Una signora di 59 anni, in coma dopo un trauma cranico, è stata trovata legata a una barella con delle lenzuola e senza nutrizione, in attesa ormai da quattro giorni di essere ricoverata 'da un minuto all'altro'. A denunciare la triste scoperta sono stati i senatori, eletti nel Lazio, Ignazio Marino (Pd) e Domenico Gramazio (Pdl), dopo un 'blitz' effettuato al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I.
"La signora aveva solo la flebo con l'acqua fisiologica" e "i sanitari ci hanno spiegato che erano in attesa, da un minuto all'altro, di poterla trasferire in un altro reparto per darle assistenza", hanno riferito all'Ansa Gramazio e Marino. Nel frattempo, per 4 giorni, la signora è rimasta in attesa nella cosiddetta "Piazzetta", legata con delle lenzuola a mani e piedi alla barella per evitare cadute, visto che il letto era senza sponde. La causa di questa condizione? La mancanza di posti letto per il ricovero.
La Piazzetta è il nome dato, con tragico sarcasmo, a una stanza di passaggio più capiente dei corridoi: potrebbe accogliere al massimo 8 persone, ma in media se ne trovano una ventina, e contemporaneamente un'altra decina di pazienti attendono in Osservazione breve e altri cinque o sei aspettano nel box. Dunque una media di 34 persone in attesa. I medici arrivano anche a dover far fronte contemporaneamente a 50 malati, racconta un operatore sanitario che lavora al Policlinico Umberto I di Roma: “Ogni giorno ‘si va in guerra’”. L'ambiente richiama in effetti le tende della Croce Rossa in un ospedale militare, peccato solo che l'Umberto I sia uno degli ospedali più rinomati della capitale.
I medici combattono non solo contro la morte, ma anche contro burocrazia e tagli a spese e personale. "Rischiamo ogni giorno e mettiamo a repentaglio la nostra professionalità, ma l'obiettivo é salvare vite umane - spiega l'operatore con molta esperienza di Primo Soccorso - dunque anche su una barella, sì, anche nel sovraffollamento noi teniamo fede al giuramento d'Ippocrate. E ci prendiamo delle responsabilità solo per aiutare chi sta male". Parole degne di un medico da campo.
"Si tratta di una situazione che non è giustificabile in alcun modo", replica il senatore Marino, che intende denunciare la situazione verificata oggi al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma alla Procura della Repubblica. "Ognuno di noi potrebbe essere quella donna - spiega - non si può andare avanti così. Concorde il parere di Domenico Gramazio, che spiega di dover ancora parlare con Marino dell'ipotesi di denuncia, e intanto si dice contrario all'idea che la commissione parlamentare sul servizio sanitario apra una seconda inchiesta sul 'caso' perché potrebbe sovrapporsi a quella della magistratura. Nel frattempo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha già disposto l'invio d'urgenza di una visita ispettiva presso il Policlinico: gli ispettori sono già arrivati all’ospedale e stanno raccogliendo tutti gli elementi relativi alla vicenda.
Il direttore del Dea (Dipartimento di Emergenza e Accettazione), Claudio Modini, afferma che "la donna, in coma da tre giorni, viene assistita al meglio, con terapia idrica. Non è nei miei poteri - ha proseguito - trovare il posto dove dovrebbe essere ricoverata, cosa che auspico, ma si cerca comunque di curarla al meglio. E' un fatto che capita spesso, ma in questi casi l'ammalato è comunque assistito. E' assistita al meglio dalle migliori professionalità medico-infermieristiche, 24 ore su 24. I due senatori - conclude - hanno verificato un fenomeno noto da anni, quello dei grandi ospedali in cui i pazienti aspettano per ore, o per giorni, un ricovero".
In un clima piuttosto ostile, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, non rinuncia a esortare i cittadini a continuare a fidarsi della sanità pubblica e soprattutto di tutto il personale altamente qualificato, medico e non medico, impegnato quotidianamente a garantire il diritto alla salute delle persone.
Non ammette invece scusanti il presidente Codacons, Carlo Rienzi, secondo il quale "siamo di fronte ad una violenza inaccettabile e ad una chiara lesione della dignità umana. Invitiamo i parenti della donna in coma, anche attraverso l'assistenza del Codacons, a chiedere i danni ai responsabili di tutto ciò: ospedale, Regione Lazio e Servizio Sanitario Nazionale. Non basta scaricare le responsabilità dell'accaduto sulla mancanza di posti letto, riteniamo che simili episodi debbano essere puniti, e il danno subito dalla paziente e dai suoi familiari adeguatamente risarcito".
"La signora aveva solo la flebo con l'acqua fisiologica" e "i sanitari ci hanno spiegato che erano in attesa, da un minuto all'altro, di poterla trasferire in un altro reparto per darle assistenza", hanno riferito all'Ansa Gramazio e Marino. Nel frattempo, per 4 giorni, la signora è rimasta in attesa nella cosiddetta "Piazzetta", legata con delle lenzuola a mani e piedi alla barella per evitare cadute, visto che il letto era senza sponde. La causa di questa condizione? La mancanza di posti letto per il ricovero.
La Piazzetta è il nome dato, con tragico sarcasmo, a una stanza di passaggio più capiente dei corridoi: potrebbe accogliere al massimo 8 persone, ma in media se ne trovano una ventina, e contemporaneamente un'altra decina di pazienti attendono in Osservazione breve e altri cinque o sei aspettano nel box. Dunque una media di 34 persone in attesa. I medici arrivano anche a dover far fronte contemporaneamente a 50 malati, racconta un operatore sanitario che lavora al Policlinico Umberto I di Roma: “Ogni giorno ‘si va in guerra’”. L'ambiente richiama in effetti le tende della Croce Rossa in un ospedale militare, peccato solo che l'Umberto I sia uno degli ospedali più rinomati della capitale.
I medici combattono non solo contro la morte, ma anche contro burocrazia e tagli a spese e personale. "Rischiamo ogni giorno e mettiamo a repentaglio la nostra professionalità, ma l'obiettivo é salvare vite umane - spiega l'operatore con molta esperienza di Primo Soccorso - dunque anche su una barella, sì, anche nel sovraffollamento noi teniamo fede al giuramento d'Ippocrate. E ci prendiamo delle responsabilità solo per aiutare chi sta male". Parole degne di un medico da campo.
"Si tratta di una situazione che non è giustificabile in alcun modo", replica il senatore Marino, che intende denunciare la situazione verificata oggi al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma alla Procura della Repubblica. "Ognuno di noi potrebbe essere quella donna - spiega - non si può andare avanti così. Concorde il parere di Domenico Gramazio, che spiega di dover ancora parlare con Marino dell'ipotesi di denuncia, e intanto si dice contrario all'idea che la commissione parlamentare sul servizio sanitario apra una seconda inchiesta sul 'caso' perché potrebbe sovrapporsi a quella della magistratura. Nel frattempo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha già disposto l'invio d'urgenza di una visita ispettiva presso il Policlinico: gli ispettori sono già arrivati all’ospedale e stanno raccogliendo tutti gli elementi relativi alla vicenda.
Il direttore del Dea (Dipartimento di Emergenza e Accettazione), Claudio Modini, afferma che "la donna, in coma da tre giorni, viene assistita al meglio, con terapia idrica. Non è nei miei poteri - ha proseguito - trovare il posto dove dovrebbe essere ricoverata, cosa che auspico, ma si cerca comunque di curarla al meglio. E' un fatto che capita spesso, ma in questi casi l'ammalato è comunque assistito. E' assistita al meglio dalle migliori professionalità medico-infermieristiche, 24 ore su 24. I due senatori - conclude - hanno verificato un fenomeno noto da anni, quello dei grandi ospedali in cui i pazienti aspettano per ore, o per giorni, un ricovero".
In un clima piuttosto ostile, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, non rinuncia a esortare i cittadini a continuare a fidarsi della sanità pubblica e soprattutto di tutto il personale altamente qualificato, medico e non medico, impegnato quotidianamente a garantire il diritto alla salute delle persone.
Non ammette invece scusanti il presidente Codacons, Carlo Rienzi, secondo il quale "siamo di fronte ad una violenza inaccettabile e ad una chiara lesione della dignità umana. Invitiamo i parenti della donna in coma, anche attraverso l'assistenza del Codacons, a chiedere i danni ai responsabili di tutto ciò: ospedale, Regione Lazio e Servizio Sanitario Nazionale. Non basta scaricare le responsabilità dell'accaduto sulla mancanza di posti letto, riteniamo che simili episodi debbano essere puniti, e il danno subito dalla paziente e dai suoi familiari adeguatamente risarcito".
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