A Casal di Principe, a pochi passi dal luogo sacro, una discarica a cielo aperto
Liberainformazione - Un santuario assediato dai rifiuti malgrado la buona volontà della parrocchia e dei volontari. Nel disinteresse delle istituzioni. Il bene confiscato è pieno di rifiuti? Il comune, commissariato per camorra, non pulisce? Ci pensano la parrocchia e i volontari, salvaguardia del Creato e legalità con gesti concreti. Così, nell’ambito delle iniziative della diocesi di Aversa per la Giornata per la salvaguardia del Creato, la parrocchia santuario Madonna di Briano, a Casal di Principe, ha organizzato una raccolta di rifiuti molto particolare. Il luogo scelto è stato, infatti, il giardino nato su un terreno confiscato a Francesco Schiavone "Sandokan", capo del clan dei "casalesi" in carcere con vari ergastoli, e intitolato al carabiniere Salvatore Nuvoletta, ucciso proprio dai "casalesi".
Una piccola cosa ma molto importante: prati, fiori, panchine, gazebo, una statua della Madonna e un campo di calcetto. Una scelta non casuale. Il santuario è luogo e simbolo del contrasto alla camorra e del riscatto di questa terra, sede del Comitato don Peppe Diana e della Scuola di pace, ospita da anni iniziative sui temi della legalità. Ma c’è chi non gradisce, non lo rispetta e scarica i rifiuti. Ma il comune non pulisce. Non lo ha fatto quando era guidato da politici risultati poi "infiltrati" dalla camorra, non lo fa ora che ci sono i commissari inviati dal prefetto di Caserta. Così ci hanno pensato parrocchia e ragazzi, coordinati dai volontari del Comitato don Peppe Diana e del circolo di Legambiente di Casapesenna. Guanti, pettorine gialle, e i grandi sacchi di plastica si sono riempiti di ogni tipo di rifiuto. Raccolta di rifiuti anche come occasione per imparare con una breve spiegazione sulle diverse tipologie di rifiuti e sull’importanza della raccolta differenziata. «Mi raccomando spiegatelo ai vostri genitori», dicono Salvatore Cuoci del Comitato don Peppe Diana e Pasquale Cirillo di Legambiente.
Ma resta un incredibile caso irrisolto. La strada che porta al santuario è un’enorme, interminabile discarica. Così tanti rifiuti che due auto assieme non ci passano: senso unico alternato causa rifiuti. Ma neanche i volontari possono intervenire, troppo pericoloso: lastre di amianto, resti di vernici, ceneri di fonderia, elettrodomestici e tanto materiale bruciato. Tutti rifiuti speciali. Don Paolo Dell’Aversana, parroco e Moderatore della Curia, più volte ha chiesto l’intervento delle amministrazioni locali. «Ma la strada corre sul confine tra i comuni di Casal di Principe e Villa di Briano che fanno a scaricabarile. Così nessuno pulisce. Però non è solo responsabilità delle amministrazioni, perché quei rifiuti certo non piovono da cielo…». Una vicenda che Avvenire raccontò già cinque anni fa. Allora intervennero con le ruspe i militari inviati dal Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Ma poi tutto è tornato come prima, peggio di prima. E nessuno fa niente.
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Una piccola cosa ma molto importante: prati, fiori, panchine, gazebo, una statua della Madonna e un campo di calcetto. Una scelta non casuale. Il santuario è luogo e simbolo del contrasto alla camorra e del riscatto di questa terra, sede del Comitato don Peppe Diana e della Scuola di pace, ospita da anni iniziative sui temi della legalità. Ma c’è chi non gradisce, non lo rispetta e scarica i rifiuti. Ma il comune non pulisce. Non lo ha fatto quando era guidato da politici risultati poi "infiltrati" dalla camorra, non lo fa ora che ci sono i commissari inviati dal prefetto di Caserta. Così ci hanno pensato parrocchia e ragazzi, coordinati dai volontari del Comitato don Peppe Diana e del circolo di Legambiente di Casapesenna. Guanti, pettorine gialle, e i grandi sacchi di plastica si sono riempiti di ogni tipo di rifiuto. Raccolta di rifiuti anche come occasione per imparare con una breve spiegazione sulle diverse tipologie di rifiuti e sull’importanza della raccolta differenziata. «Mi raccomando spiegatelo ai vostri genitori», dicono Salvatore Cuoci del Comitato don Peppe Diana e Pasquale Cirillo di Legambiente.
Ma resta un incredibile caso irrisolto. La strada che porta al santuario è un’enorme, interminabile discarica. Così tanti rifiuti che due auto assieme non ci passano: senso unico alternato causa rifiuti. Ma neanche i volontari possono intervenire, troppo pericoloso: lastre di amianto, resti di vernici, ceneri di fonderia, elettrodomestici e tanto materiale bruciato. Tutti rifiuti speciali. Don Paolo Dell’Aversana, parroco e Moderatore della Curia, più volte ha chiesto l’intervento delle amministrazioni locali. «Ma la strada corre sul confine tra i comuni di Casal di Principe e Villa di Briano che fanno a scaricabarile. Così nessuno pulisce. Però non è solo responsabilità delle amministrazioni, perché quei rifiuti certo non piovono da cielo…». Una vicenda che Avvenire raccontò già cinque anni fa. Allora intervennero con le ruspe i militari inviati dal Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Ma poi tutto è tornato come prima, peggio di prima. E nessuno fa niente.
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