Iniziata a Cuba la fase due dei negoziati di pace tra guerriglieri e governo colombiano, con l’inatteso annuncio delle Farc di un cessate il fuoco unilaterale per i prossimi due mesi
Città Nuova - La fase due dei negoziati di pace tra il governo colombiano di Juan Manuel Santos e la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) è iniziata a L'Avana con l’annuncio dei ribelli marxisti di una tregua unilaterale di due mesi a partire dalla mezzanotte del 20 novembre. L’annuncio inatteso è stato dato dal capo della delegazione delle Farc, Iván Márquez, pochi minuti prima di prendere posto al tavolo dei negoziati. «Il segretariato delle Farc ordina alle unità guerrigliere di tutto il Paese la cessazione di tutte le operazioni militari offensive contro le forze pubbliche e gli atti di sabotaggio contro l’infrastruttura pubblica e privata», ha segnalato Márquez.
Sia il governo che i guerriglieri hanno iniziato i negoziati di pace senza proclamare un cessate il fuoco. In occasione della prima fase, celebrata a Oslo un mese fa, alcune dichiarazioni delle Farc sembravano contrastare con l’obiettivo di mettere fine a questo interminabile conflitto interno, per il loro contenuto fortemente ideologico e critico nei confronti della realtà politica colombiana. Tali dichiarazioni, nonostante le successive assicurazioni dei guerriglieri in merito alla loro volontà di pace, suscitarono un certo scetticismo in merito alle attese di buona parte degli osservatori del processo.
Da parte sua, il governo ha manifestato sempre l’apertura a un dialogo di pace. Il presidente Santos è infatti cosciente della necessità di mettere la parola fine a questo annoso conflitto, soprattutto perché la soluzione militare avrà sempre costi umani elevati. Ciò nonostante non è disposto a concedere nessun vantaggio ai guerriglieri, come è gia successo nel passato. Il suo obiettivo è la smobilitazione delle Farc.
In base al cronogramma stabilito dalle due parti durante le trattative iniziate segretamente sei mesi or sono, il primo punto in discussione a L'Avana sarà la questione della terra: centinaia di migliaia di contadini in questi anni hanno abbandonato le loro coltivazioni per il conflitto armato e spesso sono stati spogliati della loro proprietà dai latifondisti locali.
Le riunioni sono in corso sotto l’egida di Cuba e Norvegia, che fanno da garanti del processo di pace, mentre i governi del Cile e del Venezuela hanno assunto il ruolo di accompagnatori.
Città Nuova - La fase due dei negoziati di pace tra il governo colombiano di Juan Manuel Santos e la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) è iniziata a L'Avana con l’annuncio dei ribelli marxisti di una tregua unilaterale di due mesi a partire dalla mezzanotte del 20 novembre. L’annuncio inatteso è stato dato dal capo della delegazione delle Farc, Iván Márquez, pochi minuti prima di prendere posto al tavolo dei negoziati. «Il segretariato delle Farc ordina alle unità guerrigliere di tutto il Paese la cessazione di tutte le operazioni militari offensive contro le forze pubbliche e gli atti di sabotaggio contro l’infrastruttura pubblica e privata», ha segnalato Márquez.Sia il governo che i guerriglieri hanno iniziato i negoziati di pace senza proclamare un cessate il fuoco. In occasione della prima fase, celebrata a Oslo un mese fa, alcune dichiarazioni delle Farc sembravano contrastare con l’obiettivo di mettere fine a questo interminabile conflitto interno, per il loro contenuto fortemente ideologico e critico nei confronti della realtà politica colombiana. Tali dichiarazioni, nonostante le successive assicurazioni dei guerriglieri in merito alla loro volontà di pace, suscitarono un certo scetticismo in merito alle attese di buona parte degli osservatori del processo.
Da parte sua, il governo ha manifestato sempre l’apertura a un dialogo di pace. Il presidente Santos è infatti cosciente della necessità di mettere la parola fine a questo annoso conflitto, soprattutto perché la soluzione militare avrà sempre costi umani elevati. Ciò nonostante non è disposto a concedere nessun vantaggio ai guerriglieri, come è gia successo nel passato. Il suo obiettivo è la smobilitazione delle Farc.
In base al cronogramma stabilito dalle due parti durante le trattative iniziate segretamente sei mesi or sono, il primo punto in discussione a L'Avana sarà la questione della terra: centinaia di migliaia di contadini in questi anni hanno abbandonato le loro coltivazioni per il conflitto armato e spesso sono stati spogliati della loro proprietà dai latifondisti locali.
Le riunioni sono in corso sotto l’egida di Cuba e Norvegia, che fanno da garanti del processo di pace, mentre i governi del Cile e del Venezuela hanno assunto il ruolo di accompagnatori.
Alberto Barlocci
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