esce con la moglie e il cane e in un’auto bianca statale (la sua vecchia auto non gli permettirebbe fare lunghe distanze) percorre l'Uruguay e si ferma nella casa di chiunque, a sorpresa, per prendere un “mate” (tipica bevanda che si condivide). Naturalmente la sua apparizione genera sorpresa e la prima cosa che fanno gli increduli anfitrioni, i vicini e la gente della città è chiedergli una foto, e lui pazientemente posa con bambini, donne e uomini. Deve essere il Presidente che ha più foto sia con gli uruguaiani che con gli stranieri…

Per gli stranieri la sorpresa è ancora maggiore: quando vedono il Presidente seduto davanti al risorante mangiando una pizza e bevendo una birra, non ci credono e si avvicinano domandando “Scusi, lei é il presidente?”. Lui risponde: ”Sì, mijo” (espressione tipica di queste parti che significa “figlio mio”).

Ma poi c’è il paese del popolo, della gente. La politica di questo Presidente di sinistra é servita perché i pochi ricchi del paese diventassero piú ricchi e i piú poveri migliorassero la vita quotidiana con le sovvenzioni: assistenza sanitaria gratuita, borse di studio dalla scuola all'Università e numerosi altri vantaggi, come per esempio buoni per l’acquisto gratuito di cibo del paniere alimentare basico. La metá degli uruguaiani - secondo i sondaggi – sono scontenti: quelli che appartengono ad altri partiti e quelli che sono all'interno della sinistra ma non accettano l'ingresso delle multinazionali nel paese. Il disaccordo è molto vario: si va da chi deve lasciare una percentuale del suo salario per sovvenzionare chi é meno abbiente a coloro che non accettano le aziende inquinanti (straniere), come le cartiere o le miniere a cielo aperto. Inoltre le multinazionali pagano poco e portano tutta la ricchezza nei paesi di origine.

L’ Uruguay attraversa un momento favorevole dal punto di vista economico e non è un merito del governo, ma della ricchezza del suolo, ed in particolare di due importanti produzioni: soia e bestiame. Le esportazioni sono permanenti e in questo momento i prezzi internazionali stanno avvantaggiando i produttori. Il tasso di disoccupazione, che raggiunge il 6%, è il più basso nella storia del paese: è il momento storico in cui abbiamo meno poveri nel paese. L'impegno del governo è portare a tasso zero la povertà estrema: ci riuscirà? È difficile, perché c'è la meschinità della gente e le politiche intorno al Presidente che non aiutano.

L’altra faccia del’Uruguay - Nel momento in cui il presidente parla della vita e di utilizzarla bene, ha chiesto però la legalizzazione dell'aborto in casi estremi e il Parlamento, con un voto di tutto il suo partito (più uno del Partito Nazionale all’opposizione) lo ha legalizzato.

Il denaro poi corrompe, e l’Uruguay non ne è immune: ha uno dei più alti tassi di consumo di alcol nel mondo e ha un'alta percentuale di consumo di droghe proibite. E l’idea del Presidente della Repubblica è di legalizzare l'uso di marijuana, con l’obiettivo di combattere i trafficanti di droga , perché se il consumo è legale il prezzo della droga si abbasserá e non sará conveniente per i trafficanti: questo è il suo pensiero. L'argomento ha generato grandi discussioni, al punto che è destinato ad essere portato, insieme con il tema dell'aborto, in un referendum. Sarà poi proposto un altro referendum dalla destra (osteggiato invece dalla sinistra): che i giovani dall'età di 16 anni vadano in galera se commettono reati (oggi si può andare solo a 18 anni).

Il paese detiene il record di vendite di veicoli; tutti lavorano e per molti il sogno della vita è l'auto. Tale è il consumismo che se qualcuno chiede a un altro “come stai?”, la risposta può essere “Fantastico! Ho l'auto!”. Misurano la felicità dal materiale, non dal familiare, dagli affetti, dalla fede, dalla convivenza. Il consumismo ha causato le vertigini agli uruguaiani: non importa se il bambino piange, importa la mia vacanza; non importa non avere nessun amore, importa la marca delle scarpe che ho comprato. Così, tutto passa attraverso il consumo, ció che umano, ció che é essenziale per la vita, cioé la fede e l'amore, si stanno perdendo.

Questo è un paese dove il cristianesimo è in declino. La gente battezza i figli (quasi il 100%) perché Dio li protegga, ma poi lasciano fuori dalla vita la Chiesa. Tanto che solo il 5% circa è il numero dei fedeli che vanno a messa e si accosta al sacramento della riconciliazione e della comunione. Le chiese cattoliche si vanno svuotando di anno in anno mentre cresce il culto dell’ego, di quello che possiedo, di quello che posso spendere. Non esiste l'altro. Si é notevolmente impoverito l’Uruguay solidale, l’Uruguay del prossimo, della famiglia, della condivisione. Ormai siamo uomini e donne “guscio”, con poco o niente all'interno…

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