Tutti i prigionieri hanno avuto un panino, nonostante la siccità abbia reso la farina “difficile da trovare” e i prezzi siano “sempre più impossibili”: dopo la solidarietà e gli incontri nel carcere di Ntcheu, per l’epifania i missionari monfortani sperano di portare nel penitenziario di Zomba anche un po’ di marmellata.
Misna - A raccontare alla MISNA di quest’esperienza è padre Piergiorgio Gamba, uno degli animatori della comunità missionaria del Sud del Malawi. Con i 270 prigionieri “assiepati stretti stretti” nel cortile del carcere di Ntcheu c’è stata la “condivisione” del pane in occasione del Natale; ma anche e soprattutto il loro incontro con i bambini che sono stati costretti a lasciare mesi o anni fa. “Li abbiamo accompagnati – dice padre Piergiorgio – perché sapessero accettare un papà carcerato e per dire a chi è in prigione: ‘C’è qualcuno che vi aspetta e che ha bisogno di voi’”. Il missionario racconta di incontri “miracolosi” e del sentimento di poter ricominciare, “come per i quattro fratellini che non sapevano più del loro papà da oltre due anni” o della “ragazzina vestita a festa per l’incontro con un genitore mai conosciuto davvero”.
Tra due giorni, venerdì, i monfortani saranno nel penitenziario di massima sicurezza di Zomba. A offrire il pane sarà ancora una volta “Half Way Home”, “La casa a metà strada”, un’associazione nata dall’impegno di chi ha sofferto dietro le sbarre e ora vuole portare in quelle stesse celle un po’ di speranza. “A Zomba – dice padre Gamba – ci sono 2400 carcerati: i pani e le marmellate da preparare sono tanti”.
[VG]
Misna - A raccontare alla MISNA di quest’esperienza è padre Piergiorgio Gamba, uno degli animatori della comunità missionaria del Sud del Malawi. Con i 270 prigionieri “assiepati stretti stretti” nel cortile del carcere di Ntcheu c’è stata la “condivisione” del pane in occasione del Natale; ma anche e soprattutto il loro incontro con i bambini che sono stati costretti a lasciare mesi o anni fa. “Li abbiamo accompagnati – dice padre Piergiorgio – perché sapessero accettare un papà carcerato e per dire a chi è in prigione: ‘C’è qualcuno che vi aspetta e che ha bisogno di voi’”. Il missionario racconta di incontri “miracolosi” e del sentimento di poter ricominciare, “come per i quattro fratellini che non sapevano più del loro papà da oltre due anni” o della “ragazzina vestita a festa per l’incontro con un genitore mai conosciuto davvero”.Tra due giorni, venerdì, i monfortani saranno nel penitenziario di massima sicurezza di Zomba. A offrire il pane sarà ancora una volta “Half Way Home”, “La casa a metà strada”, un’associazione nata dall’impegno di chi ha sofferto dietro le sbarre e ora vuole portare in quelle stesse celle un po’ di speranza. “A Zomba – dice padre Gamba – ci sono 2400 carcerati: i pani e le marmellate da preparare sono tanti”.
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