Saranno presto sospese ma solo per un anno le sanzioni a carico del Myanmar, ma rimarrà in vigore l’embargo sulle armi e sul materiale che potrebbe essere utilizzato a fini repressivi.
Misna - A Bruxelles gli ambasciatori dei 27 Stati membri dell’Unione Europea (Ue) hanno raggiunto un accordo di principio sul futuro del paese asiatico dopo i suoi recenti progressi democratici. L’intesa dovrebbe essere formalmente varata lunedì prossimo a Lussemburgo dai ministri europei degli Esteri, in quella che a questo punto appare soltanto una formalità. Il compromesso raggiunto dalla diplomazia europea prevede una sospensione annuale delle misure restrittive in vigore da anni nei confronti dei militari al potere a Naypyidaw, con una revisione dopo i primi sei mesi di applicazione.
La decisione dell’Ue giunge a pochi giorni da provvedimenti che vanno nella stessa direzione già approvati da Stati Uniti, Australia, Giappone e Norvegia, come riconoscimento per la regolarità delle elezioni parlamentari dello scorso 1° aprile. Un appuntamento cruciale con le urne vinto dalla Lega nazionale per la democrazia (Nld) del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi che ha conquistato 43 dei 45 seggi parlamentari in palio, diventando il primo partito di opposizione 22 anni dopo il golpe militare del 1990.
Le sanzioni europee dovevano scadere a fine aprile: comportano divieti di viaggio all’estero e congelamento dei beni per più di 490 persone e una cinquantina di imprese e organizzazioni, in parte già revocati. Saranno anche sospese le restrizioni commerciali e finanziarie a carico di 800 aziende birmane e 52 società controllate dalla giunta militare attive nei settori delle foreste, delle miniere e delle pietre preziose.
Ad accelerare il nulla osta di Bruxelles ha contribuito l’appello lanciato venerdì scorso dal primo ministro britannico David Cameron in un incontro avuto a Yangon con la Suu Kyi. Il 28 aprile il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, si recherà in Birmania per incontrare il presidente Thein Sein, i membri della giunta e la Nobel per la Pace.
Intanto un portavoce della ‘Nld’ ha annunciato che a metà giugno la Suu Kyi effettuerà il suo primo viaggio all’estero degli ultimi 24 anni: dovrebbe andare in Norvegia e in Gran Bretagna. “Sarà una prova che può viaggiare liberamente: un indicatore molto positivo” ha sottolineato Nyan Win. L’oppositrice, che ha trascorso 15 anni della sua vita agli arresti domiciliari, ha già richiesto un passaporto alle autorità birmane che finora non glielo hanno ancora rilasciato.
Misna - A Bruxelles gli ambasciatori dei 27 Stati membri dell’Unione Europea (Ue) hanno raggiunto un accordo di principio sul futuro del paese asiatico dopo i suoi recenti progressi democratici. L’intesa dovrebbe essere formalmente varata lunedì prossimo a Lussemburgo dai ministri europei degli Esteri, in quella che a questo punto appare soltanto una formalità. Il compromesso raggiunto dalla diplomazia europea prevede una sospensione annuale delle misure restrittive in vigore da anni nei confronti dei militari al potere a Naypyidaw, con una revisione dopo i primi sei mesi di applicazione.La decisione dell’Ue giunge a pochi giorni da provvedimenti che vanno nella stessa direzione già approvati da Stati Uniti, Australia, Giappone e Norvegia, come riconoscimento per la regolarità delle elezioni parlamentari dello scorso 1° aprile. Un appuntamento cruciale con le urne vinto dalla Lega nazionale per la democrazia (Nld) del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi che ha conquistato 43 dei 45 seggi parlamentari in palio, diventando il primo partito di opposizione 22 anni dopo il golpe militare del 1990.
Le sanzioni europee dovevano scadere a fine aprile: comportano divieti di viaggio all’estero e congelamento dei beni per più di 490 persone e una cinquantina di imprese e organizzazioni, in parte già revocati. Saranno anche sospese le restrizioni commerciali e finanziarie a carico di 800 aziende birmane e 52 società controllate dalla giunta militare attive nei settori delle foreste, delle miniere e delle pietre preziose.
Ad accelerare il nulla osta di Bruxelles ha contribuito l’appello lanciato venerdì scorso dal primo ministro britannico David Cameron in un incontro avuto a Yangon con la Suu Kyi. Il 28 aprile il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, si recherà in Birmania per incontrare il presidente Thein Sein, i membri della giunta e la Nobel per la Pace.
Intanto un portavoce della ‘Nld’ ha annunciato che a metà giugno la Suu Kyi effettuerà il suo primo viaggio all’estero degli ultimi 24 anni: dovrebbe andare in Norvegia e in Gran Bretagna. “Sarà una prova che può viaggiare liberamente: un indicatore molto positivo” ha sottolineato Nyan Win. L’oppositrice, che ha trascorso 15 anni della sua vita agli arresti domiciliari, ha già richiesto un passaporto alle autorità birmane che finora non glielo hanno ancora rilasciato.
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