Gli operatori del settore hanno dubbi sull'attuabilità del decreto salute. Il commento di un medico ospedaliero romano.
Città Nuova - Periodicamente vengono emanate norme sulla sanità che hanno come obiettivo il miglioramento del sistema sanitario nazionale, ma che in realtà mirano a raggiungere due obiettivi. Primo: migliorare l'organizzazione del servizio; secondo: ridurre la spesa sanitaria diventata insostenibile. Come sempre si tratta di iniziative che non avranno un grande rilievo attuativo in quanto tutto viene rimandato alla organizzazione delle regioni. In Italia, purtroppo, c'è troppa disparità tra i sistemi sanitari nelle varie regioni: in Toscana, per esempio, esistono già sistemi di cooperazione tra varie figure professionali del settore sanitario che consentono un reale miglioramento del servizio, ma come faremo nel Lazio o in Campania, o in Calabria... non si sa.
Non credo che con le norme e le persone attuali si possa arrivare a sgravare gli ospedali, ci vuole un gruppo di esperti che lavorino per il coordinamento delle regioni e purtroppo questo non sarà fatto perchè significa andare a fare i conti in tasca a troppa gente che ha il potere nelle amministrazioni locali.
Stessa cosa vale per le nomine dei dirigenti della sanità. Credo che il decreto salute sia un intervento che il governo doveva fare, ma che tende a rinviare e a spostare il problema (anche perché manca una maggioranza politica che possa incidere sul territorio).
Un decreto (e un governo) che non si preoccupa della vendita e del notevole guadagno che deriva da sigarette o superalcolici la dice lunga, non vi pare??!
In realtà il decreto ha come fine, mi pare, soprattutto quello di aumentare la "tracciabilità" della spesa in particolare nelle attività private all'interno del Servizio sanitario nazionale, per rendere trasparenti le attività private e quindi recuperare eventuali evasioni fiscali, ma al di là di questo non credo che abbia la forza "politica" per cambiare le organizzazioni locali. Nel Centro-Sud la sanità vive col grande contributo delle strutture private, che sostituiscono le carenze gravi e a volte "dolose" della sanità pubblica. Allora bisogna decidersi: o si fa una sanità pubblica decorosa e seriamente controllata o ci si affida, senza ripensamenti, ad una sanità gestita da privati (che chissà perchè spendono molto meno!!!) senza stracciarsi le vesti! Ma questa è una scelta politica.
Città Nuova - Periodicamente vengono emanate norme sulla sanità che hanno come obiettivo il miglioramento del sistema sanitario nazionale, ma che in realtà mirano a raggiungere due obiettivi. Primo: migliorare l'organizzazione del servizio; secondo: ridurre la spesa sanitaria diventata insostenibile. Come sempre si tratta di iniziative che non avranno un grande rilievo attuativo in quanto tutto viene rimandato alla organizzazione delle regioni. In Italia, purtroppo, c'è troppa disparità tra i sistemi sanitari nelle varie regioni: in Toscana, per esempio, esistono già sistemi di cooperazione tra varie figure professionali del settore sanitario che consentono un reale miglioramento del servizio, ma come faremo nel Lazio o in Campania, o in Calabria... non si sa.
Non credo che con le norme e le persone attuali si possa arrivare a sgravare gli ospedali, ci vuole un gruppo di esperti che lavorino per il coordinamento delle regioni e purtroppo questo non sarà fatto perchè significa andare a fare i conti in tasca a troppa gente che ha il potere nelle amministrazioni locali.
Stessa cosa vale per le nomine dei dirigenti della sanità. Credo che il decreto salute sia un intervento che il governo doveva fare, ma che tende a rinviare e a spostare il problema (anche perché manca una maggioranza politica che possa incidere sul territorio).
Un decreto (e un governo) che non si preoccupa della vendita e del notevole guadagno che deriva da sigarette o superalcolici la dice lunga, non vi pare??!
In realtà il decreto ha come fine, mi pare, soprattutto quello di aumentare la "tracciabilità" della spesa in particolare nelle attività private all'interno del Servizio sanitario nazionale, per rendere trasparenti le attività private e quindi recuperare eventuali evasioni fiscali, ma al di là di questo non credo che abbia la forza "politica" per cambiare le organizzazioni locali. Nel Centro-Sud la sanità vive col grande contributo delle strutture private, che sostituiscono le carenze gravi e a volte "dolose" della sanità pubblica. Allora bisogna decidersi: o si fa una sanità pubblica decorosa e seriamente controllata o ci si affida, senza ripensamenti, ad una sanità gestita da privati (che chissà perchè spendono molto meno!!!) senza stracciarsi le vesti! Ma questa è una scelta politica.
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