Ragazzine barattate in cambio di maiali o animali domestici. Vendute in matrimonio appena adolescenti
Aiuto alla Chiesa che Soffre - E’ la triste sorte di molte giovani papuane descritta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre da Suor Maria del Sagrario, religiosa appartenente alle Serve del Signore e della Vergine di Matarà – istituto della Famiglia del Verbo Incarnato. «I matrimoni forzati sono il problema più grave in Papua Nuova Guinea. Ed ogni nostro sforzo è dedicato a cancellare questa terribile piaga». Nella diocesi di Vanimo - in una povera quanto remota regione nel nord-ovest del Paese oceanico - Suor Maria e le sue consorelle gestiscono l’ostello femminile «Lujan Home for Girls», dove ospitano diciannove ragazze dai tredici ai diciannove anni.
«Fortunatamente – racconta la religiosa - alcuni genitori non accettano i costumi di una società in cui le bambine sono messe in vendita già a tredici o quattordici anni, e cercano di salvare le proprie figlie affidandole alle nostre cure». L’ostello però non è grande a sufficienza per accogliere le giovani ospiti e le sei suore – che condividono un'unica stanza – e le religiose hanno chiesto aiuto ad ACS per ingrandire la struttura.
Le Serve del Signore e della Vergine di Matarà – Istituto fondato in Argentina nel 1988 – sono arrivate a Vanimo nel 2002. In questi dieci anni l’opera pastorale delle missionarie si è rivelata particolarmente preziosa nei villaggi della giungla papuana, dove non vi sono sacerdoti. Suor Maria riferisce che diverse aree della Papua Nuova Guinea sono estremamente povere e sottosviluppate. E antichi costumi come quello di «vendere le ragazzine in spose», sono tuttora molto diffusi. «E ciò che è più triste – aggiunge – è che le piccole vengono scambiate con maiali o altri animali domestici». Perfino tra i cristiani, che rappresentano il 94percento della popolazione, la pratica dei matrimoni forzati è un’usanza comune. I fedeli papuani sono numerosi, ma la cultura del Paese è «lontana anni luce» dagli insegnamenti del Vangelo. Una volta le sposate, le ragazze vengono maltrattate e sottomesse dai mariti e, contemporaneamente, sono costrette a mantenere la famiglia. Gli uomini papuani, infatti, non sono soliti lavorare.
«In questa società le donne sono oppresse e abbandonate e nessuno rispetta la loro dignità – afferma Suor Maria – E l’unica speranza per salvare tante giovanissime ragazze dal tragico destino che le aspetta è l’educazione cristiana».
«Fortunatamente – racconta la religiosa - alcuni genitori non accettano i costumi di una società in cui le bambine sono messe in vendita già a tredici o quattordici anni, e cercano di salvare le proprie figlie affidandole alle nostre cure». L’ostello però non è grande a sufficienza per accogliere le giovani ospiti e le sei suore – che condividono un'unica stanza – e le religiose hanno chiesto aiuto ad ACS per ingrandire la struttura.
Le Serve del Signore e della Vergine di Matarà – Istituto fondato in Argentina nel 1988 – sono arrivate a Vanimo nel 2002. In questi dieci anni l’opera pastorale delle missionarie si è rivelata particolarmente preziosa nei villaggi della giungla papuana, dove non vi sono sacerdoti. Suor Maria riferisce che diverse aree della Papua Nuova Guinea sono estremamente povere e sottosviluppate. E antichi costumi come quello di «vendere le ragazzine in spose», sono tuttora molto diffusi. «E ciò che è più triste – aggiunge – è che le piccole vengono scambiate con maiali o altri animali domestici». Perfino tra i cristiani, che rappresentano il 94percento della popolazione, la pratica dei matrimoni forzati è un’usanza comune. I fedeli papuani sono numerosi, ma la cultura del Paese è «lontana anni luce» dagli insegnamenti del Vangelo. Una volta le sposate, le ragazze vengono maltrattate e sottomesse dai mariti e, contemporaneamente, sono costrette a mantenere la famiglia. Gli uomini papuani, infatti, non sono soliti lavorare.
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