domenica, dicembre 11, 2011
L’abile showman si cimenta in un singolare siparietto televisivo sul profilattico, da lui ribattezzato “Salvalavita Pischelli”. E sale l’audience, ma anche le polemiche: molti si chiedono se sia questo il modo migliore per istruire le nuove generazioni sul valore della sessualità e sul senso dell’amore.

di Bartolo Salone

Nell’ultima puntata del suo fortunato show (in diretta su RaiUno lo scorso lunedì), Fiorello ha voluto proprio strafare, lanciandosi in un ardito inno sul profilattico. Il presentatore, contravvenendo ad una circolare interna alla Rai (che in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids del primo dicembre avrebbe sconsigliato l’uso in Tv della parola “profilattico”), non solo ha incitato il pubblico a ripetere in coro la “sconveniente” parola, ma ci ha fatto addirittura un rap con Jovanotti. A questo punto lo showman, assunte le vesti del sanitario, con tono ironico e quasi stupito ha esclamato: “Pensate che con questa cosa, facile facile, non si prendono le malattie. Non si prende l’Aids. Incredibile, eh?”. Infine, assunte le vesti del moralizzatore, ha ammonito i giovani: “Il profilattico salva la vita! E’ come il ‘Salvalavita Beghelli’. Potremmo chiamarlo ‘Salvalavita Pischelli’”.

La performance, pur da alcuni apprezzata, non è piaciuta invece a Famiglia Cristiana, la quale ha bollato dal suo sito l’iniziativa di Fiorello come “goliardia retrodatata”, evidenziando una mancanza di rispetto verso le famiglie e gli stessi ragazzi. Ma non è piaciuta neppure al Moige (Movimento Italiano Genitori), il quale ha così commentato: “Diffondere con leggerezza e ignoranza un’informazione scientificamente parziale e quindi inesatta sulla protezione dei condom, dove gli stessi fogli illustrativi sui profilattici citano che l’utilizzo del profilattico non elimina il rischio, non è il modo di fare spettacolo per le famiglie corretto e proprio di un artista della caratura di Fiorello. Ai giovani bisogna trasmettere messaggi veri, valori e principi solidi e un’educazione alla sessualità corretta, consapevole e completa, che riguardi non solo la sfera sanitaria, ma anche e soprattutto quella affettiva. La Tv non può e non deve affrontare un tema delicato come quello della sessualità dei giovani con tale leggerezza e banalità”.

La gag di Fiorello, al di là di ogni pur lecito giudizio di valore e di opportunità, sollecita una riflessione approfondita non solo sul tema della prevenzione dell’Aids, ma anche della educazione alla sessualità dei giovani. In quest’ambito si avverte, infatti, una preoccupante latitanza da parte delle fondamentali realtà educative, ossia le famiglie e la scuola. Sul tema della sessualità si preferisce delegare sovente l’informazione e l’educazione dei giovani alla televisione, al web, alla stessa pubblicità commerciale, ossia a “strutture” interessate più ai profitti e all’audience che al bene dei ragazzi. Finché le tradizionali strutture educative non si riapproprieranno del loro ruolo, la situazione non potrà che peggiorare e performance come quella di Fiorello ed altre ben peggiori diverranno presto la regola e non più l’eccezione.

L’approccio alla tematica scelto dal famoso presentatore, purtroppo condiviso da larghi strati dell’opinione pubblica, si caratterizza invero per un forte deficit di tipo pedagogico, oltre che per paternalismo retorico. In primo luogo, infatti, non è onesto circoscrivere il problema dell’Aids e del corretto uso dei preservativi ai giovani, come se gli adulti, da questo punto di vista, fossero più “virtuosi” o quantomeno più “cauti”. E’ vero che ogni anno si abbassa progressivamente l’età in cui i ragazzi si avvicinano al sesso (secondo un recente studio condotto dall’Istituto di Ortofonologia, su un campione di circa 8500 giovani di età compresa tra i 12 e i 20 anni, il 72% risulta aver avuto le prime esperienze sessuali tra i 12 e 14 anni) e che, vuoi per inesperienza, vuoi per immaturità, molti giovani acconsentono a rapporti sessuali non protetti, senza considerare adeguatamente i rischi alla salute. Ma, stando ai dati resi noti proprio il mese scorso dal Centro Operativo Aids, istituito presso il Ministero della Salute, dal 2000 al 2010 si è osservato un brusco aumento delle infezioni da Hiv, per lo più acquisite a seguito di rapporti sessuali non protetti, proprio in persone adulte e con più di 50 anni d’età. Alla luce di questi dati , si dirà ancora che il profilattico è un “salvavita” per pischelli?

In secondo luogo, dalle parole dello showman emerge la più assoluta incapacità di considerare il problema della sessualità sotto una prospettiva diversa da quella strettamente sanitaria. Sembra quasi che l’unico problema degno di attenzione nell’ambito della sessualità giovanile ed adolescenziale sia quello di evitare “effetti collaterali” quali gravidanze indesiderate e infezione da Hiv, come se, risolto questo “problemino” col preservativo od altri mezzi contraccettivi, tutto sia a posto. Alla base di questa visione così miope e sostanzialmente amorale, sta l’idea che il sesso in fondo risponda soltanto ad un impulso fisiologico, un po’ come il mangiare o il bere (ed è significativo di questa diffusa concezione che i profilattici ormai siano venduti tranquillamente anche nei supermercati accanto ai generi alimentari) e che quindi possa essere vissuto anche al di fuori di una seria storia d’amore o di una stabile relazione di coppia. Focalizzare l’attenzione solo sull’aspetto sanitario, tacendo le implicazioni morali ed affettive dell’esperienza sessuale, significa di fatto presentare ai giovani una visione distorta della sessualità, ridotta a puro erotismo. E non pochi ragazzi oggi pensano che sesso e amore siano cose del tutto diverse, esperienze da poter essere sperimentate anche separatamente.

Non è un paradosso, allora, che ci si scandalizzi del fatto che i ragazzi non usino sempre il preservativo nel rapporto (come d’altronde molti adulti) piuttosto che del fatto che abbiano rapporti sessuali in così tenera età senza neppure sapere cosa sia l’amore? Quasi che i nostri ragazzi fossero maturi per il sesso ed immaturi invece per assumersi le responsabilità della vita!

Ma i “pischelli” – come li definisce Fiorello – alla prova dei fatti sanno badare abbastanza bene alla propria salute fisica e dal mondo adulto si aspetterebbero, più che lezioni o dimostrazioni pratiche su come usare il preservativo, di essere istruiti sull’amore. E l’amore non è solo un vago sentimento, un semplice “star bene” con l’altro: l’amore è responsabilità, l’amore è costruire un progetto di vita stabile e duraturo, l’amore è fatica, a volte dolore. Il cristianesimo, nella sua sapienza, nel corso dei secoli ha inteso ricondurre l’esperienza della sessualità all’interno del matrimonio, proprio per sottolineare l’inscindibile legame che deve esistere tra sesso e amore e tra amore e assunzione di responsabilità. Ma prima ancora che i giovani, chiediamoci: gli adulti credono ancora nell’amore?

Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

Che problema serio quello dei giovani e l'amore! Io parto dal presupposto che l'esempio valga più di tante parole, ma oggi è proprio questo che manca, gli adulti non credono più all'Amore lo vediamo dalle tante separazioni che avvengono(come per un televisore) alla scadenza della garanzia. Cosa possono mai insegnare i tanti genitori separati ai propri figli sballottati di qua e di là? Una mamma piottosto che parlare con la figlia di questo argomento preferiva sciogliere la pillola nella tazza della colazione perchè, mi ha detto confidenzialmente : così sono tranquilla! Non giudico ma....

Anonimo ha detto...

C’è la maglia di Fiorello messa all’asta per beneficienza da Trio Medusa per il Cesvi su E-Bay http://www.ebay.it/itm/T-SHIRT-FIORELLO-AUTOGRAFATA-CON-DEDICA-/260913378089?pt=Varie&hash=item3cbfa63329

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