Rete italiana per il disarmo e Tavola della Pace in attesa dela Relazione sulle esportazioni di armamenti
Misna
- A oltre due settimane dalla data prevista dalla normativa vigente, la Presidenza del Consiglio non ha ancora reso nota la Relazione sulle esportazioni di armamenti: lo sottolineano in un documento diffuso oggi la Rete italiana per il disarmo e la Tavola della Pace. Rivolgendosi al primo ministro Mario Monti, le due organizzazioni hanno rimarcato il ritardo del governo su una pubblicazione “di fondamentale importanza per il Parlamento e per la società civile, poiché dettaglia le autorizzazioni all’esportazione e le consegne di armamenti italiani nel mondo”.
“Mentre i precedenti governi Prodi e Berlusconi dal 2006 hanno puntualmente pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio anche un sintetico ‘Rapporto’ con i dati principali – ha ricordato Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo – l’attuale Presidenza del Consiglio non solo non ha ancora adempiuto al compito previsto dalla legge, ma non ha finora risposto ufficialmente alle nostre richieste di confronto. Tutto ciò diversamente dalle buone prassi degli ultimi anni”.
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, è a sua volta tornato su recenti dichiarazioni di Monti che in visita in Israele ha annunciato una fornitura ad Israele di 30 velivoli M346 da addestramento: l’accordo, del valore di un miliardo di euro, prevede che l’Italia prenda a sua volta velivoli senza pilota e altro materiale bellico di produzione israeliana ma, ha detto Lotti, “non rappresenta un salto di qualità nella direzione della promozione della diplomazia della pace”.
Negli ultimi anni, l’Italia è stato uno di maggiori fornitori nelle zone di maggior tensione, tra Medio oriente e Asia centrale. “L’ampia consistenza di queste forniture – ha detto Giorgio Beretta, ricercatore della rete italiana per il disarmo – soprattutto negli anni recenti, ai regimi autoritari del Nord Africa e dell’intero Medio oriente che si sono macchiati di gravi violazioni in materia di diritti umani, non può passare inosservata ed è urgente che il Parlamento riprenda il ruolo che gli compete ed esamini con attenzione la compatibilità di queste esportazioni con il dettato della legge 185/1990 secondo la quale l’esportazione di armamenti deve essere conforme alla politica estera e di difesa dell’Italia”.
Misna
- A oltre due settimane dalla data prevista dalla normativa vigente, la Presidenza del Consiglio non ha ancora reso nota la Relazione sulle esportazioni di armamenti: lo sottolineano in un documento diffuso oggi la Rete italiana per il disarmo e la Tavola della Pace. Rivolgendosi al primo ministro Mario Monti, le due organizzazioni hanno rimarcato il ritardo del governo su una pubblicazione “di fondamentale importanza per il Parlamento e per la società civile, poiché dettaglia le autorizzazioni all’esportazione e le consegne di armamenti italiani nel mondo”.“Mentre i precedenti governi Prodi e Berlusconi dal 2006 hanno puntualmente pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio anche un sintetico ‘Rapporto’ con i dati principali – ha ricordato Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo – l’attuale Presidenza del Consiglio non solo non ha ancora adempiuto al compito previsto dalla legge, ma non ha finora risposto ufficialmente alle nostre richieste di confronto. Tutto ciò diversamente dalle buone prassi degli ultimi anni”.
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, è a sua volta tornato su recenti dichiarazioni di Monti che in visita in Israele ha annunciato una fornitura ad Israele di 30 velivoli M346 da addestramento: l’accordo, del valore di un miliardo di euro, prevede che l’Italia prenda a sua volta velivoli senza pilota e altro materiale bellico di produzione israeliana ma, ha detto Lotti, “non rappresenta un salto di qualità nella direzione della promozione della diplomazia della pace”.
Negli ultimi anni, l’Italia è stato uno di maggiori fornitori nelle zone di maggior tensione, tra Medio oriente e Asia centrale. “L’ampia consistenza di queste forniture – ha detto Giorgio Beretta, ricercatore della rete italiana per il disarmo – soprattutto negli anni recenti, ai regimi autoritari del Nord Africa e dell’intero Medio oriente che si sono macchiati di gravi violazioni in materia di diritti umani, non può passare inosservata ed è urgente che il Parlamento riprenda il ruolo che gli compete ed esamini con attenzione la compatibilità di queste esportazioni con il dettato della legge 185/1990 secondo la quale l’esportazione di armamenti deve essere conforme alla politica estera e di difesa dell’Italia”.
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