Bombardamenti dall’alto, combattimenti, l’opposizione che indietreggia ma sembra tenere, i militari che provano ad avanzare forti della superiorità di mezzi.
Misna - Aleppo in queste ore è un campo di battaglia ma anche e soprattutto migliaia di civili in fuga dalle violenze. Le immagini che arrivano dalla più popolosa città della Siria mostrano edifici sventrati, quartieri semidistrutti, in particolare quello di Salah al Din dove si stanno concentrando gli scontri, donne e bambini che provano a lasciare la città e file di persone che cercano di comprare pane. Sempre più introvabile è la benzina e ad avere problemi in questo senso sono anche i combattenti dell’Esercito libero siriano (opposizione).
Secondo molti osservatori ad Aleppo il regime si gioca gran parte del suo destino. Considerata capitale economica del paese e chiave di accesso dell’intera regione settentrionale e delle strade che conducono in Turchia, Aleppo è diventata teatro di una battaglia decisiva per le sorti del conflitto.
Una battaglia che in queste ore è possibile seguire attraverso le testimonianze dei sopravvissuti ai raid aerei, di chi sta vedendo con i propri occhi i combattimenti, mentre giornalisti e fotografi, entrati soprattutto dalla Turchia al seguito dei ribelli, diffondono informazioni, video e immagini in tempo reale attraverso i social network prima ancora che attraverso i giornali.
I dati sui rifugiati che cercano riparo oltreconfine danno la misura delle violenze. In Turchia solo ieri ne sono arrivati 2400, riferisce il quotidiano Hurriyet, portando a 50.000 il numero totale dei siriani ospitati da Ankara. In Giordania, il ministro degli Esteri Nasser Judeh, ha visitato il campo profughi di Zaatari e promesso strutture più comode in sostituzione delle 3000 tende finora montate. La Giordania ha già approntato piani per realizzare 22 campi e intanto ha visto salire ulteriormente il numero di rifugiati, ora in arrivo al ritmo di 2000 al giorno. Immobile sembra ormai essere la comunità internazionale con le varie potenze sempre più dichiaratamente accanto, con mezzi e uomini, a uno o all’altro dei belligeranti. L’unica novità arriva dall’Iran: a Teheran si terrà un incontro sulla crisi a cui dovrebbero partecipare diplomatici di diversi paesi mediorientali. A darne notizia è l’agenzia Irna secondo l’Iran continua a credere nel piano proposto da Kofi Annan.
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