Da oltre un anno non si sa nulla sulla turista toscana rapita dai terroristi di Al Qaeda
di Paola Bisconti
Nell’oasi di Djanet, nel Sahara, non lontano dalla frontiera con il Niger, è avvenuto l’ennesimo rapimento: il 2 febbraio del 2011 Maria Sandra Martini è stata presa in ostaggio da alcuni uomini armati. Sono 13 mesi che non si conoscono le sorti della turista fiorentina. Ha 54 anni e viveva a San Casciano Val di Pesa dove lavorava presso un agriturismo: era in Africa in vacanza e avrebbe raggiunto degli amici algerini, gestori di una struttura turistica. I concittadini sono vicini ai parenti e sulla facciata di Palazzo Vecchio, nel capoluogo toscano, è stato appeso uno striscione che raffigura Maria Sandra e Rossella Urru.
Giovedi 8 marzo è stato organizzato un “blogging day” per ricordare tutti i 100 ostaggi italiani nel mondo. L’evento era una sorta di provocazione contro i media che non hanno prestato la stessa attenzione che c’è stata per Rossella Urru o altri casi eclatanti. È inconcepibile notare come il clamore mediatico possa incidere sulla liberazione di un sequestrato. La madre Fiammetta, infatti, ha deciso insieme al marito Lido, il figlio Alessio e la sorella Maria Angela di lanciare un nuovo appello. Con una voce debole e interrotta dal pianto chiede il perché di questo rapimento e mostra la speranza di riabbracciare Maria Sandra al più presto.
Andrea Ricciardi, il ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, si augura di trovare al più presto una soluzione per questo caso e la Farnesina invita i parenti a non preoccuparsi. Le consolazioni, tuttavia, non sono sufficienti per placare i timori dei familiari della vittima. Maria Sandra era in compagnia di una guida turistica e di un cuoco che poi sono stati rilasciati dai rapitori. Aziz, la guida turistica, è stata addirittura arrestata perché ritenuta complice del sequestro. La notizia è stata pubblicata da Anis Rahmani, il direttore del quotidiano “Ennahar”. Ma Kherrani, direttore dell’agenzia turistica presso la quale Aziz ha svolto servizio per 16 anni, si dichiara incredulo.
Qualche settimana dopo il rapimento Al Arabiya, la tv araba, ha ricevuto un audio-messaggio dove Maria Sandra Martini diceva in lingua francese di stare bene. La sua dichiarazione è preceduta dalla voce di un uomo che in arabo afferma di detenere la donna da mercoledì 2 febbraio e che chiede che la donna possa rivolgersi al suo capo di Stato. Un altro messaggio trasmesso a maggio testimonia che la donna è ancora viva.
I terroristi appartengono ad Al Qaeda per il Maghreb islamico, un’organizzazione attiva nel Sahara algerino, dove già avevano rapito altri stranieri. Il gruppo è nato in seguito ad un conflitto tra le forze di sicurezza e i militanti islamici nel nord dell’Algeria, e le autorità li hanno intimiditi costringendoli a spostarsi: i confini ora sono diventati gli scenari perfetti per compiere i sequestri grazie all’assenza di ogni tipo di sorveglianza.
di Paola BiscontiNell’oasi di Djanet, nel Sahara, non lontano dalla frontiera con il Niger, è avvenuto l’ennesimo rapimento: il 2 febbraio del 2011 Maria Sandra Martini è stata presa in ostaggio da alcuni uomini armati. Sono 13 mesi che non si conoscono le sorti della turista fiorentina. Ha 54 anni e viveva a San Casciano Val di Pesa dove lavorava presso un agriturismo: era in Africa in vacanza e avrebbe raggiunto degli amici algerini, gestori di una struttura turistica. I concittadini sono vicini ai parenti e sulla facciata di Palazzo Vecchio, nel capoluogo toscano, è stato appeso uno striscione che raffigura Maria Sandra e Rossella Urru.
Giovedi 8 marzo è stato organizzato un “blogging day” per ricordare tutti i 100 ostaggi italiani nel mondo. L’evento era una sorta di provocazione contro i media che non hanno prestato la stessa attenzione che c’è stata per Rossella Urru o altri casi eclatanti. È inconcepibile notare come il clamore mediatico possa incidere sulla liberazione di un sequestrato. La madre Fiammetta, infatti, ha deciso insieme al marito Lido, il figlio Alessio e la sorella Maria Angela di lanciare un nuovo appello. Con una voce debole e interrotta dal pianto chiede il perché di questo rapimento e mostra la speranza di riabbracciare Maria Sandra al più presto.
Andrea Ricciardi, il ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, si augura di trovare al più presto una soluzione per questo caso e la Farnesina invita i parenti a non preoccuparsi. Le consolazioni, tuttavia, non sono sufficienti per placare i timori dei familiari della vittima. Maria Sandra era in compagnia di una guida turistica e di un cuoco che poi sono stati rilasciati dai rapitori. Aziz, la guida turistica, è stata addirittura arrestata perché ritenuta complice del sequestro. La notizia è stata pubblicata da Anis Rahmani, il direttore del quotidiano “Ennahar”. Ma Kherrani, direttore dell’agenzia turistica presso la quale Aziz ha svolto servizio per 16 anni, si dichiara incredulo.
Qualche settimana dopo il rapimento Al Arabiya, la tv araba, ha ricevuto un audio-messaggio dove Maria Sandra Martini diceva in lingua francese di stare bene. La sua dichiarazione è preceduta dalla voce di un uomo che in arabo afferma di detenere la donna da mercoledì 2 febbraio e che chiede che la donna possa rivolgersi al suo capo di Stato. Un altro messaggio trasmesso a maggio testimonia che la donna è ancora viva.
I terroristi appartengono ad Al Qaeda per il Maghreb islamico, un’organizzazione attiva nel Sahara algerino, dove già avevano rapito altri stranieri. Il gruppo è nato in seguito ad un conflitto tra le forze di sicurezza e i militanti islamici nel nord dell’Algeria, e le autorità li hanno intimiditi costringendoli a spostarsi: i confini ora sono diventati gli scenari perfetti per compiere i sequestri grazie all’assenza di ogni tipo di sorveglianza.
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Contnuate a chiedere notizie e fornitecene altre e noi terremo alta l'attenzione sulla rete vorremmo che queste situazioni terminassero una volta per tutte, per risolvere altre diatribe non si debbono prendere le persone in ostaggio ma discutere dei problemi attorno ad un tavolo con l'intento di trovare una soluzione accettabile da tutti, questa é civiltà.
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