Il Wall Street Journal: "Fu la cancelliera teutonica a chiedere a Napolitano di defenestrare il Premier"
il commento di Silvio Foini
Il Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli, definisce un "attentato alla Costituzione" le indiscrezioni sulla telefonata del Cancelliere tedesco Merkel al Presidente Napolitano per chiedere le dimissioni del premier Berlusconi. Ovviamente Napolitano ha confermato la telefonata, ma ha negato la richiesta: del resto non avrebbe potuto fare diversamente, perché la vicenda avrebbe davvero configurato un attentato alla Costituzione. “Prendiamo per buona la smentita del Quirinale ma certamente sono accaduti fatti decisamente strani: consultazioni, non certamente formali, del Presidente della Repubblica con un Governo in carica mai sfiduciato, Berlusconi che sale al Colle anticipando a noi ministri che avrebbe proposto un nuovo Governo politico e ne esce preannunciando invece le sue dimissioni; un attacco speculativo sui titoli Mediaset; lettere e richiami della Bce e della Commissioni Europea che sanno di 'romano' lontano un miglio; le risate della Merkel e Sarkozy ultra propagandate dai mass media nostrani”, continua Calderoli, che annuncia che “proporrà alla prossima segreteria politica della Lega di indire una commissione parlamentare di inchiesta per far piena luce e ricostruire i fatti che portarono alla fine del Governo Berlusconi e alle dimissioni del premier, che sembrano sempre di più spintonate”.
Il Pdl tuttavia asserisce che Berlusconi abbia lasciato esclusivamente per senso di responsabilità, pur giudicando “ brutta” la versione raccontata dal Wall Street Journal. L’interrogativo però resta: quali interessi potevano spingere Berlino a chiedere la rimozione di un governo legittimato dalla volontà popolare? Sicuramente la paura che il crac dell'Italia avrebbe trascinato a fondo l'intero pianeta-Euro... ma c'era anch dell'altro?
La Merkel, fa eco l'ex ministro Gianfranco Rotondi, “sapeva perfettamente che Napolitano non avrebbe mai accettato una simile ingerenza. Conosco Napolitano da due Repubbliche per sapere che non ha dato retta alla Merkel”. Ignazio La Russa rincara la dose: “Il Wall Street Journal può scrivere quello che vuole. Io credo di saperne almeno quanto il Wsj di quello che avvenne in quei giorni e so che la decisione di lasciare fu presa da Berlusconi per un atto di generosità e responsabilità. Spetta al Parlamento dare o non dare la fiducia, il Presidente della Repubblica quindi non ha neanche gli strumenti costituzionali per far cadere un Primo Ministro”.
Crediamo che, nonostante il 2011 sia finito, non abbia portato via con sé i veleni che hanno ammorbato l’aria dei suoi ultimi mesi, e purtroppo tutto sarà rinviato alla prossime puntate…
il commento di Silvio FoiniIl Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli, definisce un "attentato alla Costituzione" le indiscrezioni sulla telefonata del Cancelliere tedesco Merkel al Presidente Napolitano per chiedere le dimissioni del premier Berlusconi. Ovviamente Napolitano ha confermato la telefonata, ma ha negato la richiesta: del resto non avrebbe potuto fare diversamente, perché la vicenda avrebbe davvero configurato un attentato alla Costituzione. “Prendiamo per buona la smentita del Quirinale ma certamente sono accaduti fatti decisamente strani: consultazioni, non certamente formali, del Presidente della Repubblica con un Governo in carica mai sfiduciato, Berlusconi che sale al Colle anticipando a noi ministri che avrebbe proposto un nuovo Governo politico e ne esce preannunciando invece le sue dimissioni; un attacco speculativo sui titoli Mediaset; lettere e richiami della Bce e della Commissioni Europea che sanno di 'romano' lontano un miglio; le risate della Merkel e Sarkozy ultra propagandate dai mass media nostrani”, continua Calderoli, che annuncia che “proporrà alla prossima segreteria politica della Lega di indire una commissione parlamentare di inchiesta per far piena luce e ricostruire i fatti che portarono alla fine del Governo Berlusconi e alle dimissioni del premier, che sembrano sempre di più spintonate”.
Il Pdl tuttavia asserisce che Berlusconi abbia lasciato esclusivamente per senso di responsabilità, pur giudicando “ brutta” la versione raccontata dal Wall Street Journal. L’interrogativo però resta: quali interessi potevano spingere Berlino a chiedere la rimozione di un governo legittimato dalla volontà popolare? Sicuramente la paura che il crac dell'Italia avrebbe trascinato a fondo l'intero pianeta-Euro... ma c'era anch dell'altro?
La Merkel, fa eco l'ex ministro Gianfranco Rotondi, “sapeva perfettamente che Napolitano non avrebbe mai accettato una simile ingerenza. Conosco Napolitano da due Repubbliche per sapere che non ha dato retta alla Merkel”. Ignazio La Russa rincara la dose: “Il Wall Street Journal può scrivere quello che vuole. Io credo di saperne almeno quanto il Wsj di quello che avvenne in quei giorni e so che la decisione di lasciare fu presa da Berlusconi per un atto di generosità e responsabilità. Spetta al Parlamento dare o non dare la fiducia, il Presidente della Repubblica quindi non ha neanche gli strumenti costituzionali per far cadere un Primo Ministro”.
Crediamo che, nonostante il 2011 sia finito, non abbia portato via con sé i veleni che hanno ammorbato l’aria dei suoi ultimi mesi, e purtroppo tutto sarà rinviato alla prossime puntate…
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