E’ l’ora delle proteste contro la crisi finanziaria anche a Parigi
di Mariagiovanna Scarale
Parigi - Sono trascorsi pochi giorni da quando a Madrid un dirompente fiume di gente ha manifestato contro le nuove misure economiche del governo spagnolo che prevedono grossi tagli alla spesa pubblica, lasciando scoperti settori vitali come quello scolastico e sanitario. Questa, però, è solo la punta dell’iceberg. La situazione europea infatti, nonostante l’ottimistica fiducia dei vertici, sembra non risollevarsi.
Lo stesso Monti, ospite all’Assemblea Generale dell’Onu, aveva parlato positivamente dell’Italia collocandola ormai fuori dalla burrascosa crisi e portando invece in primo piano la situazione spagnola, evidenziando inoltre le grandi difficoltà della Grecia ma anche l’impegno dimostrato dal paese ellenico per restare nell’Euro. Dopo le manifestazioni degli indignados e il grande sciopero che ha bloccato Atene, la situazione non è però migliorata e l’Europa, appena uscita dall’occhio del ciclone, sembra pronta ad una nuova tempesta, che questa volta sembra essere approdata sulle coste francesi. Anche Parigi, infatti, scende in piazza contro le misure rigoriste imposte dal neonato governo socialista di Hollande e contro il trattato fiscale europeo. Come dice Jean-Luc Melenchon, co-presidente della sinistra, battuto alle presidenziali: "Oggi è il giorno in cui il popolo francese comincia a mobilitarsi contro la politica di austerity”. Al suo fianco Pierre Laurent, Philippe Poutou e Olivier Besancenot, ex candidati del Nuovo partito anticapitalista, l’extra gauche al completo. Assenti, invece, i verdi e i rappresentanti della sinistra socialista dissidente.
La mobilitazione parigina, organizzata dal Front de gauche, ha contato più di 50mila persone e si è protratta diverse ore. Moltissime le organizzazioni che hanno partecipato (circa 60), mettendo a rischio la discussione in Parlamento delle “regole d’oro” del Fiscal Compact (Patto di bilancio europeo) che si terrà fra due giorni. I lavoratori disoccupati o in cassa integrazione e le aziende chiuse sono il campanello di allarme che fa presagire ad un’altra grande mobilitazione di massa francese, che forse l’8 ottobre, giorno in cui scenderanno in piazza anche i sindacati, vedrà la sua massima espressione.
di Mariagiovanna ScaraleParigi - Sono trascorsi pochi giorni da quando a Madrid un dirompente fiume di gente ha manifestato contro le nuove misure economiche del governo spagnolo che prevedono grossi tagli alla spesa pubblica, lasciando scoperti settori vitali come quello scolastico e sanitario. Questa, però, è solo la punta dell’iceberg. La situazione europea infatti, nonostante l’ottimistica fiducia dei vertici, sembra non risollevarsi.
Lo stesso Monti, ospite all’Assemblea Generale dell’Onu, aveva parlato positivamente dell’Italia collocandola ormai fuori dalla burrascosa crisi e portando invece in primo piano la situazione spagnola, evidenziando inoltre le grandi difficoltà della Grecia ma anche l’impegno dimostrato dal paese ellenico per restare nell’Euro. Dopo le manifestazioni degli indignados e il grande sciopero che ha bloccato Atene, la situazione non è però migliorata e l’Europa, appena uscita dall’occhio del ciclone, sembra pronta ad una nuova tempesta, che questa volta sembra essere approdata sulle coste francesi. Anche Parigi, infatti, scende in piazza contro le misure rigoriste imposte dal neonato governo socialista di Hollande e contro il trattato fiscale europeo. Come dice Jean-Luc Melenchon, co-presidente della sinistra, battuto alle presidenziali: "Oggi è il giorno in cui il popolo francese comincia a mobilitarsi contro la politica di austerity”. Al suo fianco Pierre Laurent, Philippe Poutou e Olivier Besancenot, ex candidati del Nuovo partito anticapitalista, l’extra gauche al completo. Assenti, invece, i verdi e i rappresentanti della sinistra socialista dissidente.
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complimenti, ottimo articolo
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