Sul giornale di Kinshasa Le Potentiel, Bienvenue Marie Bakumanya racconta quello che sta succedendo nell'Ituri, nella Repubblica democratica del Congo (Rdc) al confine con l'Uganda, dove un'impresa mineraria aurifera semi-industriale cinese si è spostata senza licenza da Niania, nel territorio di Mambasa, verso Komanda.
GreenReport - Ma le organizzazioni della società civile del distretto di Ituri non l'hanno presa bene e la accusano di operare nella completa illegalità. Bakumanya scrive che questa azienda, la Fametal, che opera sul fiume Ituri, «utilizza una potente draga. Secondo il capo della Cellule des Mines du district de l'Ituri, Bakangu Ngadjole, la produzione giornaliera di questa società raggiunge i 5 grammi al giorno». Ma secondo diversi esperti si tratta di cifre truccate, l'oro estratto dal fiume andrebbe da 50 grammi a 5 Kg al giorno.
Inoltre la chiatta mineraria della Fametal sta lavorando nella più flagrante irregolarità, spostandosi da un punto all'atro dell'Ituri senza avvertire le autorità. Più che il sospetto di un'estesa corruzione e di contrabbando di oro sembra esserci la certezza.
Nonostante il costo dell'oro sia alle stelle i minatori informali congolesi non ne traggono molto beneficio mentre operatori stranieri senza scrupoli come la Fametal si appropriano dell'oro legale e clandestino (spesso estratto da bande armate e di "guerriglieri"), in tutta impunità.
Nel traffico di oro con i cinesi sarebbero pesantemente coinvolti anche dei militari ed a bordo della super-draga della Fametal sono state trovate anche armi, mentre le miniere clandestine vengono "sorvegliate" dalla polizia locale.
«Se è vero che la quantità d'oro prodotta da questa azienda si avvicinerebbe a 5 Kg, c'è materiale per preoccuparsi - conclude Bakumanya - tanto più che questo rappresenta una quantità enorme per questo prodotto che conosce un'ottima congiuntura sui mercati mondiali».
Alle denunce delle comunità locali il ministero delle miniere della Rdc ha risposto con un pesante silenzio e nessuno contrasta questa attività illegale che sta devastando Le Potentiel sottolinea che «Chiamata a produrre i documenti necessari per uno sfruttamento conforme alla legislazione congolese, i responsabili cinesi non hanno potuto produrre niente, in quanto documento deliberato dalle autorità congolesi. Così, il commissario del distretto dell'Ituri si è trovato nell'obbligo di prendere una delibera che sospende questa società che opera in contraddizione flagrante con la legislazione in vigore, in particolare per «la mancanza di domanda di inizio delle operazioni di sfruttamento dei prodotti minerari di mercato e prelevamento di campioni da indirizzare al capo del servizio delle Miniere del distretto di provenienza», cioè lo stesso Ngadjole che avalla le quantità irrisorie di oro che i cinesi dicono di produrre.
Inoltre mancano la copia della concessione mineraria nell'area dove stanno lavorando i cinesi e la copia dell'accordo per il trattamento e la trasformazione dell'oro. Per questo il commissario del distretto di Ituri ha stabilito che «La società Fametal e sufficientemente in condizioni irregolari in virtù delle disposizioni del Code minier» e che «Atteso che questa maniera di comportarsi e di natura tale da ignorare le procedure di tracciabilità dei prodotti minerari dall'estrazione all'esportazione e costituisce anche una frode delle risorse naturali della Repubblica democratica del Congo, le attività della suddetta società sono chiuse». Quindi «Potranno riprendere solo dopo aver messo in ordine tutti i fatti contestati a suo carico ed essere in possesso dei documenti afferenti».
La vigilanza della società civile dell'Iturio aveva permesso di bloccare tutto, ma gli operatori minerari cinesi sono stati liberati poco dopo l'arresto. L'inchiesta prosegue e si cerca di capire quanto oro abbiano davvero estratto i cinesi dal fiume Ituri e quanto ne abbiano fatto sparire per non pagare le tasse.
Il caso è molto imbarazzante perché il governo centrale della Rdc e quelli delle province stanno cercando di attrarre investimenti cinesi, ma il caso della Fametal dimostra che ci sono operatori economici che pensano, attraverso la corruzione e la costituzione di una rete di traffici e contrabbando, di poter aggirare le già permissive leggi della Rdc e devastare senza limiti l'ambiente, a detrimento della popolazione e del Trésor public dello Stato.
GreenReport - Ma le organizzazioni della società civile del distretto di Ituri non l'hanno presa bene e la accusano di operare nella completa illegalità. Bakumanya scrive che questa azienda, la Fametal, che opera sul fiume Ituri, «utilizza una potente draga. Secondo il capo della Cellule des Mines du district de l'Ituri, Bakangu Ngadjole, la produzione giornaliera di questa società raggiunge i 5 grammi al giorno». Ma secondo diversi esperti si tratta di cifre truccate, l'oro estratto dal fiume andrebbe da 50 grammi a 5 Kg al giorno.Inoltre la chiatta mineraria della Fametal sta lavorando nella più flagrante irregolarità, spostandosi da un punto all'atro dell'Ituri senza avvertire le autorità. Più che il sospetto di un'estesa corruzione e di contrabbando di oro sembra esserci la certezza.
Nonostante il costo dell'oro sia alle stelle i minatori informali congolesi non ne traggono molto beneficio mentre operatori stranieri senza scrupoli come la Fametal si appropriano dell'oro legale e clandestino (spesso estratto da bande armate e di "guerriglieri"), in tutta impunità.
Nel traffico di oro con i cinesi sarebbero pesantemente coinvolti anche dei militari ed a bordo della super-draga della Fametal sono state trovate anche armi, mentre le miniere clandestine vengono "sorvegliate" dalla polizia locale.
«Se è vero che la quantità d'oro prodotta da questa azienda si avvicinerebbe a 5 Kg, c'è materiale per preoccuparsi - conclude Bakumanya - tanto più che questo rappresenta una quantità enorme per questo prodotto che conosce un'ottima congiuntura sui mercati mondiali».
Alle denunce delle comunità locali il ministero delle miniere della Rdc ha risposto con un pesante silenzio e nessuno contrasta questa attività illegale che sta devastando Le Potentiel sottolinea che «Chiamata a produrre i documenti necessari per uno sfruttamento conforme alla legislazione congolese, i responsabili cinesi non hanno potuto produrre niente, in quanto documento deliberato dalle autorità congolesi. Così, il commissario del distretto dell'Ituri si è trovato nell'obbligo di prendere una delibera che sospende questa società che opera in contraddizione flagrante con la legislazione in vigore, in particolare per «la mancanza di domanda di inizio delle operazioni di sfruttamento dei prodotti minerari di mercato e prelevamento di campioni da indirizzare al capo del servizio delle Miniere del distretto di provenienza», cioè lo stesso Ngadjole che avalla le quantità irrisorie di oro che i cinesi dicono di produrre.
Inoltre mancano la copia della concessione mineraria nell'area dove stanno lavorando i cinesi e la copia dell'accordo per il trattamento e la trasformazione dell'oro. Per questo il commissario del distretto di Ituri ha stabilito che «La società Fametal e sufficientemente in condizioni irregolari in virtù delle disposizioni del Code minier» e che «Atteso che questa maniera di comportarsi e di natura tale da ignorare le procedure di tracciabilità dei prodotti minerari dall'estrazione all'esportazione e costituisce anche una frode delle risorse naturali della Repubblica democratica del Congo, le attività della suddetta società sono chiuse». Quindi «Potranno riprendere solo dopo aver messo in ordine tutti i fatti contestati a suo carico ed essere in possesso dei documenti afferenti».
La vigilanza della società civile dell'Iturio aveva permesso di bloccare tutto, ma gli operatori minerari cinesi sono stati liberati poco dopo l'arresto. L'inchiesta prosegue e si cerca di capire quanto oro abbiano davvero estratto i cinesi dal fiume Ituri e quanto ne abbiano fatto sparire per non pagare le tasse.
Il caso è molto imbarazzante perché il governo centrale della Rdc e quelli delle province stanno cercando di attrarre investimenti cinesi, ma il caso della Fametal dimostra che ci sono operatori economici che pensano, attraverso la corruzione e la costituzione di una rete di traffici e contrabbando, di poter aggirare le già permissive leggi della Rdc e devastare senza limiti l'ambiente, a detrimento della popolazione e del Trésor public dello Stato.
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