In Italia, il Senato ha avviato stamani l’esame del decreto legge in materia di sovraffollamento delle carceri.
Radio Vaticana - Tra le varie misure, il decreto allarga da 12 a 18 mesi di pena residua il requisito richiesto per la destinazione agli arresti domiciliari. L’aula di Palazzo Madama ha anche approvato la relazione del ministro Paola Severino sullo stato della giustizia. Il servizio di Amedeo Lomonaco: ascolta
Nella relazione, il ministro della Giustizia esprime preoccupazione per la situazione delle carceri. I detenuti nei 206 penitenziari italiani sono 66.897, ma la capienza è di poco superiore a 45 mila. I processi pendenti sono oltre nove milioni e il 42% dei detenuti, oltre 28 mila, sono in attesa di giudizio. I magistrati in organico sono 8.834, ma risultano scoperti 1.317 posti ed in media, nel civile, i tempi per una sentenza definitiva sono pari a sette anni e tre mesi. Nel penale ci vogliono, mediamente, quattro anni e nove mesi. Si tratta di tempi inaccettabili, come sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di "Antigone", Associazione impegnata nella difesa dei diritti nel sistema penale:
“Può capitare, ad esempio nel caso di un procedimento penale, che una persona dopo cinque anni venga condannata e incarcerata, supponiamo per un fatto non di particolare gravità. E in questi cinque anni ha trovato un lavoro, una famiglia… Una sentenza, dopo tanto tempo, rovina la vita delle persone. Bisognerà trovare il modo perché i tempi si velocizzino, altrimenti non c’è altra riforma possibile, il sistema è fallimentare”.
Il ministro della Giustizia ha anche aggiunto che se il parlamento dovesse raggiungere un’intesa su un’amnistia, il governo non avrebbe nulla da obiettare. Ancora Patrizio Gonnella:
“E’ una soluzione non definitiva, un provvedimento eccezionale di clemenza. Se accompagnata ad una seria riforma del codice penale, l’amnistia potrebbe essere una chiave di volta. Bisognerà vedere se le forze politiche si assumeranno l’onere di una scelta impopolare”.
Le lacune nella giustizia hanno anche effetti economici. Nella relazione, si ricorda che, secondo la Banca d'Italia, “l’inefficienza della giustizia civile italiana può essere misurata in termini economici come pari all’1% del Pil”. Soltanto nel 2011, sono stati sborsati 46 milioni di euro per procedimenti penali dovuti ad errori giudiziari.
Radio Vaticana - Tra le varie misure, il decreto allarga da 12 a 18 mesi di pena residua il requisito richiesto per la destinazione agli arresti domiciliari. L’aula di Palazzo Madama ha anche approvato la relazione del ministro Paola Severino sullo stato della giustizia. Il servizio di Amedeo Lomonaco: ascoltaNella relazione, il ministro della Giustizia esprime preoccupazione per la situazione delle carceri. I detenuti nei 206 penitenziari italiani sono 66.897, ma la capienza è di poco superiore a 45 mila. I processi pendenti sono oltre nove milioni e il 42% dei detenuti, oltre 28 mila, sono in attesa di giudizio. I magistrati in organico sono 8.834, ma risultano scoperti 1.317 posti ed in media, nel civile, i tempi per una sentenza definitiva sono pari a sette anni e tre mesi. Nel penale ci vogliono, mediamente, quattro anni e nove mesi. Si tratta di tempi inaccettabili, come sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di "Antigone", Associazione impegnata nella difesa dei diritti nel sistema penale:
“Può capitare, ad esempio nel caso di un procedimento penale, che una persona dopo cinque anni venga condannata e incarcerata, supponiamo per un fatto non di particolare gravità. E in questi cinque anni ha trovato un lavoro, una famiglia… Una sentenza, dopo tanto tempo, rovina la vita delle persone. Bisognerà trovare il modo perché i tempi si velocizzino, altrimenti non c’è altra riforma possibile, il sistema è fallimentare”.
Il ministro della Giustizia ha anche aggiunto che se il parlamento dovesse raggiungere un’intesa su un’amnistia, il governo non avrebbe nulla da obiettare. Ancora Patrizio Gonnella:
“E’ una soluzione non definitiva, un provvedimento eccezionale di clemenza. Se accompagnata ad una seria riforma del codice penale, l’amnistia potrebbe essere una chiave di volta. Bisognerà vedere se le forze politiche si assumeranno l’onere di una scelta impopolare”.
Le lacune nella giustizia hanno anche effetti economici. Nella relazione, si ricorda che, secondo la Banca d'Italia, “l’inefficienza della giustizia civile italiana può essere misurata in termini economici come pari all’1% del Pil”. Soltanto nel 2011, sono stati sborsati 46 milioni di euro per procedimenti penali dovuti ad errori giudiziari.
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Sono presenti 8 commenti
serve senza altro un amnistia,,perche se no nn si risolve niente ,, sicuramente e' un risparmio economico anche per la crisi che purtropo cie di brutto..
ci vuole una amnistia e subito. il parlamento ne prenda atto. siamo stanchi di vedere gente in camicie bianche fuori dal carcere mentre coloro che non possono permettersi un buon avvocato, stare dentro quelle carceri vergognose oramai agli occhi di tutti. prendete esempio dall'olanda....chiuderanno addirittura delle carceri per mancanza di detenuti. forza AMNISTIA!!!!
io credo che dopo tutte quelle figuracce fatte dal governo con deputatati tutelati dalla immunita parlamentare e ora che i sogniori del governo si mettino una mano sulla coscenza e vottino una aministia anche perche la gente e stanca di vedere toccare lo stipendio voi sapete meglio di noi quanti soldi entreranno nelle casse del governo concedendo la amnistia
ringrazio il ministro paola severino e anche il nostro presidente della republica sign.GIORGIO NAPOLITANO per essere favorevole ad un atto di clemenza
bn giorno
vorrei esprimere il mio parere dare possibilità a chi ha sbagliato di recuperare e qui in'italia questo nn c'è ci vuole un'atto di clemenza senza avere paura dell'opinione pubblica anche x risolvere il debito pubblico nn pensiamo solo a svuotare i carceri ma diamo anche la possibbilità di cambiare
Di siguro un'aministia sarebbe la cosa giusta,il fatto di mandare agli arresti domiciliari tutti i detenuti che devono scontare gli ultimi 18 mesi, sarebbe dare un maggior sforzo alle forze dell'ordine incaricati della sorveglianza degli stessi.Sarebbe migliore allora dare una aministia a questi detenuti che deveno scontare gli ultimi 18 mesi
BUONGIORNO,
FAVEREVOLE A UN AMNISTIA , MA è ORA CHE COME STABILITO DALLA CARTA COSTITUZIONALE IL CARCERE DIVENTI UNO STRUMENTO DI RIABILITAZIONE E NON UN UNIVRSITA DEL CRIMINE. DARE LA POSSIBILITA A CHI A SBAGLIATO DI RIINSERIRSI NELL AMBITO LAVORATIVO. gLI ATTUALI TEMPI DELLA GIUSTIZIA PER IL 90% DEI CASI SONO LA CAUSA DELLA REITERAZIONE DEL REATO . PER ESPERIENZA PERSONALE VI DICO CHE SONO STATO CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA DOPO 9 ANNI E QUINDI ARRESTATO PER SCONTARE UNA PENA DI 1 ANNO E 6 MESI . DOPO AVER CON TANTA FATICA TROVATO UN LAVORO , ACQUISTATO UNA CASA , FATTO UNA FAMIGLIA DOPO 9 ANNI MI TROVO UN MANDATO DI CATTURA CHE NON SOLO MI HA FATTO PERDERE LAVORO E CASA NON ESSENDO PIU IN GRADO DI PAGARE IL MUTUO MA ORA PER ACCEDERE ALLA MISURA ALTERNATIVA DI AFFIDAMENTO AL LAVORO MI VIENE CHIESTO UN LAVORO CHE HO PERSO. E VERO HO SBAGLIATO E DEVO PAGARE , MA COSI ONESTAMENTE MI SEMBRA VOLER SPINGERE NEL BARATRO CHI è GIA SUL ORLO DEL PRECIPIZIO
io sono favorevole ad un atto di clemenza pero obbligheri a lavori socialmente utili in questo modo si risparmierebbe anche sulle amministazioni pubbliche comunque abbiate coraggio e date quest atto di clemenza che i dio vene rendera merito
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