Intendiamoci, non si parla del grazioso insetto finito nel più noto formaggio made in Italy!
Ieri sera è andato in onda in tv lo pseudo-comizio di Giuseppe (detto Beppe) Grillo. Inutile dirlo: con il suo camper l’ex comico sta girovagando per le italiche contrade portando un vento nuovo. Piaccia o meno, questo vento assomiglia alle impetuose folate del vento del Nord che strappa dal suolo tutto ciò che non vi sia ben ancorato e abbia radici profonde. Grillo raccoglie le inquietudini e lo sgomento della gente che si sente tradita e posta allo sbaraglio da una classe politica giunta ormai all’epilogo. Non parla politichese ma un linguaggio entrato ormai nelle orecchie di tutti, anche di quelli che fanno il possibile per tapparsele e non sentire. Il suo è il nostro linguaggio corrente, ormai infarcito di esasperate parolacce, di disprezzo contro chi ci ha condotto davanti ad un orrido burrone e ci guarda strafottente come ad invitarci a saltare giù per por fine all’estremo disagio (cosa che purtroppo in tanti, seppur in modo deprecabile, hanno fatto).
Il disagio è quello dei giovani, naufraghi nel mare alla deriva, inutilmente aggrappati a improvvisati rottami di ciò che un tempo non lontano era la nostra società, che non scorgono nemmeno all’orizzonte un lembo di terra sicura su cui approdare. Ma anche quello degli anziani, della generazione di Grillo, venuti al mondo nel periodo immediatamente post-bellico, che hanno visto sgomenti sgretolarsi ineluttabilmente quell’humus fecondo che aveva generato il boom degli anni sessanta e parte dei settanta, creato dai loro padri usciti dall’orrore della guerra.
Le classi politiche che si sono succedute alle primissime (composte da persone responsabili con a cuore le sorti della Patria) hanno dilapidato, per sola mera sete di potere e prestigio personale, un patrimonio gigantesco. Si ricordi che l’Italia era divenuta la settima potenza industriale, seppur uscita dal disastroso conflitto. Oggi sono solo capaci di chiedere a noi sacrifici terribili. Il governo dei numeri sta visibilmente “dando i numeri”, mentre i politicanti vivono beati con i nostri denari, i trenta denari del tradimento di un popolo. Si guardano fra loro esterrefatti: “Ma chi è questo Grillo? Cosa vuole? Dove vuole arrivare?”. La risposta è lapalissiana: Grillo sta dando voce ad un popolo stremato, è portavoce ben sonoro del malcontento e dell’indignazione di chi, per troppo tempo, ha subito leggi vacue e improduttive ed oggi si sente pure irriso. Non so se lui possa essere migliore di costoro, ma bisognerebbe comunque metterlo alla prova. In fondo ci hanno provato in tanti ormai... non sarà certamente un Grillo che spianterà Milano! Se a Parma il movimento a 5 stelle dovesse aggiudicarsi il ballottaggio e insediare il proprio sindaco, mi sa che ne scopriremo delle belle e per la politica attualmente “regnante” sarebbe uno schiaffo non da poco, una sberla da ko che segnerebbe la definitiva disfatta di un “regime”…
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Sono presenti 4 commenti
Già, è proprio come hai scritto! Anche quando all'orizzonte si affacciò Berlusconi si disse :lasciamolo provare, e l'abbiamo lasciato fare per più di un decennio e come ha lavorato è sotto gli occhi di tutti:ha partorito Grillo. Le proposte del comico a volte non sono da scartare, ma è sicuramente discutibile la loro presentazione.
Ma guarda che peggio di così non potrebbe farlo nessuno credo.Solo che non é un partito e non potrebbe andare in parlamento. E' bene che resti un movimento. Ciao.
E se uscisse la Germania dall'Europa? Risolti i problemi!
Grillo quanto pare ce la ha fatta a saltare nel parmigiano. Speriamo comunque si comportino bene e ne mangino solo un tocchetto, non tutta forma come hanno fatto gli altri!
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