Benedetto XVI è arrivato a Milano per partecipare al Congresso Mondiale delle Famiglie
Papa Benedetto XVI è arrivato a Milano Linate nel tardo pomeriggio per il VII Congresso Mondiale delle Famiglie, accompagnato dal suo segretario don Georg e soprattutto dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone, per mettere a tacere tutte le voci su un presunto “vatican-gate” e ribadire la fiducia e l'affetto al suo più stretto collaboratore. Con la papamobile Benedetto XVI ha raggiunto Piazza Duomo attraversando la cittàcon i milanesi festanti e gioiosi che sventolavano fazzoletti e salutavano il pontefice. C'erano ad attenderlo il sindaco Pisapia, il governatore della Lombardia Formigoni, il ministro Riccardi, il Presidente della Provincia Podestà e migliaia di persone. Ovviamente c'erano i cardinali Angelo Scola, attuale Arcivescovo di Milano, il Cardinale emerito di Milano Dionigi Tettamanzi e il cardinale Ennio Antonelli. Carlo Maria Martini, che da tempo è malato, lo saluterà invece privatamente in arcivescovado sabato pomeriggio.
“La fede in Gesù Cristo, morto e risorto per noi, vivente in mezzo a noi - ha detto Benedetto XVI - deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico ‘benessere’, a partire dalla famiglia, che va riscoperta quale patrimonio principale dell’umanità, coefficiente e segno di una vera e stabile cultura in favore dell’uomo … La famiglia va riscoperta quale patrimonio principale dell'umanità, coefficiente e segno di una vera e stabile cultura in favore dell'uomo": con queste parole Benedetto XVI ha salutato in piazza Duomo a Milano i rappresentanti delle famiglie - provenienti da oltre 150 paesi del mondo - che partecipano al VII Incontro Mondiale. Per il Papa “è urgente immettere nell'attuale contesto culturale il lievito evangelico: la fede deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico ‘ben essere’”.
Poco prima il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, aveva rivolto il suo saluto al Papa a nome di "tutti i tipi di famiglia" con una sottolineatura oggettivamente polemica e stridente rispetto alla linea dell'Incontro Mondiale delle Famiglie. Il Papa ovviamente non ha raccolto, preferendo “rinnovare i vincoli stretti e costanti che legano la comunità ambrosiana alla Chiesa di Roma e al Successore di Pietro”, che datano da sant'Ambrogio, nato da una famiglia romana e che ha mantenuto sempre vivo il suo legame con la Città Eterna e con la Chiesa di Roma, manifestando ed elogiando il primato del vescovo che la presiede. “La saggezza pastorale e il magistero di Ambrogio sull'ortodossia della fede e sulla vita cristiana” sono stati indicati oggi dal Papa teologo come un esempio anche per il mondo d’oggi: "La Chiesa ambrosiana - ha scandito - custodendo le prerogative del suo rito e le espressioni proprie dell'unica fede, è chiamata a vivere in pienezza la cattolicità della Chiesa una, a testimoniarla e a contribuire ad arricchirla”. Per il Pontefice, comunque, la singolare identità di Milano non deve farla isolare né chiudere in se stessa. “Al contrario - ha aggiunto Benedetto XVI - conservando la linfa delle sue radici e i tratti caratteristici della sua storia, essa è chiamata a guardare al futuro con speranza, coltivando un legame intimo e propulsivo con la vita di tutta l'Italia e dell'Europa nella chiara distinzione dei ruoli e delle finalità, la Milano positivamente 'laica' e la Milano della fede sono chiamate a concorrere al bene comune”.
Benedetto XVI è stato molto contento – si percepiva chiaramente - della decisione del cardinale Scola di far avvenire il primo incontro con i milanesi ai piedi del Duomo, cuore di Milano, dove, ha detto nel suo saluto, “sorge l'imponente monumento simbolo della Città. Con la sua selva di guglie - ha spiegato - il Duomo ci invita a guardare in alto, a Dio. E proprio tale slancio verso il cielo ha sempre caratterizzato Milano e le ha permesso nel tempo di rispondere con frutto alla sua vocazione: essere un crocevia di popoli e di culture”.
Un particolare ringraziamento è venuto poi dal Papa alla Chiesa e alla società civile italiana che si è mobilitata in favore delle vittime del terremoto: “Rivolgo un particolare saluto - ha detto il Papa - ai rappresentanti delle famiglie, provenienti da tutto il mondo, che partecipano al VII incontro mondiale. Un pensiero affettuoso indirizzo poi - ha aggiunto - a quanti hanno bisogno di aiuto e di conforto, e sono afflitti da varie preoccupazioni: alle persone sole o in difficoltà, ai disoccupati, agli ammalati, ai carcerati, a quanti sono privi di una casa o dell’indispensabile per vivere una vita dignitosa. Non manchi a nessuno di questi nostri fratelli e sorelle - ha scandito Ratzinger - l’interessamento solidale e costante della collettività”. A tale proposito, ha aggiunto ancora il Pontefice, mi compiaccio di “quanto la Diocesi di Milano ha fatto e continua a fare per andare incontro concretamente alle necessità delle famiglie più colpite dalla crisi economico-finanziaria, e per essersi attivata subito, assieme all’intera Chiesa e società civile in Italia, per soccorrere le popolazioni terremotate dell’Emilia Romagna, che sono nel nostro cuore e nella nostra preghiera e per le quali invito, ancora una volta, ad una generosa solidarietà”.
L'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, ha dato il suo benvenuto a Benedetto XVI: “Beatissimo Padre, la accogliamo con commozione e gioia in questa piazza, cuore pulsante della nostra città. La sua scelta di cogliere l'occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie per compiere una vera e propria visita pastorale alla Diocesi di Milano - ha detto il cardinale - è un dono che rende ogni fedele e ogni cittadino grato e responsabile". "Milano è cambiata - ha detto ancora Scola rivolto al pontefice - E' forse meglio dire che sta cercando il suo nuovo volto. Frammentazione, progettualità diverse e talora contrastanti, necessità di ripensare il mondo del lavoro e della finanza, di cui Milano resta in Italia la capitale, fame di educazione e di cultura, incontrano già risposta in non pochi luoghi vivi. Difatti si intravvedono i lineamenti della Milano del futuro". "I cristiani - ha detto ancora Scola - stanno contribuendo a questa comune impresa. Non sono profeti di sventura, ma testimoni e quindi edificatori tenaci di vita buona".
E prima di raggiungere il Teatro alla Scala un saluto breve, ma caloroso, con le note di 'O mia bela Madunina', mentre la statua in oro domina la piazza: accanto a sé sventolano il Tricolore e la bandiera del Vaticano. Stasera alla Scala si terrà un concerto in suo onore. Il Santo Padre è stato accolto al Piermarini dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e da Stephane Lissner, soprintendente del teatro. Il teatro Alla Scala dedica al Santo Padre il concerto di questa sera: la nona sinfonia di Beethoven diretta dal maestro Daniel Barenboim.
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