L’importanza delle pietanze locali nella conoscenza della cultura e delle tradizioni di paesi lontani
di Fabio Vitucci
Conoscere piatti e tradizioni culinarie degli altri paesi fa parte di un bagaglio culturale che nel mondo globalizzato di oggi non può essere sottovalutato. Anche in Italia è molto diffuso l’interesse per la cucina estera, in particolare quella etnica, sia essa indiana, cinese, giapponese o messicana, tanto che addirittura il Corriere della Sera nella sua versione on line ha una sezione dedicata alla cucina dal mondo. E sono sempre di più coloro che amano sperimentare le pietanze tipiche di paesi lontani ed esotici andando in vacanza in uno di questi splendidi angoli del pianeta. Ma per chi è “costretto” a restare nel nostro paese e soprattutto vuole coniugare questa curiosità gastronomico-culturale con le esigenze di portafoglio, una soluzione può essere affidarsi al solito Groupon, che lancia praticamente in ogni città italiana dei pacchetti-offerta per potersi gustare una romantica serata indiana col proprio partner o una piccante cena messicana insieme agli amici. E così, senza necessariamente finire sul lastrico, si possono sperimentare locali tipici molto carini, gestiti magari da ristoratori stranieri che esportano all’estero le loro tradizioni fatte di odori, colori, spezie e suoni molto particolari.
Inoltre si è appena chiuso il Salone internazionale del Gusto a Torino, che dal 25 al 29 ottobre è stata la capitale mondiale del mangiare sano e del mangiare giusto. Quest’anno il focus era molto particolare: il mondo del cibo non può prescindere da chi lavora la terra, da chi trasforma ogni giorno la natura in cultura, da chi sente su di sé, sui suoi campi e sulla propria comunità il peso di problemi ecologici, climatici ed economici sempre più soffocanti. I vari incontri e i tanti momenti stimolanti della manifestazione hanno sottolineato che oggi anche la gastronomia, a maggior ragione se di qualità, ha una grande importanza sociale.
di Fabio VitucciConoscere piatti e tradizioni culinarie degli altri paesi fa parte di un bagaglio culturale che nel mondo globalizzato di oggi non può essere sottovalutato. Anche in Italia è molto diffuso l’interesse per la cucina estera, in particolare quella etnica, sia essa indiana, cinese, giapponese o messicana, tanto che addirittura il Corriere della Sera nella sua versione on line ha una sezione dedicata alla cucina dal mondo. E sono sempre di più coloro che amano sperimentare le pietanze tipiche di paesi lontani ed esotici andando in vacanza in uno di questi splendidi angoli del pianeta. Ma per chi è “costretto” a restare nel nostro paese e soprattutto vuole coniugare questa curiosità gastronomico-culturale con le esigenze di portafoglio, una soluzione può essere affidarsi al solito Groupon, che lancia praticamente in ogni città italiana dei pacchetti-offerta per potersi gustare una romantica serata indiana col proprio partner o una piccante cena messicana insieme agli amici. E così, senza necessariamente finire sul lastrico, si possono sperimentare locali tipici molto carini, gestiti magari da ristoratori stranieri che esportano all’estero le loro tradizioni fatte di odori, colori, spezie e suoni molto particolari.
Inoltre si è appena chiuso il Salone internazionale del Gusto a Torino, che dal 25 al 29 ottobre è stata la capitale mondiale del mangiare sano e del mangiare giusto. Quest’anno il focus era molto particolare: il mondo del cibo non può prescindere da chi lavora la terra, da chi trasforma ogni giorno la natura in cultura, da chi sente su di sé, sui suoi campi e sulla propria comunità il peso di problemi ecologici, climatici ed economici sempre più soffocanti. I vari incontri e i tanti momenti stimolanti della manifestazione hanno sottolineato che oggi anche la gastronomia, a maggior ragione se di qualità, ha una grande importanza sociale.
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È presente 1 commento
Certamente una buona socializzazione e integrazione passa per la conoscenza del cibo. Si possono scoprire anche gusti e sapori comuni...
Bell'articolo.
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