Agenzia Misna - La tradizionale posizione di Teheran è stata riproposta di fronte al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, a decine di capi di Stato e di governo e, in generale, ai rappresentanti dei circa 110 membri dell’organizzazione. Particolarmente significativa è la presenza a Teheran di Mohammed Morsi, primo presidente dell’Egitto a visitare l’Iran dalla rivoluzione islamica del 1979. Durante il vertice, che si terrà oggi e domani, saranno affrontati temi centrali per l’agenda internazionale. I Non allineati discuteranno dell’esigenza di una democratizzazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, del sostegno alla creazione di uno Stato palestinese e di disarmo nucleare. Inevitabilmente le riunioni saranno però occasione di riferimenti, analisi e proposte relative al conflitto civile in Siria cominciato nel marzo 2011.

I mezzi di informazione di Teheran sottolineano l’importanza del vertice su più piani. Perché è un appuntamento che rappresenta circa i due terzi dei paesi membri delle Nazioni Unite e il 55% della popolazione mondiale. Ma anche perché ha un significato specifico per l’Iran, paese colpito da sanzioni americane ed europee che da domenica detiene la presidenza di turno del Movimento. “La Repubblica islamica – scrive l’agenzia di stampa Fars– ha l’opportunità di rafforzare il suo ruolo internazionale mentre gli Stati Uniti cercano di soffocare la sua economia e di isolarla diplomaticamente per via del suo controverso programma nucleare”.