Il Consiglio di Stato ha ordinato la fusione di un florido distretto minerario con una contea confinante meno ricca: circa 10mila persone, che temono di finire in povertà, scendono in piazza per protestare. Negozi chiusi, decine di feriti, agenti in tenuta anti-sommossa: l’economia sempre più fattore di instabilità per la Cina.
Pechino (Asianews) - Migliaia di manifestanti si stanno scontrando in questi giorni con la polizia a Chongqing, megalopoli del sud della Cina, per protestare contro una fusione che rischia di gettarli nella povertà. I dimostranti, circa 10mila persone, chiedono al Consiglio di Stato di ritirare l'ordine che prevede l'unione del distretto di Wansheng con la contea di Qijiang. Alcune fonti parlano di decine di feriti: il governo centrale ha inviato circa 1.000 agenti in tenuta anti-sommossa per fermare i disordini.
A pochi giorni dall'epurazione e dalla messa in stato d'accusa di Bo Xilai, dunque, il suo vecchio feudo torna di nuovo sotto i riflettori. I residenti di Wansheng, distretto minerario della megalopoli, temono di perdere i generosi sussidi statali concessi dal governo all'industria estrattiva e per questo hanno scelto la protesta violenta. I negozi sono chiusi e le strade sono sorvegliate dall'esercito e dalla polizia locale.
Un residente spiega i motivi della rivolta: "Qijiang si mangerà il nostro distretto come un serpente, lasciando 280mila persone nella povertà più assoluta. Non ci sarà assistenza sanitaria o pensionistica. È ovvio che siamo arrabbiati". Il progetto governativo è quello di creare un "mega-distretto" da rendere più competitivo rispetto alle due entità precedenti.
Ma i residenti di Wansheng - che da tempo si è affermato come distretto florido dal punto di vista economico - temono che quelli di Qijiang possano approfittare della situazione andando ad appesantire i conti totali e bloccando l'erogazione di fondi pubblici per il welfare da parte di Pechino. Questo timore non è infondato: come spiega il professor Larry Lang le province e i distretti cinesi oramai possono contare soltanto sui propri introiti, dato che il governo centrale sta barando sui conti e rischia l'implosione.
Il sindaco di Chongqing, Huang Qifan, ha visitato la zona alcuni giorni fa e ha assicurato l'impegno del governo per "bilanciare e coordinare" lo sviluppo delle aree rurali e urbane. Inoltre, il governo locale ha emesso un comunicato in cui "rassicura la popolazione" riguardo alle pensioni e al sistema sanitario, che "continueranno come sempre", e ha aggiunto che Wansheng "continuerà a godere delle solite politiche a suo favore.
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Un residente spiega i motivi della rivolta: "Qijiang si mangerà il nostro distretto come un serpente, lasciando 280mila persone nella povertà più assoluta. Non ci sarà assistenza sanitaria o pensionistica. È ovvio che siamo arrabbiati". Il progetto governativo è quello di creare un "mega-distretto" da rendere più competitivo rispetto alle due entità precedenti.
Ma i residenti di Wansheng - che da tempo si è affermato come distretto florido dal punto di vista economico - temono che quelli di Qijiang possano approfittare della situazione andando ad appesantire i conti totali e bloccando l'erogazione di fondi pubblici per il welfare da parte di Pechino. Questo timore non è infondato: come spiega il professor Larry Lang le province e i distretti cinesi oramai possono contare soltanto sui propri introiti, dato che il governo centrale sta barando sui conti e rischia l'implosione.
Il sindaco di Chongqing, Huang Qifan, ha visitato la zona alcuni giorni fa e ha assicurato l'impegno del governo per "bilanciare e coordinare" lo sviluppo delle aree rurali e urbane. Inoltre, il governo locale ha emesso un comunicato in cui "rassicura la popolazione" riguardo alle pensioni e al sistema sanitario, che "continueranno come sempre", e ha aggiunto che Wansheng "continuerà a godere delle solite politiche a suo favore.
Chen Weijun
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